Guida ai ballottaggi del 26 giugno

Si vota in 13 capoluoghi di provincia: da Verona a Parma, ecco quali sono le sfide principali
Le elezioni amministrative per il sindaco di Roma, 17 ottobre 2021. ANSA/ANGELO CARCONI
Le elezioni amministrative per il sindaco di Roma, 17 ottobre 2021. ANSA/ANGELO CARCONI
Domenica 26 giugno, oltre 2 milioni di cittadini saranno chiamati al voto in 65 comuni per eleggere al ballottaggio i nuovi sindaci e consigli comunali. 

L’attenzione è concentrata sul voto in 13 capoluoghi di provincia, dopo che al primo turno dello scorso 12 giugno i candidati sindaco sostenuti da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno vinto in otto capoluoghi, mentre quelli sostenuti dal Partito democratico, il Movimento 5 stelle e altre liste di centrosinistra in tre.

Nel complesso, nei 13 capoluoghi al voto i candidati di centrosinistra partono in vantaggio in sette città, quelli di centrodestra in cinque, mentre in una è davanti una candidata indipendente.

La sfida di Verona

Uno dei principali capoluoghi di provincia al voto è Verona. Al primo turno, il candidato di centrosinistra, l’ex calciatore Damiano Tommasi, ha ottenuto quasi il 40 per cento dei voti, superando il candidato sindaco uscente Federico Sboarina (32,7 per cento) con cui andrà al ballottaggio.

Sboarina è sostenuto dalla Lega e da Fratelli d’Italia, ma non da Forza Italia, che aveva deciso di appoggiare la candidatura di Flavio Tosi, ex sindaco della città veneta. Negli scorsi giorni Tosi ha deciso di aderire al partito guidato da Silvio Berlusconi e di non supportare ufficialmente Sboarina il 26 giugno. 

Il centrosinistra punta Parma

A Parma l’assessore uscente alla cultura Michele Guerra, appoggiato dal Pd e da altre liste civiche, sfiderà l’ex sindaco della città Pietro Vignali, di centrodestra. Le percentuali al primo turno erano state rispettivamente pari a 44,2 per cento e 21,2 per cento. 

Dario Costi, candidato indipendente sostenuto tra gli altri da Azione e arrivato terzo al primo turno con il 13,5 per cento, non sosterrà ufficialmente nessuno dei due candidati, avendo dato libertà di voto ai suoi elettori.

Il centrodestra unito a Catanzaro

A Catanzaro, città capoluogo della Regione Calabria, al secondo turno delle elezioni comunali si sfideranno Valerio Donato, che al primo turno, supportato tra gli altri dalla Lega e da Forza Italia, ha preso il 44 per cento dei voti, e Nicola Fiorita (31,7 per cento), appoggiato invece dal Pd e dal Movimento 5 stelle. 

Negli scorsi giorni Wanda Ferro, candidata di Fratelli d’Italia arrivata quarta il 12 giugno, ha detto ai suoi elettori di votare Donato, ricompattando dunque la coalizione di centrodestra. 

Il ricorso a Como

A Como il ballottaggio vedrà sfidarsi la candidata del centrosinistra Barbara Minghetti (39,4 per cento al primo turno) e il candidato civico Alessandro Rapinese, che secondo i dati del Ministero dell’Interno ha preso solo 102 voti in più del candidato del centrodestra Giordano Molteni. 

I partiti di centrodestra hanno già annunciato che dopo il ballottaggio presenteranno ricorso al Tar per chiedere il riconteggio delle schede e annullare una possibile vittoria di Rapinese, che siede in consiglio comunale dal 2008. 

Le sfide al femminile di Viterbo e Piacenza

Al primo turno non è stata eletta nessuna sindaca nei 13 capoluoghi che il 12 giugno hanno già deciso i nuovi sindaci. Al ballottaggio del 26 giugno però le cose potrebbero cambiare.

A Viterbo, il Pd, il Movimento 5 stelle e “Viterbo sul serio”, una lista civica sostenuta da Azione di Carlo Calenda, hanno appoggiato l’assessora regionale Alessandra Troncarelli, che andrà al ballottaggio contro la candidata civica Chiara Frontini. Al primo turno, Frontini ha preso il 33,1 per cento dei voti, Troncarelli il 27,9 per cento. Anche a Piacenza, in Emilia-Romagna, ci sarà un ballottaggio tra due donne: Katia Tarasconi (centrosinistra) e Patrizia Barbieri (centrodestra).

Le polemiche a Lucca

Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere la sfida che si terrà a Lucca, tra il candidato del centrosinistra Francesco Raspini (42,6 per cento dei voti al primo turno) e quello del centrodestra Mario Pardini (34,4 per cento). Pardini ha infatti ottenuto l’appoggio di Fabio Barsanti, esponente di destra e già candidato sindaco nel 2017 con il partito di estrema destra Casapound. Barsanti era candidato anche alle elezioni del 12 giugno scorso, ed è arrivato terzo con il 9,46 per cento dei voti. 

L’appoggio di Barsanti per Pardini ha avuto ripercussioni all’interno di Forza Italia. Il 19 giugno il deputato Elio Vito, da tempo critico verso il suo partito, ha annunciato la propria uscita da Forza Italia, indicando tra le motivazioni proprio l’alleanza a Lucca con Barsanti.

Le altre sfide

Infine, gli altri sei capoluoghi che andranno al ballottaggio sono Cuneo e Alessandria in Piemonte, Gorizia in Friuli-Venezia Giulia, Barletta in Puglia, Frosinone nel Lazio e Monza in Lombardia.

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