Perché il governo Meloni è diviso sulle alleanze per le elezioni europee

Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia siedono in tre gruppi diversi al Parlamento europeo: questo potrebbe creare problemi dopo il voto di giugno 2024
Ansa
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Manca quasi un anno alle prossime elezioni europee, che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024 nei 27 Paesi membri dell’Unione europea per rinnovare i membri del Parlamento europeo. Ma in Italia il dibattito sulle alleanze è già entrato nel vivo, soprattutto tra i partiti che sostengono il governo Meloni. Per esempio il 3 luglio si è verificato uno scambio di vedute piuttosto acceso tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’attuale leader di Forza Italia Antonio Tajani, proseguito due giorni dopo anche dall’esponente e fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto.

Il motivo per cui i tre ministri di primo piano del governo Meloni discutono di alleanze elettorali è dovuto al fatto che nel Parlamento europeo Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia fanno parte di tre gruppi parlamentari diversi. E questi gruppi, che contano al loro interno partiti provenienti da diversi Paesi dell’Unione Europea, hanno sensibilità diverse rispetto ai temi principali della politica internazionale, dall’immigrazione alla guerra in Ucraina. In un contesto simile, non è da escludere che i partiti che in Italia compongono una maggioranza fin qui piuttosto solida rimangano divisi nel Parlamento europeo anche dopo le prossime elezioni europee.

Il Parlamento europeo oggi

Il Parlamento europeo è una delle più importanti istituzioni dell’Ue, di cui esercita il potere legislativo insieme al Consiglio dell’Ue. I membri del Parlamento europeo sono 705 e, a differenza dalla Commissione europea, è eletto direttamente dai cittadini dei 27 Stati membri ogni cinque anni. L’Italia è rappresentata da 76 deputati, eletti dai cittadini con un sistema di tipo proporzionale, in cui ogni partito nazionale fa parte di un più ampio gruppo politico al Parlamento europeo. 

E qui sorgono i primi problemi per la coalizione di centrodestra. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia appartengono infatti a tre gruppi politici diversi: il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni appartiene al gruppo del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Pcre), la Lega fa parte del gruppo Identità e Democrazia (ID), mentre Forza Italia è membro del gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE). Dato il sistema proporzionale di elezione dei parlamentari europei, un’eventuale alleanza tra i partiti del governo Meloni non si formerebbe comunque sulla scheda elettorale, dove saranno separati, ma direttamente in Parlamento, quando i gruppi dovranno accordarsi per formare una maggioranza ed eleggere il prossimo presidente della Commissione europea, che rappresenta il potere esecutivo dell’Ue.

Le distinzioni tra i tre gruppi del Parlamento europeo sono piuttosto marcate. Il PPE (e quindi Forza Italia) fa parte della cosiddetta “maggioranza Ursula”, ossia l’accordo politico con i progressisti dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (abbreviato in S&D, di cui fa parte il Partito Democratico) e con i liberali di Renew Europe (di cui fanno parte Azione e Italia Viva), che sostengono l’attuale presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. A novembre 2021 la stessa maggioranza ha eletto come presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, rafforzando di fatto l’alleanza europea tra popolari, socialisti e liberali. Il gruppo dei Conservatori e dei Riformisti, di cui Meloni è presidente, e quello di Identità e Democrazia, di cui la Lega è il principale esponente, si sono opposti sia alla nomina di von der Leyen sia all’elezione di Metsola. In sintesi i parlamentari europei di Forza Italia fanno parte dei partiti di maggioranza all’interno del Parlamento europeo, mentre quelli di Fratelli d’Italia e Lega siedono all’opposizione, in due gruppi diversi. 

Il punto sul dibattito

L’occasione per iniziare a discutere di alleanze politiche a livello europeo è stata la riunione, tenutasi il 29 e il 30 giugno, del Consiglio europeo, l’istituzione formata dai capi di governo dei 27 Paesi membri che definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Ue. L’incontro tra i leader europei non ha raggiunto i risultati sperati, soprattutto sugli accordi sul ricollocamento dei migranti, ma nei giorni successivi al Consiglio i contatti tra i principali politici europei sono proseguiti, toccando tra gli altri il tema delle elezioni europee del 2024. 

In Italia la discussione è stata avviata dal segretario della Lega Matteo Salvini, che il 2 luglio in un’intervista al Corriere della Sera ha annunciato la volontà di proporre «un patto scritto ai partiti della maggioranza prima del voto europeo» per formare un’alleanza di tutti i partiti di centrodestra in Europa. Il giorno successivo Salvini avrebbe dovuto incontrare Marine Le Pen, presidente del partito francese di estrema destra Rassemblement National e alleata di vecchia data della Lega. I due partiti sono i principali membri di Identità e Democrazia, il gruppo parlamentare europeo fondato nel 2019 come successore di Europa delle Nazioni e della Libertà (ENL) e che condivide posizioni sovraniste, populiste ed euroscettiche. Del gruppo di ID al Parlamento europeo fa parte anche Alternative für Deutschland (AfD), il partito dell’estrema destra xenofoba tedesca. L’incontro in presenza tra Salvini e Le Pen è stato rimandato a causa degli scontri avvenuti negli ultimi giorni in diverse città della Francia. La riunione tra i due si è tenuta in videoconferenza e in una nota alla stampa il leader della Lega ha espresso la volontà di costruire in Europa «una casa comune del centrodestra alternativa ai socialisti, senza veti». 

In altre parole Salvini ha aperto alla possibilità di formare un’alleanza tra ID, i popolari del PPE e i conservatori del Pcre, ma la sua proposta è stata subito respinta dagli alleati di governo. Il 3 luglio stesso l’attuale reggente di Forza Italia Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento Europeo e vicepresidente del PPE, ha dichiarato ad Agorà Estate su Rai3 che per il suo partito «è impossibile qualsiasi accordo con AfD e con il partito della signora Le Pen» a causa delle loro posizioni euroscettiche e filorusse. Due giorni dopo, il 5 luglio, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto (Fratelli d’Italia) in un’intervista con la Repubblica ha declinato l’offerta di Salvini, affermando che il progetto europeo del suo partito è quello di «formare un’alleanza tra conservatori e popolari», aprendo a una nuova “maggioranza Ursula”. «Noi apparteniamo a un altro gruppo e siamo diversi, come è noto. Ed è una scelta, la nostra, fatta tanti anni fa», ha detto Crosetto sul rapporto tra Fratelli d’Italia e il Rassemblement National di Le Pen. Va comunque sottolineato che in passato Meloni ha più volte sostenuto la politica francese, oltre ad aver espresso posizioni scettiche, se non apertamente contrarie, all’euro. Il raffreddamento dei rapporti tra le due politiche di destra negli ultimi anni è comunque noto, e testimoniato anche dal mancato appoggio di Meloni nei confronti di Le Pen alle elezioni presidenziali francesi del 2022.

Che cosa dicono i sondaggi

Il Parlamento europeo è formato da 705 deputati, quindi per avere la maggioranza ed eleggere il nuovo presidente della Commissione Europea sono necessari almeno 353 voti. Secondo le proiezioni di Politico, basate sui sondaggi più aggiornati nei 27 Paesi Ue, se si andasse oggi a votare l’alleanza tra PPE e Pcre potrebbe contare su poco meno 250 seggi al Parlamento europeo, circa 100 in meno di quelli necessari per avere la maggioranza. La “nuova maggioranza Ursula” a cui ha fatto riferimento Crosetto comporterebbe quindi la formazione di una maggioranza molto ampia, che oltre a popolari e conservatori conterebbe sui voti dei progressisti di S&D e dei liberali di Renew Europe, lasciando all’opposizione solo la destra di ID, il gruppo della sinistra The Left e il gruppo Greens che rappresenta i verdi europei. 

Ma la partecipazione dei progressisti a una maggioranza chiaramente spostata verso destra non è scontata, così come è difficile pensare al gruppo dei conservatori, che governa in molti Paesi tra cui l’Italia, ancora all’opposizione nel Parlamento europeo. Se l’accordo tra progressisti e conservatori non dovesse verificarsi, PPE e Pcre avrebbero comunque una possibilità di avere la maggioranza nel Parlamento europeo. Escludendo da un’eventuale maggioranza i progressisti di S&D, oltre alla destra di ID, che a oggi sembra fuori da ogni accordo, l’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato dai parlamentari europei non iscritti a nessun gruppo (che secondo Politico avrebbero 40 seggi) e dai liberali di Renew Europe (81 seggi previsti). 

L’adesione di questi due gruppi alla nuova maggioranza però non è scontata. Nel gruppo dei “non iscritti” ci sono sicuramente partiti politici vicini alla destra e al gruppo dei conservatori, i più importanti dei quali sono Fidesz e Reconquête!. Fidesz è il partito del presidente ungherese Viktor Orbán, che nel 2021 è uscito dal PPE ma che è in buoni rapporti con Meloni e altri esponenti del Pcre, mentre Reconquête! è il partito nazionalista francese fondato dal giornalista Éric Zemmour e che potrebbe appoggiare questa nuova maggioranza in opposizione a ID e al partito di Le Pen, principale sfidante di Zemmour per i voti della destra francese. Tra i partiti “non iscritti” ci sono comunque forze politiche numericamente importanti il cui sostegno a popolari e conservatori è tutto da vedere, prima tra tutte il Movimento 5 Stelle.

L’altro importante gruppo al Parlamento europeo che potrebbe risultare decisivo per la nuova maggioranza è Renew Europe, il gruppo dei partiti del centro liberale europeo. In Italia questo gruppo è rappresentato dai parlamentari europei di Azione e Italia Viva, e in Spagna dal partito di centro Ciudadanos, ma la leadership di Renew Europe è sicuramente in mano al presidente francese Emmanuel Macron e al suo partito Renaissance: una sua eventuale adesione all’alleanza tra popolari e conservatori potrebbe garantire i numeri necessari per formare una maggioranza escludendo i gruppi parlamentari della sinistra progressista e dei verdi.

La destra in Europa

Al momento sembra quindi difficile replicare in Europa l’alleanza tra i partiti che compongono la maggioranza di centrodestra in Italia, soprattutto per le posizioni ambigue degli alleati europei di Salvini sulla guerra in Ucraina, sulla moneta unica europea e sulla Nato. Anche il gruppo dei conservatori europei del Pcre, guidato da Meloni, ha comunque al suo interno partiti dalle idee piuttosto estreme e divergenti rispetto al PPE e all’attuale linea politica europea. 

Oltre a Fratelli d’Italia i principali partiti che compongono il gruppo dei conservatori europei sono Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwość, abbreviato Pis), il partito nazionalista del presidente polacco Mateusz Morawiecki, e Vox, il partito dell’estrema destra neofranchista spagnola guidato da Santiago Abascal. 

Morawiecki, insieme a Orbán, è l’artefice del mancato accordo sulla ricollocazione dei migranti nel Consiglio Europeo del 29 e 30 giugno. Il 5 luglio Meloni è andata a Varsavia per un bilaterale con il presidente della Polonia, nel quale sono stati discussi una serie di temi, dal contrasto all’immigrazione illegale alle alleanze politiche. «Nella totalità o quasi delle questioni che ci troviamo ad affrontare nei Consigli europei con Morawiecki, basta uno sguardo per sapere che abbiamo una posizione condivisa», ha dichiarato Meloni al termine dell’incontro. Al netto dei rapporti con Meloni, il partito di governo polacco sembra avere posizioni distanti rispetto alla linea europea sull’immigrazione, e questo potrebbe essere un tema da non sottovalutare riguardo una possibile alleanza con i popolari del PPE. In autunno si svolgeranno poi in Polonia le elezioni politiche, in cui Morawiecki sfiderà il partito Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska, abbreviato PO) di Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo ed esponente di primo piano del PPE.

Un altro partito del Pcre è Vox, con cui Fratelli d’Italia ha un’amicizia che dura ormai da qualche anno. Lo scorso ottobre Meloni ha partecipato con un video a un evento organizzato da Vox a Madrid, mentre a giugno 2022 la presidente del Consiglio ha tenuto un discorso dai toni molto duri a sostegno della candidatura di un’esponente di Vox alla presidenza dell’Andalusia. Il partito di estrema destra spagnolo ha posizioni sovraniste in Europa e conservatrici riguardo i diritti civili, tra cui la contrarietà all’aborto e alle unioni civili. Il 23 luglio in Spagna si terranno le elezioni politiche e il partito di estrema destra potrebbe allearsi con il principale partito del centrodestra spagnolo, il Partito Popolare (Partido Popular), membro del PPE: questa possibile alleanza in Spagna potrebbe favorire un’eventuale alleanza tra PPE e Pcre in Europa, come affermato dall’ex segretario dei popolari europei Antonio López-Istúriz in un’intervista con il Corriere della Sera. Dall’altro lato, alcuni esponenti dell’attuale governo spagnolo di centrosinistra, come la ministra dell’Economia Nadia Calviño, hanno definito Vox «un partito con valori antieuropei» e un governo guidato dal Partito Popolare e Vox «una brutta notizia per l’Unione Europea».

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