Alcuni politici sono tra i principali disinformatori sulla Covid-19, dice una ricerca

Ansa
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Che la politica abbia giocato un ruolo fondamentale nella diffusione delle notizie false in tema di Covid-19, vaccini e pandemia in generale, non è una sorpresa per Pagella Politica. Alcune delle peggiori assurdità che abbiamo verificato negli ultimi due anni, in tema di coronavirus, sono uscite proprio dalla bocca di politici: dal fatto che si contagia di più chi è vaccinato rispetto a chi non lo è, all’idea che sono più pericolosi i meteoriti della Covid-19; dall’innamoramento per i farmaci miracolosi, alla prematura e – con il senno di poi – infondata fiducia nella cura al plasma. Alcuni politici hanno poi completamente sposato le narrative no vax, e le loro dichiarazioni sull’argomento Covid-19 sono un campionario di falsità.

Il 18 gennaio Eu Disinfo Lab, organizzazione indipendente no-profit che si occupa di contrastare la disinformazione a livello europeo, ha pubblicato una ricerca su chi ha diffuso notizie false a tema pandemia, in Italia, nel corso di tutto il 2020. Qui troviamo conferma di quanto visto da Pagella Politica nel corso della pandemia: tra i tre principali attori responsabili della diffusione di notizie false a tema coronavirus ci sono proprio i politici, affiancati dai “super-diffusori” (i “vip” delle comunità di cospirazionisti e no vax) e da scienziati e medici che, pur avendo una formazione scientifica, hanno finito con il sottovalutare la situazione o addirittura con il propagare bufale a tema pandemia.

Il ruolo dei politici

La ricerca di Eu Disinfo Lab, firmata da Maria Giovanna Sessa, ha analizzato un campione di 1.168 articoli di fact-checking pubblicati nel 2020 da otto organizzazioni di fact-checking, tra cui anche Facta.news e Pagella Politica, oltre a OpenButacBufale.netGiornalettismoNext Quotidiano e Smask.online. Per quanto riguarda i politici, lo studio punta il dito in particolare sui partiti cosiddetti “populisti”. Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle contribuiscono per il 74 per cento al totale dei politici diffusori di disinformazione presenti nel campione analizzato.

Se prescindiamo dalla qualifica di “populisti” che utilizza lo studio di Eu Disinfo Lab, a livello di singoli partiti, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia – con, rispettivamente, il 9 e l’11 per cento di propri esponenti nel campione analizzato – non spiccano rispetto, ad esempio, al Partito Democratico (9 per cento). La parte del leone nella diffusione della disinformazione la fa la Lega, che da sola pesa per il 54 per cento del campione. Questo dato sembra abbastanza coerente con quanto visto da Pagella Politica nel corso della pandemia, soprattutto se – come fa lo studio – si considera solo il 2020. Allora il partito di Salvini era all’opposizione e aveva assunto, anche a livello di leadership, un atteggiamento quantomeno ambiguo nei confronti della scienza e delle evidenze scientifiche a proposito della pandemia.

I politici spiccano (si veda Tabella 1) rispetto alle altre due categorie – “super-diffusori” e scienziati “bufalari” – per aver diffuso in particolare notizie dal contenuto fuorviante o con un contesto falso.
Tabella 1. Le percentuali di tipo di contenuto falso diffuso, suddivise per i tre soggetti individuati dallo studio quali principali diffusori di notizie false a tema pandemia – Fonte: Eu Disinfo Lab
Tabella 1. Le percentuali di tipo di contenuto falso diffuso, suddivise per i tre soggetti individuati dallo studio quali principali diffusori di notizie false a tema pandemia – Fonte: Eu Disinfo Lab
Secondo lo studio, questo avviene in quanto i politici «tendono a mettere in correlazione, nella loro agenda, questioni diverse, al fine di portare il pubblico a trarre specifiche conclusioni». A testimonianza di questo vengono portati due post pubblicati sui social network da Matteo Salvini, uno di marzo e uno di novembre 2020, in cui si mescolano rispettivamente euroscetticismo e pandemia, e immigrazione e misure restrittive contro la pandemia.

Ma perché?

Sulle ragioni che hanno spinto alcuni politici a sposare queste narrative cospirazioniste, o comunque scientificamente infondate, a proposito della pandemia, lo studio di Eu Disinfo Lab riconosce di non avere i dati per poter giungere a conclusioni definitive. Tuttavia vengono avanzate alcune ipotesi, in particolare la volontà di erodere il consenso verso il governo e di spingere la propria agenda (ad esempio, anti-Ue o anti-migranti). Inoltre, in generale, ci potrebbe essere una componente psicologica: «Sostenere che il virus sia stato fabbricato da qualcuno, che la pandemia dura per colpa delle inefficienze del governo, o che esista una cura, sono tutti modi di darsi una spiegazione per quel che sta succedendo in modo da dare senso a un evento imprevisto».

Il prezzo da pagare

Quale che siano le ragioni, una politica che utilizza la pandemia come argomento di scontro, invece di presentare un fronte compatto all’opinione pubblica, oltre a fomentare la circolazione di notizie false rischia anche di ridurre le percentuali di popolazione che si sottopone al vaccino, come avevamo evidenziato in alcune nostre analisi.

Anche alla luce dei più recenti dati ufficiali dell’Istituto superiore di sanità, l’efficacia dei vaccini nel prevenire le forme gravi della malattia (e dunque anche i decessi) resta una verità incontrovertibile.

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