La Camera spenderà mezzo milione di euro per aiutare i deputati con l’intelligenza artificiale

Quest’anno la spesa in attrezzature informatiche aumenterà per supportare i parlamentari nella scrittura degli emendamenti e dare più informazioni ai cittadini
Deputati del Movimento 5 Stelle in aula al computer nella diciasettesima legislatura – Fonte: ANSA
Deputati del Movimento 5 Stelle in aula al computer nella diciasettesima legislatura – Fonte: ANSA
Un sistema di scrittura che assisterà i parlamentari nella preparazione degli emendamenti alle proposte di legge, un’assistente virtuale per l’analisi della produzione legislativa e un chatbot per facilitare l’accesso dei cittadini alle attività dei deputati. Sono questi i primi tre progetti per sfruttare l’intelligenza artificiale in ambito parlamentare che la Camera ha presentato lo scorso 9 luglio. I progetti si chiamano rispettivamente MSE, NORMA e DEPUCHAT, e diventeranno operativi entro la fine del 2025. Secondo le ricostruzioni di Pagella Politica, quest’anno la Camera ha deliberato un investimento aggiuntivo di circa 500 mila euro per i progetti legati all’intelligenza artificiale, che ha contribuito ad aumentare la spesa complessiva per le attrezzature informatiche. Quest’ultima arriverà infatti a circa 10,4 milioni di euro, oltre un milione in più rispetto al 2024.

«La democrazia si trova a confrontarsi con nuovi sviluppi tecnologici, che sono anche nuovi meccanismi di potere e non può farlo restando ferma», ha detto la vicepresidente della Camera Anna Ascani (Partito Democratico) durante l’evento di presentazione dei progetti, a cui hanno partecipato gli esperti che hanno collaborato alla creazione dei sistemi di intelligenza artificiale e i deputati del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, un organo di controllo parlamentare composto da 12 deputati. Come ha spiegato Ascani, il Comitato di vigilanza ha condotto un’indagine conoscitiva per comprendere il fenomeno dell’intelligenza artificiale «dalla quale sono emersi una serie di spunti, che oggi costituiscono una vera e propria costellazione di conoscenze che può guidarci a capire le sfide dell’intelligenza artificiale con uno sguardo critico e costruttivo». Le indagini conoscitive consistono in una serie di audizioni che permettono alle commissioni di acquisire notizie, informazioni e documentazioni su materie di loro competenza. In concreto queste indagini corrispondono di solito a un ciclo di audizioni che può durare molti mesi, al termine del quale viene approvato un documento conclusivo che i parlamentari possono utilizzare per formulare proposte di legge o intraprendere altre iniziative. «Al termine dell’indagine conoscitiva il Comitato di vigilanza ha quindi promosso una manifestazione di interesse rivolta a studiosi, ricercatori, università ed enti di ricerca con l’obiettivo di integrare gli strumenti dell’intelligenza artificiale nei processi dell’attività parlamentare, per potenziarne l’efficacia e al contempo mitigarne i rischi», ha aggiunto Ascani.

La manifestazione di interessi è stata lanciata il 14 febbraio 2024 e la Camera ha chiesto ai soggetti che si sarebbero resi disponibili di sviluppare idee per aiutare i parlamentari a raccogliere informazioni di supporto alla loro attività, nella scrittura delle proposte di legge e di atti di indirizzo e di controllo, come le mozioni e gli ordini del giorno, e per raccontare meglio l’attività dei parlamentari stessi ai cittadini. Esperti, enti di ricerca e università interessate dovevano inviare alla Camera entro il 31 maggio 2024 una descrizione dello strumento, illustrandone le caratteristiche e i benefici attesi; uno studio preliminare per descrivere le tecnologie utilizzate per la realizzazione dello strumento proposto; un’analisi di fattibilità; strumenti di misurazione dei risultati; e la realizzazione di un prototipo.
La vicepresidente della Camera Anna Ascani – Fonte: ANSA
La vicepresidente della Camera Anna Ascani – Fonte: ANSA

Il chatbot per la creazione degli emendamenti

Nei mesi successivi, il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera ha poi esaminato le richieste presentate e ha selezionato i primi tre progetti, a cui non è escluso se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi.

Uno dei progetti si chiama MSE (acronimo che sta per “Macchina scrittura emendamenti”) ed è stato sviluppato dal Consorzio interuniversitario Alma Human AI dell’Università di Bologna, con la collaborazione dell’Università LUISS, del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Università di Verona e dell’Università di Torino. MSE è un chatbot, ossia un programma in grado di interagire con gli utenti attraverso il linguaggio naturale, sia scritto che parlato, per rispondere a domande, fornire informazioni ed eseguire specifiche attività. In particolare, MSE è un chatbot pensato per aiutare i parlamentari nella scrittura degli emendamenti, ossia le proposte di modifica che deputati, senatori e il governo stesso possono presentare a un progetto di legge durante la discussione parlamentare, sia in commissione che in assemblea. Come si legge nello studio condotto dal Comitato di vigilanza sull’uso dell’intelligenza artificiale nei parlamenti, non è la prima volta che la Camera utilizza questa tecnologia nell’ambito degli emendamenti. Già oggi la Camera usa l’intelligenza artificiale per creare e ordinare i fascicoli degli emendamenti presentati dai deputati, che vengono poi pubblicati nelle schede tecniche dei provvedimenti sul sito della Camera, facilitando il lavoro degli uffici legislativi. 

Da questo punto di vista, il nuovo chatbot MSE si rivolge invece più nello specifico ai parlamentari. «A MSE i parlamentari potranno chiedere di elaborare direttamente il testo dell’emendamento che desiderano. Il chatbot avrà a disposizione il testo della progetto di legge e tutta la serie di audizioni di esperti fatte durante l’esame in commissioni e, incrociando tra loro i documenti, fornirà il testo dell’emendamento già scritto nel linguaggio tecnico richiesto per questo tipo di atto», ha spiegato a Pagella Politica il deputato del PD Stefano Vaccari, segretario dell’ufficio di presidenza della Camera e tra i componenti del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione. Le audizioni parlamentari si svolgono all’inizio dell’esame in commissione di un provvedimento: una serie di esperti viene chiamata a tenere una relazione su uno o più aspetti del progetto di legge, suggerendo eventualmente quali sono i punti su cui sarebbe necessario presentare degli emendamenti. Come ha spiegato Vaccari, il chatbot sarà in grado di incrociare le richieste di modifica dei parlamentari con i suggerimenti degli esperti e genererà i testi degli emendamenti con un linguaggio corretto dal punto di vista formale.

MSE potrebbe aiutare a velocizzare l’attività dei parlamentari, ma anche quella degli uffici tecnici, che di solito sono impegnati a verificare la correttezza formale delle proposte presentate dai deputati. Il chatbot dovrebbe diventare ufficialmente operativo entro la fine del 2025 e al momento, come ha spiegato il questore della Camera Filippo Scerra, deputato del Movimento 5 Stelle, il sistema è a disposizione dei gruppi parlamentari in via sperimentale. I questori sono i deputati che si occupano di garantire l’ordine in aula e di predisporre ogni anno il bilancio della Camera.

Non è la prima volta che la tecnologia viene applicata alla produzione degli emendamenti. Nel 2015 l’allora senatore della Lega Roberto Calderoli – oggi ministro per gli Affari regionali del governo Meloni – aveva sperimentato insieme ad altri colleghi di partito un algoritmo che consentiva di presentare migliaia di emendamenti a uno stesso progetto di legge. In quel caso l’algoritmo permetteva ai parlamentari leghisti di presentare emendamenti simili tra loro, che variavano solo per alcune parole, ed erano usati come forma di “ostruzionismo”. Questa è la pratica messa in atto di solito dai parlamentari di opposizione per rallentare i tempi dei lavori parlamentari per opporsi all’attività del governo.
L’allora senatore Roberto Calderoli insieme ai colleghi della Lega con i pacchi di emendamenti presentati alla riforma delle legge elettorale proposta dal governo Renzi – Fonte: ANSA
L’allora senatore Roberto Calderoli insieme ai colleghi della Lega con i pacchi di emendamenti presentati alla riforma delle legge elettorale proposta dal governo Renzi – Fonte: ANSA

L’assistente virtuale sulle leggi e la chat sui deputati

Entro il 2025 dovrebbe diventare operativo anche NORMA, l’assistente virtuale sulla produzione legislativa. Il progetto è stato presentato e sviluppato dal Politecnico di Milano, dall’Istituto Einaudi di economia e finanza e dallo studio legale LegisLAB.

«La proposta premiata è stata sviluppata con una soluzione che prevede l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a supporto dell’Osservatorio sulla legislazione della Camera, quindi che mira alla raccolta e all’elaborazione dei dati e delle statistiche sulla produzione legislativa del Parlamento», ha raccontato la deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari durante la presentazione del progetto. L’Osservatorio sulla legislazione della Camera scrive il rapporto annuale sulla legislazione, un documento statistico sulle leggi approvate ogni anno dal Parlamento, con confronti con gli altri principali Paesi europei e con informazioni sulla produzione legislativa delle regioni. 

«L’assistente virtuale è in grado di rispondere alle domande principali sulla produzione legislativa e a elaborare sia risposte testuali sia sotto forma di grafici e tabelle, fornendo anche i link di rimando alle leggi tratte dal sito della Camera e da Normattiva», ha aggiunto Tassinari. Normattiva è la banca dati ufficiale della produzione legislativa italiana, contenente tutti gli atti e le leggi approvati nel nostro Paese. NORMA sarà un supporto all’Osservatorio sulla legislazione, ma anche ai cittadini, che potranno accedervi dal sito della Camera. Per esempio, come ha spiegato Tassinari, a NORMA si potrà chiedere di fornire richieste molto elaborate, che un cittadino qualunque farebbe fatica a reperire autonomamente sul sito della Camera, come per esempio le cinque leggi approvate nel corso della legislatura con il numero più alto di emendamenti.

Sempre entro fine anno dovrebbe essere operativo anche DEPUCHAT, il terzo progetto di intelligenza artificiale, in questo caso rivolto specificamente ai cittadini. Il progetto è stato sviluppato dall’Università degli studi di Roma Tre e dall’Università di Firenze, e consentirà ai cittadini di esplorare l’attività dei singoli deputati in modo immediato. «L’obiettivo è di garantire trasparenza e comunicazione con i cittadini, di implementare e dare ogni possibilità di approfondimento sull’attività dei parlamentari», ha spiegato la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo durante la presentazione del progetto. DEPUCHAT recupererà le informazioni dei parlamentari dalle schede personali pubblicate sul sito della Camera e fornirà risposte alle domande dei cittadini sull’attività di ciascun parlamentare. Per esempio, si potrà chiedere a DEPUCHAT di fornire tutti i progetti di legge presentati dai deputati su un determinato tema, oppure quante volte un parlamentare ha fatto un discorso in aula su un argomento specifico. «Quello che non si può fare è avere risposte sulla sfera personale, perché il sistema è approfondito ma volutamente limitato all’attività parlamentare», ha precisato Cavo.

I costi

Quest’anno lo sviluppo dei progetti sull’intelligenza artificiale contribuirà ad aumentare la spesa annuale della Camera per le attrezzature informatiche e i software. 

Più nel dettaglio, secondo il nuovo progetto di bilancio per il 2025, quest’anno la spesa prevista per attrezzature informatiche e software sarà di circa 10,4 milioni di euro, in aumento di 1,1 milioni rispetto a quella registrata nel 2024 (9,3 milioni di euro). Il nuovo progetto di bilancio per quest’anno e il conto consuntivo relativo al 2024 sono stati approvati dall’ufficio di presidenza della Camera lo scorso 8 luglio e saranno esaminati in aula tra il 18 e il 24 luglio. 

Nel complesso, la spesa per le attrezzature informatiche e i software corrisponde a poco più dell’1 per cento delle spese complessive della Camera, che nel 2025 saranno pari a circa 980 milioni di euro. Per fare un confronto, al primo posto tra le voci di spesa c’è quella per le pensioni degli ex dipendenti della Camera, che ammonta a circa 330 milioni di euro (circa il 33 per cento del totale), mentre la spesa per le indennità e rimborsi dei deputati è pari a circa 90 milioni di euro (9 per cento). 

Tornando alle spese informatiche, quest’anno l’aumento della spesa per le attrezzature è dovuto in parte proprio agli investimenti nell’intelligenza artificiale. Come si legge nella relazione sull’assestamento delle spese del progetto di bilancio per il 2025, esaminato dall’ufficio di presidenza della Camera lo scorso 8 luglio e visionato da Pagella Politica, ad aprile il Collegio dei questori ha deliberato un incremento di spesa pari a 438 mila euro per lo sviluppo dei progetti legati all’intelligenza artificiale. A questi si aggiungono poi circa 300 mila euro di spesa aggiuntiva stabiliti a febbraio per lo sviluppo di altre applicazioni informatiche che saranno utilizzate dagli uffici legislativi.

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