A oltre un anno di distanza da Charlie Hebdo, e dopo gli attentati di Parigi e i tragici eventi di Colonia, la questione rifugiati è un argomento sempre più spinoso. Da sempre un cavallo di battaglia del suo partito, Matteo Salvini interviene sul tema in diretta da Bruxelles come ospite della trasmissione di Bruno Vespa.



“Mandare via”: cosa si intende per l’esattezza



In questo caso il Segretario della Lega Nord non ha usato il termine tecnico. Nello specifico si parla di relocation (ricollocamento). Con questo termine si fa riferimento al trasferimento di individui beneficiari di protezione internazionale da uno stato membro dell’Ue ad un altro.



A maggio 2015 la Commissione aveva proposto di re-distribuire 40 mila persone nel giro di due anni; di questi, 24 mila provenienti dall’Italia. Per far fronte ad un’ondata sempre più massiccia, a settembre la Commissione Europea ha proposto di ridistribuire altri 120 mila migranti. E’ con i 15.600 di quest’ultima proposta che si raggiunge il totale di 40 mila di cui parla Salvini.






40 mila o 240?



Fin qui Salvini ha ragione. Ma davvero sono stati ricollocati così pochi individui? Secondo quanto confermato dalla Commissione, il Segretario della Lega sbaglia di poco. Al 21 gennaio 2016, infatti, erano solo 249 i migranti che avevano lasciato il nostro Paese e trovato ospitalità in Svezia, Spagna, Portogallo, Olanda, Germania, Francia, Finlandia e Belgio.



Il verdetto



Una differenza di nove unità in questo caso è davvero irrisoria. Ed è infatti la stessa Commissione a ribadire che rendere più veloce il ricollocamento da Grecia e Italia deve divenire una priorità. “Vero” per Matteo Salvini.