Un sistema di scrittura che assisterà i parlamentari nella preparazione degli emendamenti alle proposte di legge, un’assistente virtuale per l’analisi della produzione legislativa e un chatbot per facilitare l’accesso dei cittadini alle attività dei deputati. Sono questi i primi tre progetti per sfruttare l’intelligenza artificiale in ambito parlamentare che la Camera ha presentato lo scorso 9 luglio. I progetti si chiamano rispettivamente MSE, NORMA e DEPUCHAT, e diventeranno operativi entro la fine del 2025. Secondo le ricostruzioni di Pagella Politica, quest’anno la Camera ha deliberato un investimento aggiuntivo di circa 500 mila euro per i progetti legati all’intelligenza artificiale, che ha contribuito ad aumentare la spesa complessiva per le attrezzature informatiche. Quest’ultima arriverà infatti a circa 10,4 milioni di euro, oltre un milione in più rispetto al 2024.
«La democrazia si trova a confrontarsi con nuovi sviluppi tecnologici, che sono anche nuovi meccanismi di potere e non può farlo restando ferma», ha detto la vicepresidente della Camera Anna Ascani (Partito Democratico) durante l’evento di presentazione dei progetti, a cui hanno partecipato gli esperti che hanno collaborato alla creazione dei sistemi di intelligenza artificiale e i deputati del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, un organo di controllo parlamentare composto da 12 deputati. Come ha spiegato Ascani, il Comitato di vigilanza ha condotto un’indagine conoscitiva per comprendere il fenomeno dell’intelligenza artificiale «dalla quale sono emersi una serie di spunti, che oggi costituiscono una vera e propria costellazione di conoscenze che può guidarci a capire le sfide dell’intelligenza artificiale con uno sguardo critico e costruttivo». Le indagini conoscitive consistono in una serie di audizioni che permettono alle commissioni di acquisire notizie, informazioni e documentazioni su materie di loro competenza. In concreto queste indagini corrispondono di solito a un ciclo di audizioni che può durare molti mesi, al termine del quale viene approvato un documento conclusivo che i parlamentari possono utilizzare per formulare proposte di legge o intraprendere altre iniziative. «Al termine dell’indagine conoscitiva il Comitato di vigilanza ha quindi promosso una manifestazione di interesse rivolta a studiosi, ricercatori, università ed enti di ricerca con l’obiettivo di integrare gli strumenti dell’intelligenza artificiale nei processi dell’attività parlamentare, per potenziarne l’efficacia e al contempo mitigarne i rischi», ha aggiunto Ascani.
La manifestazione di interessi è stata lanciata il 14 febbraio 2024 e la Camera ha chiesto ai soggetti che si sarebbero resi disponibili di sviluppare idee per aiutare i parlamentari a raccogliere informazioni di supporto alla loro attività, nella scrittura delle proposte di legge e di atti di indirizzo e di controllo, come le mozioni e gli ordini del giorno, e per raccontare meglio l’attività dei parlamentari stessi ai cittadini. Esperti, enti di ricerca e università interessate dovevano inviare alla Camera entro il 31 maggio 2024 una descrizione dello strumento, illustrandone le caratteristiche e i benefici attesi; uno studio preliminare per descrivere le tecnologie utilizzate per la realizzazione dello strumento proposto; un’analisi di fattibilità; strumenti di misurazione dei risultati; e la realizzazione di un prototipo.
«La democrazia si trova a confrontarsi con nuovi sviluppi tecnologici, che sono anche nuovi meccanismi di potere e non può farlo restando ferma», ha detto la vicepresidente della Camera Anna Ascani (Partito Democratico) durante l’evento di presentazione dei progetti, a cui hanno partecipato gli esperti che hanno collaborato alla creazione dei sistemi di intelligenza artificiale e i deputati del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, un organo di controllo parlamentare composto da 12 deputati. Come ha spiegato Ascani, il Comitato di vigilanza ha condotto un’indagine conoscitiva per comprendere il fenomeno dell’intelligenza artificiale «dalla quale sono emersi una serie di spunti, che oggi costituiscono una vera e propria costellazione di conoscenze che può guidarci a capire le sfide dell’intelligenza artificiale con uno sguardo critico e costruttivo». Le indagini conoscitive consistono in una serie di audizioni che permettono alle commissioni di acquisire notizie, informazioni e documentazioni su materie di loro competenza. In concreto queste indagini corrispondono di solito a un ciclo di audizioni che può durare molti mesi, al termine del quale viene approvato un documento conclusivo che i parlamentari possono utilizzare per formulare proposte di legge o intraprendere altre iniziative. «Al termine dell’indagine conoscitiva il Comitato di vigilanza ha quindi promosso una manifestazione di interesse rivolta a studiosi, ricercatori, università ed enti di ricerca con l’obiettivo di integrare gli strumenti dell’intelligenza artificiale nei processi dell’attività parlamentare, per potenziarne l’efficacia e al contempo mitigarne i rischi», ha aggiunto Ascani.
La manifestazione di interessi è stata lanciata il 14 febbraio 2024 e la Camera ha chiesto ai soggetti che si sarebbero resi disponibili di sviluppare idee per aiutare i parlamentari a raccogliere informazioni di supporto alla loro attività, nella scrittura delle proposte di legge e di atti di indirizzo e di controllo, come le mozioni e gli ordini del giorno, e per raccontare meglio l’attività dei parlamentari stessi ai cittadini. Esperti, enti di ricerca e università interessate dovevano inviare alla Camera entro il 31 maggio 2024 una descrizione dello strumento, illustrandone le caratteristiche e i benefici attesi; uno studio preliminare per descrivere le tecnologie utilizzate per la realizzazione dello strumento proposto; un’analisi di fattibilità; strumenti di misurazione dei risultati; e la realizzazione di un prototipo.