Tutti i risultati dei referendum su cittadinanza e lavoro

Quali quesiti hanno preso più Sì, dove si è votato di più, dove di meno, e altri numeri sul voto
ANSA/CESARE ABBATE
ANSA/CESARE ABBATE
Domenica 8 e lunedì 9 giugno si sono tenuti i quattro referendum abrogativi sul lavoro e quello sulla cittadinanza, che, nonostante la vittoria dei Sì, non avranno effetti dato che non è stato raggiunto il quorum previsto dalla Costituzione. 

I referendum hanno registrato, infatti, un’affluenza del 30,5 per cento, ben al di sotto della soglia del 50 per cento più uno degli aventi diritto, necessaria affinché l’esito della consultazione sia considerato valido. Va considerato che al dato sull’affluenza manca ancora quello degli italiani all’estero, che storicamente votano di meno. Quando sarà concluso lo scrutinio delle schede all’estero, l’affluenza complessiva potrebbe scendere di circa un punto. 

I numeri sull’affluenza

L’affluenza al referendum è stata più bassa rispetto quella del referendum sulle trivelle del 2016, quando votò il 31 per cento, ma più alta rispetto a quella dei referendum sulla giustizia del 2022 (20 per cento). Negli ultimi trent’anni, su dieci tornate in cui si sono votati referendum abrogativi, solo in quella del 2011 è stato raggiunto il quorum.
A livello regionale, nei referendum su cittadinanza e lavoro l’affluenza più alta è stata registrata in Toscana (39,1 per cento), seguita da Emilia-Romagna (38,1 per cento), Piemonte (35,2 per cento) e Liguria (35,1 per cento). Le regioni dove si è votato di meno votato sono state il Trentino-Alto Adige (22,7 per cento), soprattutto a causa della bassa partecipazione della Provincia autonoma di Bolzano, la Calabria (23,8 per cento) e la Sicilia (23,1 per cento).
La provincia con l’affluenza più alta è stata quella di Firenze (46 per cento), quella con l’affluenza più bassa Bolzano (15,9 per cento). È probabile che quest’ultima percentuale si spieghi con il basso interesse verso i referendum da parte della minoranza di lingua tedesca. 

In provincia di Roma l’affluenza è stata del 34 per cento, in quella di Milano del 35,4 per cento, in quella di Torino del 39,3 per cento e in quella di Napoli del 31,8 per cento. 

Tra i cinque quesiti non ci sono state significative differenze nell’affluenza: questo dimostra che solo poche persone hanno ritirato solo alcune schede, e che quelle che hanno fatto questa scelta si sono equilibrate tra loro. 

La partecipazione al voto delle donne è stata maggiore rispetto a quella degli uomini: tra le donne, l’affluenza è stata del 31,5 per cento, a fronte del 29,3 per cento degli uomini. Storicamente, gli uomini votano di più delle donne, ma è probabile che la maggiore affluenza delle donne ai referendum si spieghi con il fatto che abbiano votato di più gli elettori di centrosinistra, dove ci sono più donne rispetto al centrodestra.

La vittoria dei Sì

I risultati dei quattro referendum sul lavoro sono stati tra loro abbastanza simili. Per il quesito sul reintegro in caso di licenziamento illegittimo, i Sì sono stati l’88,8 per cento; per il quesito sull’indennità in caso di licenziamento l’87,3 per cento; per i contratti a termine l’88,8 per cento; e per la responsabilità sugli infortuni sul lavoro l’87,1 per cento. 

Il quesito sulla cittadinanza è quello che ha ricevuto più No: il 35 per cento, quasi il triplo rispetto agli altri referendum
Nel complesso, la distribuzione dei Sì e dei No al referendum per la cittadinanza è stata nel complesso uniforme tra le province, mentre per i quattro referendum sul lavoro c’è stato un maggior numero di voti favorevoli nelle regioni meridionali. 
Newsletter

Politica di un certo genere

Ogni martedì
In questa newsletter proviamo a capire perché le questioni di genere sono anche una questione politica. Qui un esempio.

Ultimi articoli