Nel 2023 la mortalità è tornata ai livelli pre-pandemia

Il calo dei decessi ha riguardato soprattutto gli uomini e le regioni del Nord Italia
ANSA
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Dopo tre anni fortemente condizionati dalla pandemia di Covid-19, la mortalità in Italia è tornata ai livelli registrati prima del 2020. È quanto emerge dai nuovi dati pubblicati da Istat lo scorso 19 febbraio. 

In realtà, sebbene dai numeri in valore assoluto non si nota, c’è stato anche un generale calo dei tassi di mortalità.

I morti nel 2023

La pandemia di Covid-19 ha causato molti morti in Italia, in particolare tra le persone anziane, più vulnerabili alle conseguenze della malattia e dell’infezione da coronavirus. Nei primi mesi della pandemia, in alcune aree del Paese si è registrato il triplo dei morti rispetto al passato. Nel 2020 i morti per tutte le cause in Italia sono stati 746 mila, il 16 per cento in più rispetto ai 646 mila registrati in media ogni anno tra il 2015 e il 2019. Questo periodo è usato di solito come termine di paragone per valutare l’impatto della pandemia sulla mortalità. 

La mortalità nel nostro Paese è rimasta alta anche nel 2021, con 709 mila morti complessivi, e nel 2022, con 714 mila morti. Secondo i dati Istat più recenti, nel 2023 la mortalità è iniziata a calare: lo scorso anno ci sono stati 660 mila morti, meno dei tre anni precedenti e di poco sopra alla media del periodo 2015-2019. Il 2023 è il primo anno da quando è iniziata la pandemia di Covid-19 che la mortalità in Italia è tornata a livelli considerati “normali”.
Il numero dei morti in valori assoluti dà solo un quadro parziale della mortalità in Italia: la popolazione del nostro Paese, infatti, sta diminuendo e invecchiando sempre di più. Proprio l’invecchiamento della popolazione porta a un naturale aumento del numero dei morti.

Per evitare questo problema nella lettura dei dati, si usa il cosiddetto age-standardized mortality rate: semplificando, questo indicatore pesa i tassi di mortalità all’interno di determinate fasce di età, sulla base di una popolazione considerata standard e uguale ogni anno. 

Abbiamo così calcolato i tassi di mortalità quinquennali per genere e fasce d’età, dividendo il numero di decessi per la popolazione a inizio anno. Abbiamo poi moltiplicato il risultato per il numero di abitanti del 2023 (questo è uno dei molti modi con cui si può scegliere una popolazione di riferimento). In parole semplici, in questo modo si fa finta che anche negli anni passati la struttura demografica della popolazione italiana sia stata uguale a quella del 2023. Così si elimina l’influenza dell’invecchiamento della popolazione sui dati.

Sulla base di queste premesse, nel 2023 sono stati registrati 1.118 decessi ogni 100 mila abitanti, contro i 1.219 del 2022 e i 1.227 del 2021. Nel 2020 il tasso di mortalità standardizzato era stato di 1.301 decessi ogni 100 mila abitanti e la media annuale tra il 2015 e il 2019 era stata pari a 1.200 decessi ogni 100 mila abitanti. Dunque, tenendo conto della diversa composizione della popolazione, i morti nel 2023 rispetto alla media registrata tra il 2015 e il 2019 sono stati il 6,8 per cento in meno.

La mortalità tra gli anziani

La Covid-19 è particolarmente aggressiva e pericolosa verso le persone con oltre 60 anni di età: in questa fascia il rischio di morte, dopo aver contratto la malattia e in assenza di vaccino, sale esponenzialmente con l’aumentare dell’età. 

Nella popolazione sopra i 60 anni, tra il 2015 e il 2019 ci sono stati in media 3.500 decessi per 100 mila abitanti, mentre nel 2020 sono saliti a 3.900, quasi il 13 per cento in più. Nel 2021 e 2022 sono stati 3.700 per 100 mila abitanti, mentre nel 2023 sono scesi a 3.400, il 4 per cento in meno rispetto alla media del periodo 2015-2019. 

Nella popolazione tra gli 80 e i 89 anni, la media del tasso di mortalità tra il 2015 e il 2019 era stata di 7.400 decessi ogni 100 mila abitanti, nel 2020 era salita a 8 mila e nel 2023 è scesa a 6.800, sotto la media del periodo pre-pandemia. Per la popolazione over 90 si è passati da 22.300 morti ogni 100 mila abitanti registrati in media tra il 2015 e il 2019 a 24.500 nel 2020, poi scesi a 21.800 nel 2023. La stessa dinamica si è osservata anche nella fascia tra i 60 e i 69 anni e in quella tra i 70 e i 79 anni. 

In misura minore, ma anche nella popolazione sotto i 60 anni il tasso di mortalità è diminuito passando da 112 morti ogni 100 mila abitanti tra il 2015 e il 2019 a 116 nel 2020 e a 109 nel 2023.
Ma se nel 2023 i decessi in valore assoluto sono di più rispetto alla media tra il 2015 e il 2019, come hanno fatto a diminuire contemporaneamente i tassi di mortalità? La spiegazione sta nel fatto che la minore mortalità non è sufficiente a bilanciare l’invecchiamento della popolazione. Anche se in termini percentuali si muore di meno, la presenza di un maggior numero di persone molto anziane, che hanno una probabilità di morire più alta rispetto ai giovani, porta a un aumento dei decessi. Questo è il motivo per cui abbiamo usato prima l’age-standardized mortality rate, che permette di fare un confronto ignorando l’invecchiamento o il calo della popolazione. 

Facciamo un esempio concreto. Tra il 2015 e il  2019 gli over 80 erano in media oltre 4 milioni, il tasso di mortalità era del 10 per cento e i decessi totali erano stati 410 mila. Nel 2023 gli over 80 totali erano 4,5 milioni, il tasso di mortalità è sceso al 9,6 per cento e i decessi sono stati 431 mila. Il tasso di mortalità è sceso, ma i decessi sono saliti.

Come cambia la mortalità per genere

Lo scorso anno tra gli uomini c’è stata una maggiore riduzione della mortalità rispetto alle donne. Il tasso di mortalità standardizzato per età degli uomini nel 2023 è stato inferiore dell’8,4 per cento rispetto alla media tra il 2015 e il 2019, mentre quello delle donne è diminuito del 5,2 per cento. 

Rispetto all’anno peggiore della pandemia, il 2020, la riduzione della mortalità tra i maschi è stata del 16,2 per cento e tra le femmine dell’11,9 per cento. La Covid-19 è una malattia che colpisce di più gli uomini rispetto alle donne, e infatti nel 2020 gli uomini hanno registrato un aumento del 9,4 per cento dei decessi rispetto alla media del 2015-2019 contro il 7,6 per cento delle donne.

Come cambia la mortalità per regione

Nel 2023 tutte le regioni italiane hanno registrato un calo della mortalità. In valore assoluto in alcune regioni i morti sono aumentati, ma se si guarda al dato standardizzato rispetto alla popolazione del 2023, quindi non tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, si scopre che si muore di meno in tutte le regioni. 

A livello nazionale il calo della mortalità è stato pari al 6,8 per cento. A livello regionale, la Valle d’Aosta è la regione che ha avuto la maggiore riduzione con un calo del 14,3 per cento, seguita dal 9 per cento in meno di Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Trentino-Alto Adige. Con un dato superiore al calo nazionale c’è anche il Veneto. 

Calabria e Sardegna, con cali rispettivamente del 2,7 per cento e del 3,8 per cento, sono le regioni dove la mortalità è calata di meno.

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