Il governo Meloni è sempre più puntuale con la legge di Bilancio

La manovra per il prossimo anno è stata presentata in Senato con appena due giorni di ritardo: un miglioramento costante rispetto agli anni scorsi
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Per anni, la presentazione del disegno di legge di Bilancio in Parlamento è stata sinonimo di ritardi e corse contro il tempo. Durante il governo Meloni, però, questo passaggio sembra essere diventato più ordinato e più rapido.

Il 22 ottobre il governo ha presentato in Senato il disegno di legge di Bilancio per il 2026, con solo due giorni di ritardo rispetto alla scadenza del 20 ottobre fissata dalla legge. Per dare un’idea del cambiamento, l’anno scorso i giorni di ritardo erano stati tre e l’anno prima ancora dieci. La prima legge di Bilancio del governo Meloni – quella per il 2023 – era arrivata in Parlamento con 31 giorni di ritardo, un dato spiegabile con le tempistiche eccezionali di quell’anno: il governo Meloni, infatti, si era insediato il 22 ottobre 2022, poco meno di un mese dopo le elezioni anticipate. 

Come mostra il grafico, solo la legge di Bilancio per il 2013 – approvata sotto il governo Monti – è stata presentata in Parlamento con meno giorni di ritardo rispetto a quella per il 2026.
Il disegno di legge di Bilancio per il prossimo anno risulta tra i più puntuali anche secondo un altro indicatore utile per misurare l’organizzazione del governo: il tempo trascorso tra l’approvazione del testo in Consiglio dei ministri e la sua presentazione in Parlamento. Il via libera del governo al testo è arrivato il 17 ottobre, quindi sono passati cinque giorni prima del suo arrivo in Senato. In base ai nostri calcoli, questa attesa è stata la più bassa dal 2012 a oggi.
In quei cinque giorni, comunque, non sono mancati aggiustamenti: il testo è stato limato più volte per tenere conto delle trattative interne alla maggioranza e degli ultimi interventi tecnici. Nonostante ciò, la presentazione del disegno di legge di Bilancio in Parlamento è avvenuta in tempi rapidi, evitando che la discussione sulla manovra partisse troppo tardi. Questo è un aspetto importante: la puntualità conta, perché ogni giorno perso a ottobre riduce lo spazio per l’esame parlamentare e aumenta il rischio di approvare la legge di Bilancio a ridosso di Natale, con tempi compressi e meno possibilità di confronto.

Resta però un problema strutturale, che la maggiore puntualità non risolve. Anche quando il disegno di legge di Bilancio arriva presto in Parlamento, la discussione parlamentare continua a essere spesso squilibrata tra le due camere. La prima camera che esamina il testo – quest’anno tocca al Senato – ha ancora tutto il margine per modificarlo, mentre la seconda – quest’anno la Camera – si trova quasi sempre a dover approvare il testo così com’è, senza avere di fatto il tempo per intervenire. È il cosiddetto “monocameralismo alternato”, un fenomeno che nella pratica riduce il ruolo del Parlamento sulla legge di Bilancio e, più in generale, sulla scrittura delle leggi.
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