Quali stipendi sono cresciuti di più, e quali meno, negli ultimi dieci anni

Fino al 2021 gli aumenti dei compensi hanno superato l’inflazione, poi c’è stato il sorpasso. Alcuni settori hanno retto meglio la crescita dei prezzi
ANSA
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«Stipendi, pensioni e costo della vita». Durante un evento a Pinzolo, in Trentino-Alto Adige, il 24 agosto il leader della Lega Matteo Salvini ha elencato (min. 4:07) queste tre priorità per il governo, escludendo la riforma della legge sulla concessione della cittadinanza italiana agli stranieri. Dopo la pandemia di Covid-19 il forte aumento dell’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei lavoratori in Italia, per poi rallentare nel corso del 2023 e nella prima metà di quest’anno. Ma come sono cambiati gli stipendi negli ultimi dieci anni? I numeri mostrano un quadro piuttosto variegato: in alcuni settori la crescita ha tenuto il passo dell’inflazione, in altri no.

L’andamento delle retribuzioni orarie

Periodicamente l’Istat elabora l’indice della retribuzione contrattuale oraria, che misura gli stipendi che spettano ai lavoratori in base a quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali e dalle norme in vigore. L’indice permette di valutare, anche tra settori diversi, come sono cambiati nel tempo gli stipendi. 

Nella nostra analisi abbiamo posto a 100 il valore che l’indice ha registrato nel 2013. Nel 2023 l’indice era pari a 112, dunque ha registrato una crescita del 12 per cento. Nello stesso periodo, però, l’inflazione è cresciuta del 19 per cento: se nel 2013 l’indice dei prezzi al consumo era pari a 100 nel 2013, nel 2023 valeva 119.
Nel complesso, considerando tutti i settori lavorativi, i compensi stabiliti dai contratti collettivi non sono quindi stati al passo con i prezzi. Tra il 2013 e il 2020, grazie al periodo di bassa inflazione, gli stipendi dei lavoratori sono cresciuti più dei prezzi, poi dal 2021 c’è stato il sorpasso. Tra il 2021 e il 2023 l’inflazione è cresciuta del 14 per cento, mentre le retribuzioni contrattuali orarie solo del 4 per cento. 

Le differenze tra il privato e il pubblico

Istat elabora gli indici sulla retribuzione contrattuale oraria anche per i macrosettori dell’economia. Tra il 2013 e il 2023 gli stipendi del settore pubblico e del settore privato sono cresciuti complessivamente allo stesso modo, superati dall’inflazione dal 2021 in poi.
Nel settore pubblico però i compensi sono rimasti stabili tra il 2013 e il 2017 e poi sono saliti del 5 per cento in due anni. Fino al 2021 si sono di nuovo stabilizzati, sono saliti leggermente nel 2022 e nel 2023 hanno avuto un altro aumento, con una crescita di circa il 6 per cento in un anno. Questo aumento è spiegabile con la contrattazione che c’è stata per recuperare una parte del potere d’acquisto perso con il forte aumento dell’inflazione. Gli stipendi nel settore privato hanno avuto invece una crescita costante in dieci anni, leggermente aumentata nel 2023.

Le differenze tra i settori economici

Tra il 2013 e il 2023 il settore dell’agricoltura è stato l’unico dove l’aumento dell’indice della retribuzione collettiva oraria è rimasto al passo dell’inflazione, con un aumento del 19 per cento. Nello stesso periodo il settore dell’industria ha registrato un aumento del 15 per cento, mentre quello dei servizi del 9 per cento, entrambi non sufficienti per pareggiare l’aumento del costo della vita. 
Va comunque considerato che fino al 2021 tutti e tre i settori sono rimasti sopra l’inflazione, ma dopo il forte aumento dei prezzi non sono riusciti a tenerne il passo, al netto dell’agricoltura, che però partiva da una base più alta. Nel 2023 il settore dei servizi è stato quello che ha avuto l’aumento più basso rispetto all’anno precedente. 

Entrando più nel dettaglio, rispetto al 2013 le retribuzioni del settore metalmeccanico sono quelle cresciute di più (+15 per cento). Segue l’aumento dei dipendenti nel settore delle banche e delle assicurazioni (+13 per cento), e quelli dell’edilizia e dei trasporti (tra il +11 e +12 per cento). Il settore del commercio è cresciuto dell’8 per cento e quello del settore alberghiero del 6 per cento.
Ricordiamo che nei singoli settori la contrattazione dipende anche da quanto sono forti i sindacati e da quanto sono specifici i settori. Più il settore è piccolo e la rappresentanza sindacale è alta e più è probabile che i sindacati riescano a ottenere stipendi più alti durante la contrattazione del rinnovo del contratto collettivo. 

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