Il 7 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che propone di introdurre il reato di “femminicidio” nel codice penale. Il testo ufficiale del disegno di legge non è ancora disponibile, ma il suo contenuto è stato riassunto dal governo in un comunicato stampa e da alcuni ministri durante una conferenza stampa

Con il reato di “femminicidio”, contenuto nel nuovo articolo 577-bis del codice penale, è punito con l’ergastolo «chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità». Per i casi che non rientrano in questa descrizione, si applica l’articolo 575 del codice penale, che punisce il reato di omicidio con almeno 21 anni di carcere.

«In questo modo il femminicidio diventa un reato autonomo e questo conferma la specificità della situazione del femminicidio, della sua differenza rispetto all’omicidio. Non come una maggiore gravità dal punto di vista etico, ma proprio perché ha una diversità che è testimoniata anche dal numero di femminicidi», ha detto in conferenza stampa la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. «C’è un’assimetria assolutamente evidente tra le uccisioni di donne da parte di uomini rispetto a quelle di uomini da parte di donne».

Il disegno di legge propone poi che le circostanze con cui è commesso il reato di femminicidio siano considerate come aggravanti, ossia come motivazioni per aumentare la pena, nei «reati più tipici» del cosiddetto “Codice rosso”, la legge del 2019 che ha aumentato le tutele per le vittime di violenza di genere. Tra questi reati, ci sono per esempio le percosse o gli atti persecutori. 

Il disegno di legge approvato dal governo contiene altre novità per contrastare la violenza contro le donne. Tra queste, c’è l’obbligo per il pubblico ministero, che conduce le indagini, di ascoltare personalmente la donna vittima di violenza, senza possibilità di delega alla polizia giudiziaria. Vengono inoltre introdotti specifici obblighi informativi a favore dei familiari della vittima di femminicidio. Un’altra novità riguarda il parere, seppur non vincolante, della vittima nei casi di patteggiamento per reati puniti dal “Codice rosso”. Quando sussistono motivi cautelari, il disegno di legge propone una maggiore applicazione della custodia cautelare in carcere o degli arresti domiciliari per l’imputato.

Ora il disegno di legge approvato dal governo dovrà essere presentato in una delle due camere del Parlamento. Qui il testo sarà esaminato e probabilmente modificato prima in commissione e poi in aula. Per diventare legge a tutti gli effetti, ed essere introdotto nel codice penale, il nuovo reato di femminicidio dovrà essere approvato sia dalla Camera sia dal Senato.