L’importanza delle indagini conoscitive nei lavori del Parlamento

Al Senato e alla Camera le commissioni possono svolgere approfondimenti su temi specifici. Che peso hanno queste attività nei lavori delle aule? Lo abbiamo chiesto ad alcuni deputati e senatori
Ansa
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In oltre un anno dall’inizio della legislatura le commissioni parlamentari hanno avviato in media due indagini conoscitive al mese su svariati temi. Le commissioni parlamentari sono piccole assemblee interne alla Camera e al Senato che non hanno solo il compito di esaminare per la prima volta i progetti di legge, ma anche quello di svolgere approfondimenti specifici su determinate questioni. Le indagini conoscitive sono procedure che permettono alle commissioni di acquisire notizie, informazioni e documentazioni su materie di loro competenza. In concreto queste indagini consistono di solito in un ciclo di audizioni che può durare molti mesi, al termine del quale viene approvato un documento conclusivo.

Finora le indagini conoscitive delle commissioni parlamentari si sono occupate dei temi più disparati: dalle intercettazioni all’intelligenza artificiale, passando per la mobilità sostenibile, il Made in Italy e la situazione dei pronto soccorso. Ma che risultati stanno producendo queste indagini? Lo abbiamo chiesto direttamente ai deputati e senatori che ci lavorano.

Qualche numero 

Le indagini conoscitive si svolgono in apposite sedute all’interno delle singole commissioni, a cui partecipano ministri, funzionari ministeriali e amministratori di enti pubblici, e dove possono essere invitati rappresentanti di enti territoriali o di associazioni di categoria, o persone esperte nella materia in esame. 

In base alle verifiche di Pagella Politica, dal 13 ottobre 2022 al 18 dicembre 2023 le indagini conoscitive che si sono svolte o sono ancora in corso nelle commissioni permanenti sono 29, di cui 11 in Senato. Qui la Commissione Giustizia, presieduta dalla senatrice della Lega Giulia Bongiorno, ne ha aperte tre, il numero più alto: una sulle intercettazioni, una sul reato di diffamazione e una sull’intelligenza artificiale. Le commissioni della Camera hanno invece aperto 18 indagini conoscitive. La Commissione Affari esteri, presieduta dall’ex ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, eletto in Parlamento con Fratelli d’Italia, è quella che ha avviato più indagini, quattro: sul commercio internazionale, sull’«interesse nazionale», sui «risvolti geopolitici connessi all’approvvigionamento delle cosiddette “terre rare”», sulla «proiezione dell’Italia e dei Paesi europei nell’indo-pacifico» e sulla «promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni». Tutte queste attività risultano ancora in corso.

La centralità del Parlamento 

«Io credo molto nelle indagini conoscitive come attività propedeutica e parlamentare di supporto al governo. Spesso si parla di Parlamento esautorato ma le indagini conoscitive possono riportarlo alla sua centralità», ha spiegato a Pagella Politica Alberto Gusmeroli, deputato della Lega e presidente della Commissione Attività produttive alla Camera.    

Da febbraio a maggio 2023 la commissione presieduta da Gusmeroli ha svolto un’indagine conoscitiva sul Made in Italy. Al termine di questa attività è stato approvato un documento conclusivo, consegnato poi al governo, che secondo il deputato della Lega è stato utilizzato «per la stesura della legge sul Made in Italy e sull’anti-contraffazione». «Temi come il liceo del Made in Italy e il “Fondo sovrano”, grazie al lavoro della commissione sono entrati in questo progetto di legge che verrà approvato dal Parlamento entro la fine dell’anno», ha aggiunto Gusmeroli. La Commissione Attività produttive ha poi avviato un’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale per «fornire al governo gli elementi per tradurli in una buona legge». Secondo Gusmeroli «spesso buone idee non si traducono in buone leggi perché manca l’ascolto, che è fondamentale, di chi tutti i giorni lavora, opera o deve applicare le leggi».   

Le indagini conoscitive «servono alle commissioni per acquisire informazioni e dati, e avere un po’ il quadro su argomenti sui quali possono essere chiamate a legiferare», ha spiegato Alfredo Bazoli, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Giustizia al Senato. Secondo Bazoli «uno dei limiti che abbiamo nella nostra attività è che molto spesso siamo costretti a legiferare in tempi piuttosto compressi: non sempre c’è una consapevolezza chiara dei temi». L’indagine conoscitiva «offre l’opportunità di avere una conoscenza più completa delle questioni su cui poi si deve intervenire normativamente»

In Commissione Giustizia al Senato la proposta di avviare un’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale è stata avanzata proprio dal senatore del Partito Democratico: «L’ho proposta perché l’intelligenza artificiale è un’innovazione tecnologica con la quale saremo chiamati a fare i conti in tempi brevissimi. In parte è già entrata nelle nostre vite e sarà sempre più presente in tutti gli ambiti». Per Bazoli l’intelligenza artificiale avrà «un impatto particolarmente importante e delicato sulla giurisdizione, sull’amministrazione del diritto» perché «ci sono strumenti che potranno essere utilizzati dai giudici e dagli avvocati sui quali bisogna interrogarsi».

Un momento di confronto

Le indagini conoscitive «servono sia al governo per avere un quadro e poter legiferare, sia all’opposizione per evidenziare punti di vista che magari sfuggono alla maggioranza. Le audizioni infatti possono essere proposte anche dai membri delle opposizioni», ha spiegato a Pagella Politica Luca De Carlo (Fratelli d’Italia), presidente della Commissione Industria al Senato. La commissione presieduta da De Carlo sta svolgendo due indagini conoscitive, di cui una riguarda gli effetti del cambiamento climatico in agricoltura. «Faremo delle sintesi e raccoglieremo tutti i documenti», ha detto De Carlo. «Noi vorremmo tenere permanentemente aperta questa indagine conoscitiva, per adattarla con l’evoluzione delle ricerche e quindi degli strumenti che abbiamo a disposizione». Nello specifico, durante queste indagini i parlamentari ascoltano diversi soggetti come centri di ricerca, associazioni ed enti rappresentativi del tema d’indagine. Durante le audizioni è possibile fare domande per approfondire temi particolari e al termine dell’incontro i soggetti lasciano dei documenti nei quali sono elencate tutte le criticità o gli strumenti utili al legislatore che sono stati individuati.

Secondo il presidente della Commissione Affari sociali alla Camera Ugo Cappellacci (Forza Italia) «la più grande utilità dell’indagine conoscitiva» sta nella possibilità di «avere su un argomento un quadro più chiaro e ampio possibile della situazione attuale e dei possibili scenari». La commissione presieduta da Cappellacci sta svolgendo un’indagine conoscitiva sui pronto soccorso e la medicina d’urgenza, un’attività portata avanti «in vista di una legge di riforma», ha detto a Pagella Politica il deputato. Per Cappellacci si tratta di «un’indagine finalizzata da un lato a fotografare il quadro attuale e tutte le criticità, dall’altro a raccogliere tutti gli spunti che chi vive quotidianamente queste situazioni è in grado di dare nel modo più completo ed efficace possibile». L’obiettivo è «arrivare poi a un documento finale che dia il quadro della situazione attuale e delle possibili soluzioni per il futuro». 

«Su questioni tecniche come quelle dei trasporti o quelle dell’energia avere un parere di esperti della materia può aiutare a uscire fuori dall’ideologizzazione delle politiche da portare avanti», ha spiegato a Pagella Politica Francesca Ghirra, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra in Commissione Trasporti alla Camera. Da diversi mesi Ghirra sta seguendo da vicino le audizioni dell’indagine conoscitiva sulle «prospettive della mobilità verso il 2030». «L’obiettivo della commissione è riuscire a individuare dei criteri in modo da poter interloquire con l’Europa per creare il diritto alla mobilità», ha rilevato la deputata, secondo cui «ci saranno sicuramente delle proposte normative» al termine dell’indagine conoscitiva. Per Ghirra l’attività svolta dalla Commissione Trasporti può rivelarsi utile per gli stessi parlamentari. «Avere un’opinione terza toglie dalla logica dello scontro politico alcune questioni che di ideologico non hanno nulla. Sono temi che bisogna affrontare chiaramente per garantire un futuro di sviluppo ai nostri territori».

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