Il fact-checking di Meloni sulla legge di Bilancio

Abbiamo verificato tre dichiarazioni della presidente del Consiglio, che in alcuni casi è stata imprecisa
Ansa
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Nella mattinata di lunedì 16 ottobre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato in una conferenza stampa il contenuto della legge di Bilancio per il 2024, senza rispondere però alle domande dei giornalisti per un impegno istituzionale. Al momento il testo ufficiale del disegno di legge non è ancora pubblicamente disponibile: il suo contenuto è stato riassunto dal governo in un comunicato stampa e in conferenza stampa, oltre che da Meloni, anche dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Abbiamo verificato tre dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia, che in alcuni casi è stata imprecisa.

Come è finanziata la manovra

«È una manovra per complessivi 24 miliardi, che sono il frutto per quasi 16 miliardi di extragettito»

In attesa del testo ufficiale non è possibile dire con certezza se la prossima legge di Bilancio potrà contare su nuove risorse pari a 24 miliardi di euro. La cifra è stata comunque confermata in questi giorni da varie fonti stampa.

In ogni caso Meloni sbaglia quando dice che «quasi 16 miliardi» sono stati ottenuti grazie all’«extragettito». Con questo termine si fa riferimento a un aumento delle entrate tributarie rispetto all’introito previsto: con tutta probabilità la presidente del Consiglio ha fatto confusione con il cosiddetto “extradeficit”. Il deficit è la differenza in negativo tra le entrate e le spese dello Stato. Con la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) il governo Meloni ha chiesto, e ottenuto dal Parlamento, la possibilità di ricorrere a maggiore debito tra il 2023 e il 2025 (dunque di “fare extradeficit”, così come viene chiamato nel linguaggio giornalistico). Più nel dettaglio, per il 2024 il deficit in più sarà pari a 15,7 miliardi di euro, i «quasi 16 miliardi» di cui ha parlato la presidente del Consiglio.

Con le risorse prese a debito in più il governo finanzierà, tra le altre cose, il rinnovo del taglio temporaneo del cuneo fiscale e un aumento delle pensioni.

Il peso del debito e del Superbonus

«Nel 2024 avremo circa 13 miliardi di euro di maggiori interessi sul debito da pagare […] e circa 20 miliardi di euro di Superbonus»

Il primo numero è leggermente impreciso: secondo le stime della Nadef, la spesa per gli interessi sul debito pubblico aumenterà di circa 11 miliardi di euro tra il 2023 e il 2024. 

Meloni ha invece ragione sul Superbonus: come abbiamo spiegato in un’altra analisi, gli oneri finora maturati per il bonus edilizio saranno ripagati dallo Stato ai cittadini in quattro anni, con rate da 20 miliardi circa ogni anno a partire dal 2024.

Le risorse per la sanità

«Con i quasi 136 miliardi di euro che raggiunge quest’anno il fondo sanitario nazionale noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità»

Nella Nadef il governo Meloni aveva stimato che nel 2024 la spesa sanitaria italiana raggiungerà i 133 miliardi di euro, in calo rispetto ai 134,7 miliardi di euro previsti per il 2023. Nella conferenza stampa la presidente del Consiglio ha annunciato che nella prossima legge di Bilancio ci saranno 3 miliardi di euro in più per la sanità, che porteranno la spesa nel 2024 (e non «quest’anno») ai «quasi 136 miliardi di euro» citati. È vero: in valori assoluti questa cifra è la più alta mai raggiunta in Italia, ma bisogna fare almeno un paio di osservazioni.

Innanzitutto va chiarito che il Fondo sanitario nazionale è una delle voci della spesa sanitaria, che comprende anche altre fonti. In secondo luogo va detto che le cifre indicate dalla presidente del Consiglio non tengono conto dell’inflazione, aumentata a settembre di oltre il 5 per cento rispetto a un anno prima.

La Nadef ha previsto che tra il 2023 e il 2026 ci sarà un calo della spesa sanitaria in rapporto al Pil: questo indicatore passerà infatti dal 6,6 per cento al 6,1 per cento, nonostante l’aumento delle risorse.

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