Il fact-checking di Meloni alla festa dell’UDC

Abbiamo controllato sei dichiarazioni fatte dalla presidente del Consiglio
ANSA
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Il 13 settembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ospite della festa nazionale dell’Unione di Centro (UDC), il partito di centrodestra che sostiene il governo.

Dal lavoro agli asili nido, passando per le risorse destinate alla sanità, abbiamo verificato sei dichiarazioni di Meloni per capire se ha detto sempre la verità oppure no.

Il programma di coalizione

«Per realizzare il programma di centrodestra che la maggioranza dei cittadini ha sottoscritto con il proprio voto il 25 settembre di tre anni fa»

Questa dichiarazione è fuorviante. Alle elezioni politiche del 2022, quando ha votato quasi il 64 per cento degli aventi diritto di voto, la coalizione dei partiti di centrodestra ha preso circa il 44 per cento dei voti. In termini assoluti, quindi, il programma del centrodestra è stato appoggiato da meno di un terzo dell’elettorato complessivo, non dalla «maggioranza dei cittadini» come sostiene la dichiarazione. 

È però vero che tra i voti validi la coalizione di centrodestra ha ottenuto la maggioranza relativa.

L’aumento dell’occupazione

«Oltre un milione di posti di lavoro creati in mille giorni»

Il governo Meloni ha raggiunto i primi mille giorni di governo lo scorso 18 luglio. Secondo ISTAT, in quel mese in Italia c’erano circa 24,2 milioni di occupati, 970 mila in più rispetto a ottobre 2022, il mese in cui si è insediato il governo. La dichiarazione di Meloni è leggermente imprecisa, ma va detto che di recente ISTAT ha pubblicato una revisione delle stime sugli occupati, che ha rivisto al ribasso quelle precedenti. 

In ogni caso, quanto di questo aumento dell’occupazione sia attribuibile alle politiche del governo è però difficile da stabilire con certezza, in assenza di studi specifici condotti da economisti o esperti del settore. Il fatto che durante il governo Meloni gli occupati siano aumentati non implica automaticamente che tale crescita sia il risultato diretto delle scelte dell’esecutivo.

L’aumento degli occupati, infatti, è iniziato prima dell’insediamento del governo e fa parte di una dinamica che da anni interessa quasi tutti i Paesi dell’Unione europea. In alcuni Stati membri, peraltro, il numero degli occupati è cresciuto anche più che in Italia, il cui tasso di occupazione rimane il più basso dell’intera Ue.

Va inoltre osservato che la crescita degli occupati in Italia riguarda soprattutto le fasce di popolazione più anziane, nelle quali sono più diffusi i contratti a tempo indeterminato. In parte – ha sottolineato ISTAT in diversi rapporti – questo fenomeno è legato anche alle politiche che hanno innalzato l’età pensionabile.

Il taglio delle tasse

«Non abbiamo aumentato le tasse, ma le abbiamo abbassate»

È vero che il governo Meloni è intervenuto per abbassare alcune imposte. Per esempio, dal 2025 ha reso permanente la riduzione da quattro a tre del numero delle aliquote dell’IRPEF, la principale imposta che i contribuenti pagano sui propri redditi.

Allo stesso tempo, però, il governo e i partiti che lo sostengono hanno alzato anche varie imposte, tra cui alcune sulla casa.

Lo stesso governo ha scritto nei documenti di previsione economica che tra il 2023 e il 2024 la pressione fiscale è aumentata, e crescerà ancora nel 2025, seppure di poco. La pressione fiscale è l’indicatore è il rapporto tra l’intero ammontare delle imposte e dei contributi versati allo Stato da cittadini e imprese, e il Prodotto interno lordo (PIL). Un aumento della pressione fiscale, come quello registrato nel 2024, indica che è aumentato il peso delle tasse e dei contributi versati dai contribuenti sul reddito nazionale. In parole semplici, si sono pagate in media più tasse in percentuale sul reddito prodotto.

Le risorse per la sanità

«Abbiamo previsto stanziamenti record per la sanità»

Nel 2025, grazie all’ultima legge di Bilancio, il finanziamento del Servizio sanitario nazionale supererà i 135 miliardi di euro, la cifra più alta mai registrata.

Occorre però fare due precisazioni per contestualizzare meglio la dichiarazione. La prima: salvo rare eccezioni, dal 2001 in poi il finanziamento del Servizio sanitario nazionale è sempre cresciuto di anno in anno. 

La seconda: le cifre indicate fanno riferimento a valori nominali, cioè calcolati ai prezzi correnti dell’anno a cui si riferiscono. In altre parole, non tengono conto dell’inflazione, cioè dell’aumento generale dei prezzi.

L’occupazione al Sud

«I dati diffusi ieri dall’ISTAT sull’occupazione, che fotografano il più alto tasso di occupazione nel Mezzogiorno dal 2004, cioè degli ultimi 20 anni»

È vero: secondo ISTAT, nel secondo trimestre del 2025 il tasso di occupazione nelle regioni del Mezzogiorno era del 50,1 per cento, la percentuale più alta dal 2004, ossia da quando sono disponibili questi dati.

Il costo degli asili nido

«Abbiamo reso di fatto l’asilo nido gratuito per il secondo figlio, per le famiglie che hanno ISEE fino a 40 mila euro»

Con la legge di Bilancio per il 2024, il governo ha aumentato il “bonus asilo nido” per le famiglie che avevano già un figlio e un ISEE fino a 40 mila euro, portandolo a un massimo di 3.600 euro. 

Come ha spiegato l’Ufficio parlamentare di bilancio – un organismo indipendente che vigila sui conti pubblici italiani – questo non significa che «di fatto» l’asilo nido per i secondi figli è diventato gratuito. In molte città, tra cui Roma, Milano e Bologna, il “bonus asili nido” – sebbene sia stato aumentato – non permette di coprire l’intera retta mensile per l’asilo nido in tutte le famiglie fino a 40 mila euro di ISEE.

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