Il fact-checking di Schlein sulla disparità di genere

Abbiamo verificato cinque dichiarazioni della nuova segretaria del Pd, che su Sky Tg24 ha parlato di salari, università, pensioni e lavoro
Pagella Politica
L’8 marzo, ospite a Start su Sky Tg24 in occasione della Giornata internazionale della donna, la nuova segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha elencato una serie di dati sulla disparità di genere in Italia e in Europa.

Dalle università ai salari, passando per le pensioni, abbiamo verificato cinque dichiarazioni di Schlein.

Le donne al vertice delle società

«Qualche anno fa è uscita una statistica secondo cui solo il 4 per cento delle grandi società quotate in borsa aveva come guida una donna» (min. 2:54)

Schlein non ha indicato la fonte della sua dichiarazione, che con tutta probabilità è il Gender diversity index, pubblicato periodicamente dall’European women on boards (Ewob), un’associazione che promuove una maggiore parità di genere nelle società a livello dirigenziale. Secondo Ewob, nel 2018 solo il 4,5 per cento di un campione di 200 società quotate in borsa in Europa aveva un amministratore delegato donna. Secondo i dati più aggiornati, nel 2021 questo dato è salito al 7,5 per cento, ma su un campione più ampio, di quasi 700 società.

Le donne nelle università

«Il numero di rettrici delle nostre università è incredibilmente basso, se pensiamo che invece in media pare che le donne si laureino con risultati anche migliori degli uomini» (min. 3:23)

Tra gli 84 rettori che fanno parte della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), l’associazione delle università italiane statali e non statali riconosciute, le donne sono dieci, mentre gli uomini 74.

Come abbiamo spiegato in un altro fact-checking, è vero che le donne all’università hanno risultati migliori degli uomini. Secondo un recente rapporto di AlmaLaurea, in media le donne si laureano con il voto di 103,2 su 110, mentre gli uomini con 102,1, e si laureano di più rimanendo “in corso”. Le donne si laureano meglio degli uomini in tutti i settori disciplinari, eccetto quelli letterario-umanistico, dell’informatica e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Il gender pay gap in Europa

«In Europa le donne, a parità di mansioni, percepiscono in media il 13 per cento in meno di salario medio orario rispetto agli uomini» (min. 9:45)

A livello europeo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, misura le differenze retributive tra uomini e donne con l’indicatore unadjusted gender pay gap. Quest’ultimo si ottiene calcolando la differenza tra la retribuzione media oraria lorda degli uomini e quella delle donne. Secondo i dati più recenti, basati sulle imprese con più di 10 dipendenti, nel 2021 le donne nell’Ue hanno guadagnato in media il 12,7 per cento in meno degli uomini. Con tutta probabilità, Schlein ha arrotondato questa percentuale al «13 per cento» o ha fatto riferimento ai dati del 2020, quando il gender pay gap tra i 27 Stati Ue è stato in media pari proprio al 13 per cento. Nel 2021 in Italia la differenza tra la paga oraria lorda degli uomini e delle donne era in media pari al 5 per cento (quinto dato più basso), in crescita rispetto al 4,2 per cento del 2020. 

Questi dati forniscono un quadro generale delle diseguaglianze di genere in termini di paga oraria, a prescindere dalle ore lavorate, e risentono delle diverse caratteristiche dei dipendenti, delle imprese e dei rapporti di lavoro (per questo l’indicatore si chiama unadjusted, ossia “grezzo”). «Parte delle differenze di retribuzione si possono spiegare con le caratteristiche individuali delle donne e degli uomini occupati (per esempio, esperienza e istruzione) e con la segregazione di genere a livello occupazionale (per esempio, ci sono più uomini che donne in alcuni settori/occupazioni con retribuzioni mediamente più alte rispetto ad altri settori/occupazioni)», spiega Istat, commentando i dati Eurostat.
Grafico 1. L’unadjusted gender pay gap nei 27 Paesi Ue nel 2021 – Fonte: Eurostat
Grafico 1. L’unadjusted gender pay gap nei 27 Paesi Ue nel 2021 – Fonte: Eurostat

I divari nelle pensioni

«Le donne in media in Europa di pensione prendono il 28 per cento in meno»  (min. 10:01)

Il dato citato da Schlein è corretto. Secondo i dati Eurostat più recenti, nel 2019 la differenza tra le pensioni percepite dagli uomini dai 65 anni di età in su e quelle delle donne era in media pari al 29,4 per cento nei 27 Paesi Ue. In Italia questa percentuale era al 33,2 per cento, il settimo dato più alto.

Le donne che lavorano part-time

«Dei 4 milioni di lavori part-time in Italia i tre quarti sono delle donne» (min. 10:11)

È vero: secondo i dati Istat più aggiornati, alla fine del terzo trimestre del 2022 nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni c’erano quasi 4 milioni di occupati in Italia a tempo parziale. Tre milioni circa erano donne, dunque i tre quarti.

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