Guida alle elezioni in Friuli-Venezia Giulia

Dai candidati al come si vota, ecco tutto quello che c’è da sapere sulle elezioni per il presidente di regione e quelle in 24 comuni, tra cui Udine
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Domenica 2 e lunedì 3 aprile gli elettori del Friuli-Venezia Giulia saranno chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio regionale e l’elezione del nuovo presidente della regione. In Friuli-Venezia Giulia i cittadini di 24 comuni, tra cui quelli del capoluogo di provincia Udine, saranno inoltre chiamati al voto per rinnovare i consigli comunali ed eleggere il nuovo sindaco. Per quanto riguarda le elezioni comunali, l’eventuale secondo turno nei comuni con più di 15 mila abitanti (Udine e Sacile) è fissato per il 16 e 17 aprile. In questi comuni se nessuno dei candidati sindaco otterrà il 50 per cento più uno dei voti al primo turno, sarà necessario un ballottaggio tra i due candidati più votati per decretare il vincitore. Il Friuli-Venezia Giulia è una delle cinque regioni a statuto speciale, che godono di particolare autonomia rispetto alle altre e il loro statuto è approvato dal Parlamento. 

Dai candidati per le elezioni regionali fino alla sfida di Udine, passando per i risultati del passato, abbiamo raccolto tutte quello che c’è da sapere per arrivare informati alle elezioni in Friuli-Venezia Giulia.

I candidati alle regionali

I candidati alle Presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia sono quattro (qui si possono leggere i loro programmi). L’attuale presidente della Regione Massimiliano Fedriga (Lega) si è ricandidato per un secondo mandato ed è sostenuto dalla coalizione di centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Oltre ai partiti del centrodestra, Fedriga è sostenuto dalla propria lista personale “Fedriga presidente” e la lista autonomista di “Autonomia responsabile”. Il candidato della coalizione di centrosinistra, con il sostengo di Partito democratico e Movimento 5 stelle, è Massimo Moretuzzo. Quest’ultimo ha ricevuto il sostegno anche di Alleanza Verdi-Sinistra, della lista “Patto per l’autonomia” (di cui è attualmente consigliere regionale), della lista civica di sinistra Open sinistra Fvg e di Slovenska skupnost, il partito della comunità slovena del Friuli-Venezia Giulia. 

In queste elezioni regionali Azione e Italia viva hanno scelto di sostenere un candidato diverso da quello della coalizione di centrosinistra. I partiti di Carlo Calenda e Matteo Renzi appoggiano infatti la candidatura di Alessandro Maran. In passato Maran è stato parlamentare per quattro legislature: dal 2001 al 2013 è stato deputato prima per l’Ulivo e poi per il Partito democratico, mentre nel 2013 è stato eletto al Senato con Scelta civica, il partito dell’ex presidente del Consiglio Mario Monti. A febbraio del 2015 Maran è ritornato nel gruppo parlamentare del Partito democratico, per poi candidarsi con Azione e Italia viva alle elezioni regionali di quest’anno. Maran è sostenuto anche da Più Europa, il partito fondato da Emma Bonino e il cui segretario è il deputato Riccardo Magi. 

La quarta candidata presidente è l’avvocata Giorgia Tripoli, sostenuta dalla lista “Insieme liberi”, che per le regionali in Friuli-Venezia Giulia raggruppa i principali partiti e movimenti cosiddetti “anti-sistema”, tra cui Italexit di Gianluigi Paragone, il Movimento 3v e i Gillet Arancioni dell’ex generale Antonio Pappalardo.
Immagine 1. Fac-simile della scheda elettorale per le elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia – Fonte: Regione Friuli-Venezia Giulia
Immagine 1. Fac-simile della scheda elettorale per le elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia – Fonte: Regione Friuli-Venezia Giulia

Le regole del voto

La votazione del presidente della regione e del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia avviene su un’unica scheda, su cui gli elettori possono esprimere il loro voto in più modi. Possono votare solo per il candidato alla carica di presidente della regione; possono votare solo per una lista, e in questo caso il voto va automaticamente anche al candidato presidente collegato; votare per un candidato presidente e una lista a lui non collegata (il cosiddetto “voto disgiunto”); o votare per un candidato consigliere regionale esprimendo la preferenza sulla scheda. In quest’ultimo caso il voto viene attribuito anche alla lista e al suo candidato presidente.

I consiglieri regionali da eleggere in Friuli-Venezia Giulia sono 48. La legge elettorale regionale prevede la suddivisione della regione in cinque circoscrizioni (Gorizia, Pordenone, Tolmezzo, Trieste e Udine), che eleggono un numero di consiglieri proporzionale alla popolazione residente nella circoscrizione. Per ogni circoscrizione le liste presentano quindi un elenco di candidati e non possono essere presenti più del 60 per cento di candidati dello stesso genere. 

Viene eletto presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Se la coalizione del candidato presidente vincitore ottiene più del 45 per cento dei voti, le liste della coalizione ottengono il 60 per cento dei seggi del consiglio regionale. Se invece ottiene una percentuale pari o inferiore al 45 per cento, riceve il 55 per cento dei seggi del consiglio.

Com’è andata in passato

Stando ai risultati delle elezioni più recenti, il centrodestra e il suo candidato presidente Fedriga sembrano i favoriti per la vittoria di queste elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia. 

Alle elezioni regionali del 2018 Fedriga è stato eletto con oltre il 57 per cento dei voti (307.123 preferenze), il doppio del candidato del centrosinistra Sergio Bolzonello, arrivato secondo con circa il 27 per cento (144.363 preferenze). Il candidato del Movimento 5 stelle Alessandro Fraleoni Morgera era arrivato terzo con circa il 12 per cento dei voti e poco più di 62 mila preferenze.

Alle elezioni europee del 2019, se si guardano i risultati del voto nel solo Friuli-Venezia Giulia, i tre partiti principali del centrodestra hanno ottenuto insieme quasi il 57 per cento dei voti, pari a quasi 330 mila voti. Il Partito democratico ha raccolto poco più di 128 mila voti (22 per cento), mentre il Movimento 5 stelle quasi 56 mila (circa il 10 per cento). 

Quattro anni dopo, alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, il centrodestra in Friuli-Venezia Giulia ha diminuito i voti, sia in termini percentuali che in termini assoluti, ma si è mantenuto stabile al primo posto. Al Senato la coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati ha ottenuto circa 298 mila voti (poco più del 50 per cento), quella di centrosinistra 153 mila (circa il 26 per cento), la lista di Azione-Italia viva quasi 49 mila (8 per cento), mentre il Movimento 5 stelle circa 44 mila (poco più del 7 per cento).

Il confronto tra i partiti

La sfida sembra dunque concentrarsi sui risultati che otterranno i singoli partiti, in particolare tra la Lega e Fratelli d’Italia. Dalle elezioni regionali del 2018 a oggi, anche in Friuli-Venezia Giulia i rapporti di forza in termini di consensi tra i partiti di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni si sono ribaltati. Nel 2018 la Lega in Friuli-Venezia Giulia aveva ottenuto quasi 148 mila voti (circa il 35 per cento) contro i circa 23 mila di Fratelli d’Italia (5,5 per cento). I voti ottenuti dalla Lega hanno superato i 170 mila se si tiene conto di quelli ottenuti all’epoca dalla lista personale di Fedriga (circa 27 mila, poco più del 6 per cento), che è un esponente di punta del partito di Salvini. Cinque anni dopo, alle elezioni politiche di settembre 2022 Fratelli d’Italia è stato il primo partito in Friuli-Venezia Giulia con circa 191 mila voti (32 per cento), triplicando i voti della Lega (circa 65 mila, pari al 10 per cento).

Il 25 marzo, durante il suo discorso all’inaugurazione della Scuola di formazione politica della Lega, il leader del partito e vicepresidente del Consiglio Salvini ha detto (min. 12:48) che «il governatore della Lega vincerà con almeno il doppio dei voti rispetto al competitor di sinistra (Moretuzzo, ndr)». «Segnatevelo sul fogliettino e ci sentiamo lunedì prossimo», ha aggiunto Salvini. Il 31 marzo, intervistata dal quotidiano di Trieste Il Piccolo, Meloni ha detto che «fare previsioni alla vigilia del voto è il modo migliore per vederle poi smentite» e che a lei interessa solo «la vittoria del centrodestra e di Massimiliano Fedriga, un ottimo presidente». La campagna elettorale del centrodestra si chiude nella serata di oggi, venerdì 31 marzo, a Udine, con il comizio dei leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. 

La chiusura della campagna elettorale del candidato del Partito democratico e del Movimento 5 stelle Moretuzzo si terrà il 31 marzo a Gemona, in provincia di Udine. Il 30 marzo la segretaria del Partito democratico Elly Schlein è stata prima a Trieste e poi a Udine, per sostenere Moretuzzo e il candidato del centrosinistra per le comunali, Alberto De Toni. «È un test su di me? Ma no, sono in carica da 18 giorni, anche se sembra passato un secolo», ha detto a la Repubblica Schlein, che si è insediata alla guida del Partito democratico il 12 marzo. Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte sarà in Friuli-Venezia Giulia nel pomeriggio del 31 marzo. Il candidato di Azione-Italia Viva Alessandro Maran ha invece chiuso la campagna elettorale il 30 marzo, a Trieste, insieme al presidente di Azione Matteo Richetti e al deputato di Italia viva Ettore Rosato.

La sfida a Udine

A Udine lo schema delle alleanze per le elezioni comunali è leggermente diverso rispetto a quello delle elezioni regionali, così come i favoriti per la vittoria.  

A Udine i candidati sindaco sono quattro. Qui il Partito democratico e il Movimento 5 stelle sostengono due candidati diversi. Come detto in precedenza, il partito di Schlein sostiene la candidatura a sindaco di Alberto Felice De Toni, ex rettore dell’Università di Udine, sostenuto anche da Alleanza Verdi-Sinistra, Azione e Italia viva. Il Movimento 5 stelle sostiene invece Ivano Marchiol, appoggiato tra gli altri da Rifondazione comunista. Il candidato della coalizione di centrodestra è il sindaco uscente Fontanini, sostenuto anche dall’Unione di centro, dalla lista civica “Fontanini sindaco” e dalla lista “Identità civica”. Il quarto candidato è Stefano Salmè, appoggiato dalla lista “Liberi elettori – Io amo Udine”, rappresentante dei cosiddetti “anti-sistema”. 

Visti i risultati del passato, a Udine la sfida tra centrodestra e centrosinistra sembra più in bilico rispetto a quella delle regionali. Alle elezioni comunali del 2018, il candidato del centrodestra Fontanini ha vinto al ballottaggio contro quello del centrosinistra Vincenzo Martines di appena 280 voti (50,4 per cento contro il 49,6). Anche alle elezioni politiche del 2022 la sfida a Udine è stata piuttosto combattuta. Al Senato, nel comune di Udine la coalizione di centrodestra ha raccolto infatti 19.160 voti (quasi il 40 per cento) contro i 15.806 del centrosinistra (quasi il 33 per cento).

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