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Meloni «pretendeva» l’abolizione delle accise: al governo ha ridotto il loro taglio

| 02 dicembre 2022
La dichiarazione
«Giorgia Meloni “pretendeva” che si cancellassero le accise sulla benzina. Da presidente del Consiglio però ha ripristinato persino quelle tagliate temporaneamente dal governo Draghi»
Fonte: Twitter | 1 dicembre 2022
Pagella Politica
Verdetto sintetico
La vicepresidente della Camera (Pd) ha ragione.
In breve
  • In passato, Meloni ha più volte detto che le accise sui carburanti andassero ridotte o abolite. TWEET
  • Il suo governo ha in un primo momento prorogato il taglio delle accise di 25 centesimi di euro fino alla fine dell’anno, per poi ridurlo a 15 centesimi per il mese di dicembre. TWEET
Il 1° dicembre la vicepresidente della Camera Anna Ascani (Partito democratico) ha criticato su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accusandola, sulle accise dei carburanti, di avere fatto il contrario di quanto promesso in passato. Secondo Ascani, infatti, Meloni «pretendeva che si cancellassero le accise», mentre ora, a capo del governo, «ha ripristinato quelle tagliate temporaneamente dal governo Draghi».

Nel suo tweet, l’esponente del Partito democratico ha pubblicato anche lo spezzone di un video di Fratelli d’Italia, uscito durante la campagna elettorale per le elezioni europee di maggio 2019. Nel filmato si vede Meloni che fa benzina da un distributore, criticando il peso del fisco sui rifornimenti. «Non solo noi chiediamo che non aumentino le accise sulla benzina», diceva oltre tre anni fa la leader di Fratelli d’Italia. «Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite, perché è uno scandalo che le tasse dello Stato italiano compromettano così la nostra economia».

Abbiamo verificato e Ascani ha ragione. In passato Meloni ha più volte detto che le accise sui carburanti andavano abbassate o eliminate. A capo del governo ha invece deciso di ridurre fino alla fine dell’anno il taglio sulle accise introdotto temporaneamente lo scorso marzo dal governo Draghi, poi prorogato varie volte.

La posizione di Meloni sulle accise

Il video della campagna elettorale per le europee del 2019 è solo una delle varie occasioni in cui Meloni in passato ha criticato le accise su benzina e gasolio. Ricordiamo che le accise sono delle imposte fisse che fanno aumentare il prezzo dei carburanti, su cui si applica anche un’altra imposta, l’Iva, calcolata in percentuale sul totale.

A giugno 2019, la leader di Fratelli d’Italia scriveva su Twitter che «abbassare se non abolire alcune folli e anacronistiche accise che gravano sugli automobilisti sarebbe un atto di civiltà». Lo scorso 15 marzo aveva invitato il governo Draghi a intervenire contro i rincari energetici: «Costi diventati insostenibili per i cittadini: il governo riduca subito accise e Iva e colpisca chi specula sul caro benzina».

Il taglio delle accise

In quei giorni il governo Draghi è poi effettivamente intervenuto per ridurre il valore delle accise che gravano sulla benzina e il gasolio. Con un decreto-legge, aveva stabilito che dal 22 marzo al 21 aprile 2022 l’accisa su un litro di benzina fosse fissata a 48 centesimi di euro e quella su un litro di gasolio a 37 centesimi, con una riduzione delle accise pari a 25 centesimi di euro al litro. 

Questo taglio delle accise è stato poi prorogato varie volte nel corso dei mesi e, in un primo momento, anche dal governo Meloni, che l’11 novembre con un decreto-legge aveva allungato la durata del taglio sulle accise dal 19 novembre al 31 dicembre 2022. Nella notte tra il 21 e il 22 novembre, però, lo stesso governo Meloni ha approvato un nuovo decreto-legge, con cui ha mantenuto la riduzione di 25 centesimi di euro al litro delle accise fino al 30 novembre, per poi portarlo a 15 centesimi per tutto il mese di dicembre. Dal 1° dicembre al 31 dicembre, infatti, l’accisa su un litro di benzina è salita a 58 centesimi di euro, mentre quella su un litro di gasolio a 47 centesimi di euro. Questi due valori sono comunque più bassi di 15 centesimi rispetto a quelli in vigore prima del taglio introdotto a fine marzo dal governo Draghi. In concreto, dal 1° dicembre le accise sono aumentate di 10 centesimi rispetto al periodo precedente, a cui si aggiungono altri 2,2 centesimi per effetto dell’Iva al 22 per cento.

Non tutti comunque sono d’accordo sulla bontà di continuare a tagliare le accise sui carburanti. Innanzitutto, stiamo parlando di un misura molto costosa per le casse dello Stato: da marzo in poi gli oneri hanno superato i 7 miliardi di euro. Da un lato, c’è chi sostiene che in un momento storico come quello attuale, i benefici di un taglio delle imposte sui carburanti siano evidenti, perché si evitano costi per chi usa quotidianamente mezzi di trasporto privato, per esempio per motivi di lavoro. Dall’altro lato, c’è chi ha però fatto notare che del taglio sulle accise beneficiano tutti, in particolare i cittadini con i redditi più alti. Inoltre, i prezzi dei carburanti, non conteggiando il peso delle imposte, sono scesi negli ultimi mesi.

Il verdetto

Secondo Anna Ascani, in passato «Giorgia Meloni “pretendeva” che si cancellassero le accise sulla benzina», ma «da presidente del Consiglio ha ripristinato persino quelle tagliate temporaneamente dal governo Draghi». Abbiamo verificato e la deputata del Partito democratico ha ragione.

In passato, Meloni ha più volte detto che le accise sui carburanti andassero ridotte o abolite. Il suo governo ha in un primo momento prorogato il taglio delle accise di 25 centesimi di euro fino alla fine dell’anno, per poi ridurlo a 15 centesimi per il mese di dicembre.

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