Alla fine Petrocelli è stato sostituito alla presidenza della Commissione Esteri del Senato

Al suo posto è stata eletta Stefania Craxi di Forza Italia, con i voti non solo del centrodestra
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
Il 18 maggio la Commissione Esteri del Senato ha eletto come sua nuova presidente Stefania Craxi, figlia dell’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi. La senatrice di Forza Italia prende così il posto di Vito Petrocelli, da settimane al centro del dibattito politico per le sue posizioni vicine alla Russia. Tra le altre cose, il senatore, la cui espulsione dal Movimento 5 stelle è stata annunciata lo scorso 24 aprile, aveva augurato una buona Festa della Liberazione usando la lettera “Z” maiuscola, simbolo dell’invasione russa in Ucraina. 

Quella che sembra essere una questione tutta interna al Senato in realtà sta avendo anche risvolti sui rapporti tra i partiti che sostengono il governo guidato da Mario Draghi.

Come è andato il voto in commissione

Secondo i resoconti ufficiali del Senato, la Commissione Esteri si è riunita nella mattina del 18 maggio per eleggere il nuovo presidente, dopo che lo scorso 10 maggio la Giunta per il regolamento del Senato, l’organo che si occupa delle regole interne di Palazzo Madama, aveva deciso di sciogliere la commissione, dove si erano dimessi 20 membri su 22. Le regole del Senato non prevedono infatti che un presidente di una commissione possa essere rimosso con il voto dei suoi membri.

Alla votazione hanno partecipato 22 senatori – i nuovi membri indicati dai partiti venerdì 13 maggio – che rappresentano in proporzione gli schieramenti presenti nell’aula del Senato. Curiosità: il leader della Lega Matteo Salvini era assente ed è stato sostituito dal compagno di partito Roberto Calderoli.

In una prima votazione, Craxi ha preso 11 voti, mentre Ettore Licheri, il candidato del Movimento 5 stelle, nove. Le schede bianche sono state due, dunque in base al regolamento del Senato nessun candidato ha raggiunto la maggioranza necessaria per essere eletto. La seconda votazione è stata poi quella valida: qui Craxi ha preso 12 voti, Licheri nove, mentre il numero delle schede bianche è sceso a uno.

Non è possibile sapere quali senatori hanno votato per quali candidati: i resoconti delle commissioni non indicano infatti le preferenze espresse dai loro membri. Bisogna così affidarsi alle dichiarazioni pubbliche fatte dai senatori che hanno partecipato al voto e al loro partito di riferimento. Pierferdinando Casini, membro del gruppo parlamentare per le autonomie, ha dichiarato di essersi astenuto. In base ai rapporti in Parlamento, Licheri poteva contare su nove voti, prendendo in considerazione i membri del Movimento 5 stelle e del Partito democratico, così come i partiti di centrodestra. È probabile che i voti decisivi siano arrivati dal senatore a vita Mario Monti, Fabio Di Micco e Emanuele Dessì (ex M5s) e Giuseppe Cucca (Italia viva), o da qualche membro del M5s e del Pd.

La reazione di Conte

Il presidente del M5s Giuseppe Conte ha subito criticato la decisione di eleggere Craxi al posto di Petrocelli, sebbene le regole del Senato non prevedono che il ruolo di nuovo presidente vada allo stesso partito che esprimeva il presidente uscente. «Il voto di oggi in Commissione Esteri certifica che l’attuale maggioranza di governo esiste solo sulla carta, non nella realtà del confronto quotidiano», ha scritto Conte su Facebook. «Oggi registriamo che di fatto si è formata una nuova maggioranza che spazia da Fratelli d’Italia fino ad Italia Viva: sono stati violati patti, regole e percorsi condivisi».

Secondo la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che è all’opposizione del governo Draghi, quello di Conte sarebbe un «patetico» tentativo di «giocare tutti i ruoli in commedia: ben incollati alle poltrone di governo, ma cercando disperatamente per passare anche per opposizione».

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