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«Ha chiesto di parlare l’onorevole Giuliano: ne ha facoltà». «Grazie presidente: a titolo personale, anch’io ribadisco il voto nettamente contrario rispetto a questo articolo». «Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Serracchiani: ne ha facoltà per un minuto». «Grazie presidente: intervengo anch’io per sottolineare la nostra volontà». E ancora: «Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l’onorevole Ascari: ne ha facoltà». «Grazie presidente: anch’io invito, come ha già fatto la collega Alifano, a un supplemento di riflessione».
Questi sono solo alcuni degli interventi avvenuti alla Camera prima del voto sulla riforma della Corte dei Conti, approvata dall’aula il 9 aprile. Per rallentare il voto, alcuni deputati dei partiti di opposizione – critici verso la riforma sostenuta dalla maggioranza – hanno sfruttato la possibilità di intervenire “a titolo personale”. Non per esprimere un dissenso rispetto alla propria parte politica, ma per ribadire quanto già detto da altri colleghi.
Non è una novità: questo tipo di ostruzionismo parlamentare è stato usato più volte in passato dalle opposizioni per rallentare l’approvazione di una legge, sfruttando una possibilità prevista dal regolamento della Camera.
«Ha chiesto di parlare l’onorevole Giuliano: ne ha facoltà». «Grazie presidente: a titolo personale, anch’io ribadisco il voto nettamente contrario rispetto a questo articolo». «Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Serracchiani: ne ha facoltà per un minuto». «Grazie presidente: intervengo anch’io per sottolineare la nostra volontà». E ancora: «Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l’onorevole Ascari: ne ha facoltà». «Grazie presidente: anch’io invito, come ha già fatto la collega Alifano, a un supplemento di riflessione».
Questi sono solo alcuni degli interventi avvenuti alla Camera prima del voto sulla riforma della Corte dei Conti, approvata dall’aula il 9 aprile. Per rallentare il voto, alcuni deputati dei partiti di opposizione – critici verso la riforma sostenuta dalla maggioranza – hanno sfruttato la possibilità di intervenire “a titolo personale”. Non per esprimere un dissenso rispetto alla propria parte politica, ma per ribadire quanto già detto da altri colleghi.
Non è una novità: questo tipo di ostruzionismo parlamentare è stato usato più volte in passato dalle opposizioni per rallentare l’approvazione di una legge, sfruttando una possibilità prevista dal regolamento della Camera.