Fratoianni sbaglia mira contro il governo sul calo dei salari

Il segretario di Sinistra Italiana accusa in modo fuorviante Meloni di essere responsabile di un nuovo «record» negativo
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il 9 luglio, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha attribuito al governo Meloni la responsabilità di un «record, l’ennesimo record». Secondo Fratoianni, «gli stipendi italiani sono quelli che vanno peggio in Europa». La fonte di questo dato sarebbe l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). «Nei primi mesi del 2025 hanno perso oltre il 7 per cento di potere d’acquisto, rispetto al 2021. Siamo l’unico caso, ribadisco l’unico, fra tutti i Paesi più sviluppati al mondo», ha scritto Fratoianni.

Abbiamo controllato, e nell’attacco al governo il segretario di Sinistra Italiana non la racconta giusta.
I dati a cui fa riferimento Fratoianni sono contenuti nel nuovo rapporto Employment Outlook 2025, pubblicato da OCSE il 9 luglio. Una sezione di questo report analizza l’andamento dei salari reali in 37 Paesi del mondo per cui sono disponibili i dati. Per salario reale si intende l’importo ricevuto in busta paga, corretto per l’inflazione: in pratica, questo indicatore misura quanto potere d’acquisto effettivo hanno i lavoratori.

Nel primo trimestre del 2025, i salari orari reali in Italia erano il 7,5 per cento più bassi rispetto al 2021. Questo non significa che tutto questo calo sia stato registrato all’inizio di quest’anno, come ha scritto Fratoianni. La statistica prende come riferimento il primo trimestre del 2021 e misura quanto sono cambiati i salari reali rispetto a quel punto di partenza: il -7,5 per cento dell’Italia rappresenta quindi la perdita cumulata in quattro anni, non quella avvenuta solo nei primi mesi del 2025.

Secondo Fratoianni, l’Italia è «l’unico caso» tra «tutti i Paesi più sviluppati al mondo» in cui c’è stato un calo. Non è così: come ha spiegato la stessa OCSE, in metà dei Paesi monitorati i salari reali nei primi tre mesi del 2025 erano ancora più bassi rispetto al 2021. Tra questi Paesi ci sono la Spagna (-4,1 per cento), la Svezia (-7,1 per cento), l’Australia (-4,4 per cento) e la Francia (-1 per cento). Il calo italiano è il secondo peggiore tra tutti i Paesi nella classifica OCSE, dietro soltanto alla Repubblica Ceca (-9,6 per cento), anch’essa un Paese europeo.

I dati raccolti dall’OCSE mostrano che nel corso del 2024 – secondo anno interamente sotto il governo Meloni – i salari reali in Italia sono cresciuti del 2,2 per cento rispetto all’anno precedente. Anche nel 2023 – primo anno di governo Meloni – c’era stata una crescita su base annua. Il calo più marcato dei salari reali italiani si è verificato nel 2022, a causa soprattutto del forte aumento dell’inflazione: -7,3 per cento rispetto al 2021. 

Il governo Meloni è entrato in carica il 22 ottobre 2022, quindi non lo si può ritenere in qualche modo responsabile del calo dei salari avvenuto quell’anno.
Andamento dell’indice dei salari nominali (linea azzurra) e dei salari reali (linea blu) in Italia. Dati trimestrali – Fonte: OCSE
Andamento dell’indice dei salari nominali (linea azzurra) e dei salari reali (linea blu) in Italia. Dati trimestrali – Fonte: OCSE
Il grafico sopra aiuta a capire quanto detto finora, perché mostra l’andamento in Italia di due indici: quello dei salari nominali (linea azzurra) e quello dei salari reali (linea blu) negli ultimi cinque anni. Il valore 100 corrisponde al livello registrato a fine 2019, e le due linee indicano come questi indici siano cambiati fino all’inizio del 2025. Come si vede, a partire dal 2023 c’è stata una ripresa della crescita dei salari reali, ma non sufficiente a recuperare le perdite accumulate negli anni precedenti. La differenza tra il livello della linea blu nel primo trimestre del 2021 (Q1 2021) e il livello alla fine, che fa riferimento al primo trimestre del 2025, è pari ai 7,5 punti percentuali di cui abbiamo parlato sopra. 

Ricapitolando: il calo di potere d’acquisto dei salari italiani negli ultimi cinque anni è maturato soprattutto tra il 2021 e il 2022, e la crescita successiva non è stata in grado ancora di compensare le perdite.

Negli scorsi mesi, un errore simile a quello di Fratoianni è stato commesso anche dal Partito Democratico, in un meme pubblicato su Instagram. In quel caso, il partito guidato da Elly Schlein aveva attribuito al governo Meloni la responsabilità per il calo dei salari registrato in un periodo ancora più ampio, tra il 2008 e il 2024. 

Dalla parte opposta, in varie occasioni la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivendicato una crescita record dei salari italiani, non confermata dai dati.

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