Dal 2018 i “cambi di casacca” in Parlamento sono stati più di 400

Hanno coinvolto quasi 300 politici. Ecco come si sono trasformati i gruppi di Camera e Senato in questa legislatura
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
A meno di due mesi dalle elezioni politiche del 25 settembre e dalla fine di questa legislatura, i “cambi di casacca” dei parlamentari, ossia i cambi di gruppo tra deputati e senatori, sono stati più di 400, e hanno coinvolto quasi 300 esponenti politici. 

In Italia, lo ricordiamo, non esiste l’obbligo di restare per tutta la legislatura nel gruppo parlamentare in cui si è stati eletti, il cosiddetto “vincolo di mandato”, anche se sia la Camera che il Senato stanno lavorando a una riforma dei regolamenti interni che punta anche a limitare i cambi di gruppo. 

Quali sono i gruppi parlamentari che sono cresciuti di più nel corso della legislatura? Quali invece hanno perso il maggior numero di rappresentanti? E chi sono i politici che hanno cambiato partito più volte? Abbiamo fatto un bilancio.

Quanti parlamentari hanno cambiato gruppo

I dati sui cosiddetti “cambi di casacca” sono forniti da OpenParlamento, un progetto della fondazione Openpolis che raccoglie e monitora i dati ufficiali del Parlamento. Al momento, dall’inizio della legislatura (il 23 marzo 2018) al 4 agosto 2022, hanno cambiato gruppo parlamentare 85 senatori e 214 deputati, per un totale di 299 parlamentari sui 915 totali: circa un terzo. 

Alcuni parlamentari hanno cambiato più volte il gruppo di appartenenza. In totale, infatti, i cambi di casacca nella legislatura corrente sono stati 449, quasi nove al mese nei quattro anni, quattro mesi e 12 giorni dell’attuale legislatura (è iniziata il 23 marzo 2018). Il numero è comunque inferiore rispetto a quello dell’ultima legislatura, quando i cambi erano stati 569, più di nove al mese in cinque anni e sette giorni. 

Alcuni di questi passaggi sono avvenuti nel corso degli ultimi mesi. A fine giugno, per esempio, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha lasciato il Movimento 5 stelle per fondare due nuovi gruppi parlamentari, alla Camera e al Senato, chiamati Insieme per il futuro, che oggi contano complessivamente 64 parlamentari. In seguito alla caduta del governo Draghi, poi, alcuni tra i più noti rappresentanti di Forza Italia hanno lasciato il partito in disaccordo con la decisione di non votare la fiducia. Tra questi troviamo la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e la ministra per il Sud Mara Carfagna, poi entrate in Azione, e il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che attualmente è iscritto al gruppo Misto del Senato.

Le modifiche ai gruppi parlamentari

Complessivamente, il gruppo che ha perso il maggior numero di parlamentari dall’inizio della legislatura è il Movimento 5 stelle, che è passato da 331 a 159 rappresentanti: più del 50 per cento in meno. In particolare, il partito oggi guidato da Giuseppe Conte ha perso 46 senatori e 124 deputati, mentre ne ha guadagnati due. 

Il secondo gruppo ad aver perso il maggior numero di parlamentari è Forza Italia, che al momento conta 43 rappresentanti in meno rispetto all’inizio della legislatura (31 deputati e 12 senatori), e il terzo è il Partito democratico, con un calo complessivo di 29 rappresentanti (16 deputati e 13 senatori). Da marzo 2018 a oggi Fi ha però guadagnato 12 parlamentari (e ne ha persi 55), e il Pd 14 (perdendone 43).

Tra i gruppi che invece hanno al momento un numero di parlamentari più alto rispetto al 2018 troviamo in prima posizione il gruppo Misto, che dai 48 iscritti iniziali oggi ne conta 141 tra Camera e Senato. In totale, il Misto – che nelle due camere raggruppa diverse forze politiche, da Azione ad Alternativa, il gruppo formato da molti fuoriusciti dal M5s – ha perso 104 parlamentari, e ne ha guadagnati 197. 

Il secondo gruppo ad aver guadagnato il maggior numero di parlamentari è Insieme per il futuro, il gruppo fondato da Di Maio in seguito alla scissione dal M5s. Questo non esisteva all’inizio della legislatura, e oggi conta 64 esponenti tra deputati (53) e senatori (11). Al terzo posto troviamo Italia viva di Matteo Renzi, anche questo fondato dopo l’inizio della legislatura, che oggi conta 47 parlamentari tra Camera e Senato. 

Oltre al Misto, tra i gruppi che già erano presenti già a marzo 2018 quello che ha guadagnato più parlamentari è stato Fratelli d’Italia, che oggi conta in totale nove esponenti in più, mentre ne ha perso soltanto uno.

Da Baldini a Marilotti, i deputati e senatori con il record di passaggi

Al momento, per quanto riguarda i singoli parlamentari, la deputata che ha cambiato più volte il gruppo di appartenenza in questa legislatura è Maria Teresa Baldini, con cinque cambi di gruppo, e oggi nella componente di Coraggio Italia del Gruppo Misto. 

Intervistata da Pagella Politica, Baldini, 61 anni, ha rifiutato categoricamente di essere chiamata “trasformista”. «Sono un medico specialista in oncologia, un mio lavoro ce l’ho e faccio politica per i miei ideali, per proporre e non per avere un posto garantito in Parlamento», ha spiegato. Eletta con Fratelli d’Italia, Baldini è uscita dal gruppo nell’agosto 2020, dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19: «Sono stata una delle prime deputate a indossare la mascherina, e questa decisione non è stata apprezzata dal mio gruppo», ha raccontato a Pagella Politica. Dopo un breve passaggio tra i non iscritti del Gruppo Misto, il 18 agosto 2020 ha aderito al gruppo di Forza Italia, che però ha lasciato nove mesi dopo, a maggio 2021, anche per la sua posizione a favore dell’obbligo vaccinale per i parlamentari. Baldini è passata dunque nel nuovo gruppo di Coraggio Italia, il nuovo partito di centrodestra fondato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che però ha abbondonato a dicembre, quando è entrata nel gruppo di Italia viva. Infine, delusa anche dall’esperienza in Iv, il 13 luglio 2022 Baldini è tornata nel Gruppo Misto, nella componente di Coraggio Italia, che nel frattempo si era sciolto come gruppo parlamentare autonomo a causa dell’uscita di diversi deputati. 

Per quanto riguarda il Senato, invece, il senatore che per ora ha cambiato casacca più volte è Giovanni Marilotti, con cinque cambi di gruppo. Dopo essere stato eletto con il M5s, Marilotti è passato al Gruppo Misto, per poi transitare nel gruppo delle Autonomie, in quello del Movimento associativo degli italiani all’estero, poi di nuovo nel Gruppo Misto e infine in quello del Partito democratico. Poco sotto Marilotti, al momento ci sono 11 senatori che hanno cambiato gruppo quattro volte. Curiosità: la maggior parte di questi (nove) sono ora iscritti al gruppo Uniti per la costituzione – Cal, che raccoglie una serie di partiti minori, dall’Italia dei valori al Partito comunista di Marco Rizzo. 

Le cose potrebbero cambiare 

Nella riforma dei propri regolamenti interni, dettata principalmente dalla necessità di adeguarli alla riforma del taglio dei parlamentari approvata nel 2019, la Camera e il Senato stanno inserendo alcune norme che puntano a limitare il fenomeno del cosiddetto “trasformismo parlamentare”. Alcune di queste misure prevedono per esempio di modificare i criteri in base ai quali vengono ripartiti i fondi tra i vari gruppi, e di far decadere da alcuni incarichi i parlamentari che decidono di cambiare gruppo. 

Il Senato ha approvato le modifiche al suo regolamento lo scorso 27 luglio, inserendo anche alcune norme per limitare i cambi di casacca. Alla Camera, invece, l’ultima riunione della Giunta per il regolamento, che si occupa delle norme interne a Montecitorio, è stata il 27 aprile. L’ufficio stampa di Montecitorio ha spiegato a Pagella Politica che, se ci sarà un accordo tra i partiti, la Camera riprenderà la discussione sulla riforma del regolamento interno a settembre. 

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