In Parlamento stanno sparendo i cambi di casacca?

Nel primo anno di questa legislatura solo quattro parlamentari hanno cambiato gruppo alla Camera e al Senato, il numero più basso dal 2008 in poi
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Nel primo anno della diciannovesima legislatura, iniziata ufficialmente il 13 ottobre 2022, solo quattro parlamentari hanno cambiato il proprio gruppo di appartenenza alla Camera e al Senato. Per la precisione, un deputato e una deputata, e un senatore e una senatrice. In base alle verifiche di Pagella Politica, questo è il numero più basso registrato durante i primi 12 mesi delle ultime quattro legislature [1]. 

Il 9 gennaio 2023 il deputato Aboubakar Soumahoro ha lasciato il gruppo di Alleanza Verdi-Sinistra per passare al gruppo Misto. Alla fine di novembre 2022 Soumahoro si era autosospeso dal suo gruppo parlamentare in seguito alle indagini sulle presunte irregolarità all’interno delle cooperative sociali gestite dalla moglie e dalla suocera. A inizio marzo la deputata Michela Vittoria Brambilla, eletta in un collegio uninominale in Sicilia con il centrodestra, è entrata a far parte del gruppo Noi moderati, che sostiene il governo Meloni, dopo aver trascorso i primi mesi della legislatura nel gruppo Misto. Al Senato gli altri due “cambi di casacca” – così sono spesso chiamati in gergo politico e giornalistico i cambi di gruppo parlamentare – hanno riguardato il senatore Enrico Borghi e la senatrice Dafne Musolino. Entrambi sono passati a Italia Viva lasciando rispettivamente il Partito Democratico ad aprile e Sud chiama Nord lo scorso 5 ottobre.

A dir la verità anche il primo anno della precedente legislatura, iniziata il 23 marzo 2018, era stato caratterizzato da pochi cambi. In 12 mesi infatti, durante il primo governo Conte sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle, avevano cambiato schieramento in Parlamento tre deputati e due senatori. Quest’ultimi erano Saverio De Bonis e Gregorio De Falco, entrambi usciti dal Movimento 5 Stelle a inizio gennaio 2019. I numeri sono poi aumentati negli anni successivi: in tutta la diciottesima legislatura, infatti, i cambi di gruppo parlamentare sono stati più di 400, coinvolgendo oltre 300 politici. A giugno 2022 oltre 60 parlamentari guidati dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio uscirono dal Movimento 5 Stelle, causando la più grande scissione in Parlamento della storia repubblicana.

Il trasformismo parlamentare ha invece segnato parecchio il primo anno della diciassettesima legislatura, iniziata il 15 marzo 2013. In 12 mesi i cambi di gruppo parlamentare sono stati 57 alla Camera e 65 al Senato. Su questi numeri ha pesato soprattutto la nascita del Nuovo Centrodestra, guidato dall’allora ministro Angelino Alfano, fuoriuscito dal Popolo della Libertà a novembre 2013 per continuare a supportare il governo di Enrico Letta. Nel Nuovo Centrodestra entrò, tra gli altri, anche l’attuale ministra della Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. Al primo anniversario della sedicesima legislatura, celebrato il 29 aprile 2009, i cambi di casacca erano stati dieci: nove alla Camera e solo uno al Senato, dove a dicembre 2008 il senatore Riccardo Villari fu espulso dal Partito Democratico. In totale, al ritorno alle urne, la diciassettesima legislatura contava oltre 560 cambi di casacca, la sedicesima oltre 260.
I numeri degli ultimi 15 anni mostrano dunque che, in generale, il primo anno di legislatura è piuttosto tranquillo per i cambiamenti dei gruppi parlamentari. Nell’attuale legislatura sta pesando con tutta probabilità il fatto che il governo Meloni ha un’ampia maggioranza alla Camera e al Senato, dove tra le altre cose è stato approvato l’anno scorso un nuovo regolamento per disincentivare il trasformismo parlamentare. Un’altra differenza rispetto al passato è il taglio dei parlamentari: in questa legislatura, infatti, il loro numero è sceso da 945 a 600. È presto per fare un bilancio su questo aspetto, ma in ogni caso sembra molto improbabile che si possa arrivare come nella precedente legislatura a oltre 300 politici coinvolti in cambi di casacca. 

Vedremo intanto se con l’avvicinarsi delle elezioni europee, in programma a giugno 2024, ci saranno altri movimenti tra i gruppi parlamentari. La senatrice Musolino, passata di recente a Italia Viva, ha infatti motivato la sua scelta dicendo di aver voluto aderire a “Il Centro”, il movimento per le europee creato dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. 

***

[1] Non abbiamo considerato tra i cambi di gruppi parlamentari i movimenti dovuti ai decessi di un parlamentare, al subentro di parlamentari decaduti per l’incompatibilità con un altro incarico e i passaggi interni alle componenti del gruppo Misto.

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