«Bisogna in primo luogo aumentare, triplicandole almeno, il numero di firme necessarie per promuovere i referendum e in secondo luogo abbassare il quorum al 35 per cento». Potrebbe sembrare una frase di questi giorni, detta magari da uno dei promotori dei referendum dell’8 e 9 giugno, che il quorum non l’hanno raggiunto. Invece, a proporre di abbassare il numero di voti necessario per rendere validi i risultati di un referendum abrogativo, è stato oltre 15 anni fa l’attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa, uno dei principali oppositori ai referendum su cittadinanza e lavoro.
Il caso di La Russa non deve stupire: negli ultimi trent’anni, esponenti di quasi tutti i partiti politici hanno chiesto senza successo di rivedere le regole sui referendum abrogativi e sul quorum, fissato nel 50 per cento più uno degli aventi diritto di voto, fino ad arrivare ad oggi.
Sulla piattaforma del Ministero della Giustizia, una nuova proposta di legge di iniziativa popolare che chiede di abolire il quorum ha raggiunto in poche ore quasi 70 mila firme, superando la soglia delle 50 mila necessaria per essere presentata in Parlamento. Questa proposta – che visti i precedenti, difficilmente arriverà all’approvazione definitiva – è stata fatta dal comitato “Basta Quorum–Cittadini per la Democrazia”, vicino ai Radicali italiani.
Il caso di La Russa non deve stupire: negli ultimi trent’anni, esponenti di quasi tutti i partiti politici hanno chiesto senza successo di rivedere le regole sui referendum abrogativi e sul quorum, fissato nel 50 per cento più uno degli aventi diritto di voto, fino ad arrivare ad oggi.
Sulla piattaforma del Ministero della Giustizia, una nuova proposta di legge di iniziativa popolare che chiede di abolire il quorum ha raggiunto in poche ore quasi 70 mila firme, superando la soglia delle 50 mila necessaria per essere presentata in Parlamento. Questa proposta – che visti i precedenti, difficilmente arriverà all’approvazione definitiva – è stata fatta dal comitato “Basta Quorum–Cittadini per la Democrazia”, vicino ai Radicali italiani.