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No, la Francia non punisce con il carcere chi critica i vaccini anti-Covid

| 21 febbraio 2024
La dichiarazione
«Macron vara la censura sui vaccini Covid: tre anni di carcere e 45 mila euro di multa a chi critica trattamenti terapeutici “ritenuti sicuri” dallo Stato»
Fonte: X | 16 febbraio 2024
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
Il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia esagera, e non di poco.
In breve
  • La proposta di legge di cui parla Malan è stata approvata dall’Assemblea nazionale, ma non ancora in via definitiva. Il suo obiettivo è contrastare le «derive settarie». TWEET
  • L’articolo 4 punisce con multe e carcere chi spinge un malato ad abbandonare una cura o a seguire cure alternative contro le attuali evidenze scientifiche. Se un paziente è informato e compie una scelta libera, senza coercizione, allora non vengono commessi reati. TWEET
  • Se le pressioni per abbandonare una cura causano effettivamente gravi conseguenze per la salute di un paziente, allora si rischiano tre anni di carcere e 45 mila euro di multa. TWEET
Il 16 febbraio il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan ha scritto su X che il presidente francese Emmanuel Macron ha varato una «censura» sui vaccini contro la Covid-19. Secondo Malan, in Francia chi critica i vaccini rischia tre anni di carcere e 45 mila euro di multa. Il senatore di Fratelli d’Italia ha aggiunto che questa è una «gravissima violazione della libertà di espressione».

Al di là del personale giudizio di Malan, non è vero che grazie a una nuova legge i critici dei vaccini anti-Covid in Francia finiranno in carcere.

La legge contro le derive settarie

Il provvedimento di cui parla Malan è un progetto di legge che non è ancora stato approvato in via definitiva dal Parlamento francese. L’obiettivo di questa proposta, indicato nel titolo, è «rafforzare la lotta contro le derive settarie e migliorare il sostegno alle vittime». Il 14 febbraio l’Assemblea nazionale francese ha approvato in prima lettura il progetto di legge, il cui articolo 4 è stato tra i più dibattuti.

L’articolo 4, composto da vari commi, propone infatti di introdurre un nuovo articolo nel codice penale francese. In base al primo comma, è punibile con un anno di carcere e con una multa di 30 mila euro chi cerca di convincere, con pressioni ripetute, una persona malata ad «abbandonare» o ad «astenersi da un trattamento medico terapeutico». Per configurarsi come un reato, la spinta ad abbandonare una cura deve essere presentata come benefica per la salute del malato, nonostante «allo stato delle conoscenze mediche» questa spinta possa comportare «conseguenze particolarmente gravi per la sua salute fisica o mentale». 

In base al secondo comma dell’articolo 4, le pene viste sopra sono inflitte a chi istiga qualcuno a seguire pratiche, «presentate come aventi uno scopo terapeutico o profilattico», quando «è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che queste pratiche espongono a un rischio immediato di morte o di lesioni che possono provocare mutilazioni o invalidità permanenti».

Il terzo comma dell’articolo 4 stabilisce poi che le pene sono aumentate a tre anni di carcere e a 45 mila euro di multa se dalle pressioni circoscritte dai due commi precedenti derivano effettivamente conseguenze negative per la salute dei malati. Il comma seguente chiarisce comunque che non viene commesso il reato se le pressioni ad abbandonare una cura sono state accompagnate «da informazioni chiare e complete sulle conseguenze per la salute» di una persona o di un malato e se le pressioni non sono avvenute in modo tale da «mettere in discussione la volontà libera e informata» della persona coinvolta. Questa volontà è libera e informata solo se la persona sottoposta a pressioni non si trova «in uno stato di soggezione psichica o fisica».

In nessun punto la proposta di legge e l’articolo 4 menzionano i vaccini contro la Covid-19. Come hanno spiegato in un approfondimento i nostri colleghi francesi di CheckNews, non è vero che basterà criticare i vaccini per rischiare tre anni di prigione e 45 mila euro di multa. Anche i colleghi francesi di Les Surligneurs, esperti proprio in questioni legali, confermano che la dichiarazione di Malan è scorretta.

La proposta di legge, come hanno spiegato i suoi promotori, è stata avanzata per limitare in particolare i comportamenti di chi, per esempio, pubblicizza cure miracolose su internet, senza alcuna evidenza scientifica. Questo non significa che non ci sia stato un acceso confronto in Parlamento, anzi. 

Lo scorso novembre il Consiglio di Stato francese – l’ultimo grado della giustizia amministrativa – aveva espresso alcuni dubbi su una prima formulazione della proposta di legge, dicendo che andava bilanciato il diritto di parola con la tutela dei pazienti. Durante l’esame nell’Assemblea nazionale, all’inizio è stata eliminata una prima formulazione dell’articolo 4, che poi ha ricevuto il via libera dopo essere stato modificato con un emendamento che ha inserito il riferimento alla libera volontà del paziente. Tra gli altri, hanno votato a favore i deputati del partito di Macron e del Partito Socialista, mentre hanno votato contro i deputati del Rassemblement National di Marine Le Pen. 

In ogni caso, come ci hanno spiegato i nostri colleghi di Les Surligneurs, la legge non è ancora stata approvata definitivamente. In futuro, l’articolo 4 potrebbe essere bocciato dal Consiglio costituzionale (l’equivalente della nostra Corte costituzionale) o essere sottoposto al giudizio della Corte europea dei diritti dell’uomo, con l’accusa di limitare troppo la libertà di espressione. Ma qui si entra ancora di più nel campo delle speculazioni. Nei prossimi mesi il Parlamento potrà comunque intervenire ancora per modificare la proposta di legge.

Il verdetto

Secondo Lucio Malan, in Francia chi critica i vaccini contro la Covid-19 rischia tre anni di carcere e 45 mila euro di multa. Abbiamo verificato e il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia esagera, e non di poco.

La proposta di legge di cui parla Malan è stata approvata dall’Assemblea nazionale, ma non ancora in via definitiva. Il suo obiettivo è contrastare le «derive settarie». L’articolo 4 punisce con multe e carcere chi spinge un malato ad abbandonare una cura o a seguire cure alternative contro le attuali evidenze scientifiche. Se un paziente è informato e compie una scelta libera, senza coercizione, allora non sono commessi reati.

Se le pressioni per abbandonare una cura causano effettivamente gravi conseguenze per la salute di un paziente, allora si rischiano tre anni di carcere e 45 mila euro di multa.

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