Sull’educazione sessuale a scuola il Parlamento è ancora fermo

Da ottobre 2022 a oggi i partiti di opposizione hanno presentato quattro proposte di legge, molto diverse da quelle avanzate dai parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia
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Dopo oltre un anno dall’inizio della legislatura, a causa delle divisioni tra i partiti è ancora fermo il percorso in Parlamento per introdurre l’educazione sessuale nelle scuole. Sul tema i partiti di opposizione hanno presentato due disegni di legge in Senato e due proposte di legge alla Camera dei deputati, ma finora non ci sono stati significativi sviluppi nell’esame dei quattro testi. Tra i partiti che sostengono il governo Meloni, invece, alcuni esponenti della Lega e una senatrice di Fratelli d’Italia vorrebbero introdurre a scuola rispettivamente l’educazione «alle pari opportunità femminili» e l’educazione «emotivo-sentimentale», senza dunque nominare l’educazione sessuale. 

Ma vediamo che cosa dicono più nel dettaglio le proposte presentate dai parlamentari.

La proposta del PD

Il Partito Democratico è l’unico partito ad aver depositato un testo sia al Senato sia alla Camera. La proposta, identica in entrambe le aule, chiede di introdurre «l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione». Se la legge fosse approvata, il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbe realizzare le linee guida da seguire per insegnare nelle scuole, dalle elementari alle superiori, l’educazione «alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere» e l’educazione «all’affettività, alla sessualità e alla salute riproduttiva, alla soluzione non violenta dei conflitti interpersonali, alla prevenzione della violenza e di tutte le discriminazioni e al contrasto dei discorsi di odio». La scrittura delle linee guida avverrebbe dopo una consultazione aperta, con il coinvolgimento dei rappresentanti degli studenti, dei genitori, dei sindacati e delle associazioni attive nel contrasto della violenza di genere. 

Nelle intenzioni del PD, i contenuti insegnati dovranno essere «adeguati all’età e al grado di maturità fisica e psicologica degli alunni e degli studenti», e gli insegnanti delle scuole dovranno essere formati sui temi da trattare in classe. Il tutto, però, avverrebbe senza nuovi costi per lo Stato: in pratica le scuole dovrebbero usare le risorse e il numero di insegnanti già oggi a loro disposizione.

La legge delega del Movimento 5 Stelle

A inizio legislatura il Movimento 5 Stelle ha presentato alla Camera una proposta di legge delega per introdurre l’educazione «affettiva e sessuale» non solo in tutte le scuole, ma anche all’università. La proposta del partito guidato da Giuseppe Conte è dunque di tracciare una serie di principi generali a cui il governo dovrebbe attenersi per strutturare nelle scuole insegnamenti finalizzati «alla crescita e alla maturazione psico-affettiva e sociorelazionale degli studenti, improntata alla conoscenza e al rispetto di sé e dell’altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere». 

In totale i principi indicati dal Movimento 5 Stelle sono 15 e potrebbero essere modificati nel caso in cui il testo fosse esaminato e modificato prima dalle commissioni parlamentari e poi dall’aula della Camera.

Tra i partiti di opposizione, anche Sinistra Italiana ha presentato il 21 novembre 2023 un disegno di legge per l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, il cui testo però non è ancora disponibile. Non sono state invece depositate proposte in questa direzione da Azione, Italia Viva e Più Europa.

Che cosa pensano i partiti al governo

Come anticipato, in Parlamento sono state avanzate anche due proposte da Lega e Fratelli d’Italia, che però non usano l’espressione “educazione sessuale”. 

La proposta del partito di Matteo Salvini, a prima firma della deputata Laura Ravetto, chiede di introdurre l’educazione alle pari opportunità femminili all’interno del già esistente insegnamento dell’educazione civica. Secondo la proposta della Lega, l’educazione civica deve essere finalizzata «alla crescita educativa, culturale ed emotiva dei giovani in materia di rispetto, di non oggettificazione e di emancipazione delle donne». In una recente intervista con la Repubblica, Ravetto ha spiegato perché la sua proposta non prevede l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola. «Noi del centrodestra riteniamo che l’educazione alla sessualità a quell’età sia un dovere dei genitori. E poiché sappiamo che per diverse ragioni le opposizioni su questo non sono d’accordo, ho preferito perimetrare la proposta di legge su ciò che potrebbe unire e non dividere: il rispetto della donna», ha dichiarato la deputata della Lega. 

Il disegno di legge depositato a marzo in Senato dalla senatrice di Fratelli d’Italia Giulia Cosenza è invece più specifico ed è intitolato: “Introduzione dell’insegnamento dell’educazione emotivo-sentimentale nei programmi scolastici del sistema educativo di istruzione e di formazione, al fine di contrastare il fenomeno del femminicidio”. Secondo Cosenza, l’educazione emotivo-sentimentale dovrebbe essere finalizzata a una conoscenza circoscritta, ossia alla conoscenza «della complementarietà tra uomo e donna e allo svi­luppo di un rapporto tra i due sessi impron­tato ai valori del rispetto». L’obiettivo è quello di ridurre il numero di donne vittime di omicidio, definito da Cosenza un fenomeno «culturale» e «atavico».

A oggi nessuna di queste proposte ha avviato il suo esame nelle commissioni parlamentari. Ricordiamo che un disegno o una proposta di legge, per essere approvati definitivamente, devono prima essere approvati dalle commissioni e poi dalle aule di Camera e Senato, nello stesso identico testo. Gran parte delle proposte di legge presentate da parlamentari finiscono comunque in un nulla di fatto. Nella scorsa legislatura, durata dal 2018 al 2022, il Parlamento ha approvato solo 62 leggi sulle oltre 5.500 proposte presentate dai parlamentari, ossia l’1 per cento.

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