Il fact-checking di Draghi su gas e Ucraina

Ansa
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Il 25 febbraio il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto un’informativa urgente in Parlamento sull’invasione russa in Ucraina, dove ha ricostruito quanto accaduto finora e quanto dipende il nostro Paese dalle importazioni del gas russo. Tra le altre cose, Draghi ha promesso un maggior impegno dei militari italiani nelle operazioni Nato, aiuti all’Ucraina e interventi per calmierare i rincari delle bollette.

Proprio sul fronte energetico, abbiamo verificato tre dichiarazioni del presidente del Consiglio, che ha riportato numeri sostanzialmente corretti.

Quanto gas importiamo dalla Russia

«Circa il 45 per cento del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27 per cento di dieci anni fa»

Secondo i dati più aggiornati del Ministero della Transizione ecologica, nel 2020 l’Italia ha importato dalla Russia oltre 28,7 miliardi di metri cubi di gas naturale, il 43,3 per cento sui quasi 66,4 miliardi di metri cubi di gas importato, percentuale leggermente più bassa di quella indicata da Draghi.

Abbiamo a disposizione anche i dati preliminari del 2021, secondo cui l’anno scorso circa 29 miliardi di metri cubi di gas sono entrati in Italia a Tarvisio, in Friuli-Venezia Giulia, dove arriva il gas portato dai gasdotti russi. Stiamo parlando di circa il 40 per cento dei 72,7 miliardi di metri cubi di gas importati nel 2021.

Il presidente del Consiglio ha poi ragione quando dice che dieci anni fa la quota di gas importato dalla Russia era più bassa. Nel 2011 corrispondeva infatti al 28,1 per cento del totale, dietro al 32,6 per cento dell’Algeria, oggi scivolata in seconda posizione.

Quanto gas produce

«In Italia, abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020, a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi»

Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo economico, nel 2000 il nostro Paese produceva quasi 16,8 miliardi di metri cubi di gas, un dato arrotondato a «17 miliardi» da Draghi. Vent’anni dopo, questo dato è sceso a poco più di 4 miliardi di metri cubi. La produzione italiana di gas è cresciuta dal 1990 fino alla metà degli anni Novanta, per poi calare costantemente, tranne una risalita tra il 2009 e il 2012.

Come mostra il Grafico 1, realizzato da Enerdata (un portale internazionale che raccoglie statistiche nel settore energetico), nel 2000 l’Italia aveva consumato oltre 70 miliardi di metri cubi di gas, una cifra in linea con i livelli attuali, dopo essere arrivata a 86 miliardi nel 2005.
Grafico 1. Consumo di gas in Italia, dal 1990 al 2020 – Fonte: Enerdata
Grafico 1. Consumo di gas in Italia, dal 1990 al 2020 – Fonte: Enerdata

Quanto gas abbiamo da parte

«Il livello di riempimento [per lo stoccaggio del gas> aveva raggiunto il 90 per cento alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75 per cento»

Al momento i siti del Ministero della Transizione ecologica e del Ministero dello Sviluppo economico non sembrano rendere pubblici i dati sui livelli di stoccaggio del gas nel nostro Paese.

Le percentuali citate da Draghi trovano comunque conferma nell’informativa alla Camera tenuta (min. 3:20:00) il 23 febbraio dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Nella stessa occasione il ministro ha però dichiarato che da ottobre a oggi «gli stoccaggi sono stati utilizzati a pieno ritmo» e quindi «nel mese di febbraio 2022 hanno raggiunto il livello che in genere hanno a fine marzo». I livelli delle riserve di gas sono quindi calati rispetto ai dati soddisfacenti di ottobre, un problema che secondo Cingolani è «comune» a molti Paesi europei.

Un comunicato stampa di Palazzo Chigi spiega che il decreto-legge sui costi dell’energia, approvato dal governo lo scorso 18 febbraio ma non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale, include anche «un pacchetto di norme per l’aumento e l’ottimizzazione dello stoccaggio di gas».

Ricordiamo che lo stoccaggio del gas naturale segue un andamento ciclico: nella stagione estiva, quando il fabbisogno è minore, vengono riempiti i giacimenti, e poi durante i mesi invernali il gas viene immesso nella rete nazionale. Ad oggi, gli impianti operativi in Italia permettono lo stoccaggio di circa 14 mila milioni di metri cubi di gas.

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