Il Giurì d’onore ha dato il suo verdetto sul caso Donzelli-Cospito

Secondo la commissione d’indagine, le parole del deputato di Fratelli d’Italia non hanno leso l’«onorabilità» dei parlamentari del Pd
ANSA
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Mercoledì 15 marzo ha concluso i suoi lavori la commissione d’indagine alla Camera, istituita a inizio febbraio, per valutare il discorso in aula del 31 gennaio del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. In quell’occasione Donzelli aveva criticato l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni parlamentari del Partito democratico che gli avevano fatto visita in carcere. Il deputato di Fratelli d’Italia aveva anche rivelato le conversazioni di Cospito, sottoposto al regime del 41-bis, con due esponenti della criminalità organizzata. 

Il testo è stato approvato all’unanimità dai cinque membri della commissione (chiamata in gergo politico e giornalistico “Giurì d’onore”), presieduta dal deputato del Movimento 5 stelle Sergio Costa. Il Partito democratico e Fratelli d’Italia non avevano esponenti all’interno della commissione.

Nella relazione si legge che Donzelli, in un’audizione con la commissione d’indagine, ha dichiarato che i parlamentari del Partito democratico erano «sicuramente interessati alla salute e alle condizioni di detenzione» di Cospito, osservazione che non era emersa dal discorso in aula del deputato di Fratelli d’Italia. Secondo la commissione, le parole di Donzelli, «seppure con toni che appaiono politicamente aspri, intendevano essere testimonianza di una preoccupazione riguardo a eventuali effetti indiretti su un affievolimento» del regime del 41-bis a cui è sottoposto Cospito da maggio 2022. In conclusione la commissione d’indagine ha stabilito che le parole di Donzelli non sono state «lesive dell’onorabilità» dei parlamentari del Partito democratico. La valutazione della commissione non ha dunque riguardato la divulgazione da parte di Donzelli delle conversazioni di Cospito in carcere con altri detenuti.

Che cosa era successo in aula

Il 31 gennaio, durante un discorso alla Camera, Donzelli aveva detto che Cospito è un «influencer» che la mafia sta utilizzando ​​«per far cedere lo Stato sul 41-bis». A sostegno della sua tesi, il deputato di Fratelli d’Italia aveva dichiarato che, in base a «documenti che sono presenti al Ministero della Giustizia», tra dicembre 2022 e gennaio 2023 Cospito era riuscito a parlare con due mafiosi, sottoposti anche loro al regime del 41-bis. Donzelli aveva collegato queste conversazioni con la visita effettuata nel carcere di Sassari il 12 gennaio 2023 da quattro parlamentari del Partito democratico per valutare le condizioni di salute di Cospito. Secondo il deputato di Fratelli d’Italia, bisognava chiedersi «se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia». Successivamente si era scoperto che le conversazioni riservate di Cospito erano state fornite a Donzelli dal suo compagno di partito Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia. 

Il presidente della Camera Lorenzo Fontana aveva poi accolto la richiesta di istituire il cosiddetto “Giurì d’onore”, in base all’articolo 58 del regolamento della Camera, per verificare quanto accaduto. «Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione la quale giudichi la fondatezza dell’accusa», spiega il regolamento. «Alla commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione». Come sottolinea l’Ansa, l’istituzione del Giurì d’onore è poco frequente e in passato alcuni parlamentari sono riusciti a evitarne il giudizio, che comunque non ha particolari conseguenze concrete, chiedendo scusa per eventuali loro dichiarazioni ritenute offensive.

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