L’aumento dell’accisa sul diesel si avvicina

Il governo ha stabilito che il suo valore deve allinearsi a quello dell’accisa sulla benzina. Ma il rincaro non è ancora scattato
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Il 13 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento con l’obiettivo di aumentare il valore dell’accisa sul diesel (o gasolio) e contemporaneamente abbassare il valore dell’accisa sulla benzina. L’accisa è un’imposta che ha un valore fisso e incide sul prezzo finale di diesel e benzina al distributore: attualmente su un litro di benzina si pagano 73 centesimi di euro di accisa, mentre su un litro di diesel 62 centesimi. Nello specifico, il governo ha dato il via libera a un decreto legislativo per rispettare i princìpi stabiliti dalla riforma del fisco, approvata nel 2023, e gli impegni presi con l’Unione europea con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). 

Il testo ufficiale del decreto legislativo non è ancora pubblicamente disponibile, ma Pagella Politica ha potuto leggere quello approvato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento stabilisce che nei prossimi cinque anni l’accisa sulla benzina e quella sul diesel dovranno allinearsi. Ogni anno il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dovrà aumentare l’accisa sul diesel «in un intervallo compreso tra 1 e 1,5 centesimi di euro al litro», e ridurre dello stesso valore l’accisa sulla benzina. 

Oggi la differenza tra le due accise è di 11 centesimi: nell’arco di cinque anni, il valore delle due accise dovrebbe allinearsi intorno ai 67 centesimi di euro. L’accisa sul diesel, quindi, aumenterà di 5,5 centesimi, mentre quella sulla benzina calerà dello stesso valore. Questa variazione ancora non è ufficiale: come detto, dovrà essere pubblicato il decreto legislativo e poi serviranno i provvedimenti annuali del ministero, presi insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Agricoltura.
Il percorso, però, è stato tracciato e riguarderà tutti i cittadini, tranne gli autotrasportatori: gli aumenti dell’accisa sul diesel non avranno effetto, infatti, sul gasolio usato nelle attività di trasporto merci e passeggeri. Nelle scorse settimane, sul decreto legislativo hanno espresso il loro parere favorevole le Commissione Finanze sia della Camera sia del Senato, chiedendo al governo di inserire nel decreto l’allineamento dei valori delle due accise. 

Il differente trattamento fiscale tra diesel e benzina è considerato un “sussidio ambientalmente dannoso” dal Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, pubblicato periodicamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. «Sotto il profilo ambientale e della tutela della salute umana, il gasolio non merita un trattamento fiscale preferenziale», spiega il Catalogo. «L’aliquota di accisa del gasolio dovrebbe essere innalzata al livello della benzina. Infatti, il trattamento più favorevole del gasolio contribuisce certamente al grave problema dell’Italia di inquinamento atmosferico da PM [il particolato, ndr], ossidi di azoto e ozono, con sforamento dei limiti previsti dalle direttive europee sulla qualità dell’aria e procedura di infrazione». 

In base agli obiettivi del PNRR, il governo dovrà individuare 2 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi da ridurre entro il 2026, e ulteriori 3,5 miliardi entro il 2030.

Secondo le stime del ministero, nel 2023 lo Stato avrebbe potuto incassare circa 3,1 miliardi di euro se l’accisa sul gasolio avesse avuto lo stesso valore di quella sulla benzina. Questo non significa che, grazie al nuovo provvedimento approvato dal governo Meloni, lo Stato potrà incassare ogni anno più di 3 miliardi. Come abbiamo visto, l’allineamento sarà graduale e, soprattutto, vedrà un ribasso dell’accisa sulla benzina. Secondo le stime preliminari, dato che il gasolio è più consumato della benzina, quando l’allineamento sarà finito lo Stato potrà incassare poco più di un miliardo di euro l’anno, che, in base al decreto, dovranno essere destinati a due voci: il potenziamento del trasporto pubblico locale e il taglio delle tasse. 

La volontà di aumentare l’accisa sul gasolio era già stata annunciata dal governo Meloni lo scorso settembre, nel Piano strutturale di bilancio di medio termine. Il testo spiegava che il riordino delle agevolazioni fiscali promesso dal governo aveva vari obiettivi, tra cui «l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina». Il Piano, però, non specifica come sarebbe avvenuto questo allineamento, i cui dettagli ora si sono fatti più chiari e ufficiali.

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