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Vero: l’università è gratis per il 40 per cento degli studenti

| 27 maggio 2024
La dichiarazione
«Il 40 per cento degli studenti frequenta gratuitamente l’università italiana»
Fonte: Instagram | 25 maggio 2024
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
La percentuale citata dalla ministra dell’Università è corretta.
In breve
  • Secondo i dati più recenti, nell’anno accademico 2021/2022 il 37,5 per cento degli studenti iscritti negli atenei statali era esonerato dal pagamento delle rette. TWEET
Il 25 maggio, ospite al Festival dell’Economia di Trento, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini (Forza Italia) ha detto che in Italia il 40 per cento degli studenti «frequenta gratuitamente l’università», non pagando le rette universitarie.

Abbiamo verificato e i numeri le danno ragione.

Quanti non pagano le rette universitarie

Lo scorso agosto il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato un rapporto con i dati, aggiornati alla fine di marzo 2023, sulle rette pagate dagli studenti iscritti alle università statali nell’anno accademico 2021/2022. Nel rapporto è stato calcolato l’importo che in media gli studenti pagano per iscriversi e frequentare i corsi universitari, senza considerare altre due imposte, dove previste: la tassa regionale per il diritto allo studio universitario (DSU) e l’imposta di bollo. Nel triennio precedente al 2021, queste due imposte valevano circa 156 euro l’anno. Queste due imposte devono essere pagate da uno studente quando si iscrive all’università, ma non sono state considerate nel rapporto del ministero «poiché il sistema di riscossione di queste tasse non è omogeneo tra gli atenei».

Secondo i calcoli del Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’anno accademico 2021/2022 il 37,5 per cento degli studenti di atenei statali è stato esonerato «totalmente» dal pagamento delle rette universitarie. Il 54 per cento degli studenti che avevano pagato le rette aveva invece versato meno di 2.500 euro. Nelle università telematiche non statali, la quota degli studenti esonerati dal pagamento delle rette è pari al 6,9 per cento, mentre nelle università private non telematiche si attesta all’11,1 per cento. Dunque, seppure leggermente arrotondata per eccesso, la percentuale del «40 per cento» citata dalla ministra Bernini è corretta. 

Questa percentuale è cresciuta negli anni per effetto della cosiddetta “no tax area”, introdotta con la legge di Bilancio per il 2017. Questa misura, a partire dall’anno accademico 2017/2018, ha azzerato il pagamento delle rette per gli studenti che fanno parte di famiglie con un reddito Isee inferiore a 13 mila euro. Nell’anno accademico 2017/2018, ha sottolineato il ministero, la percentuale di studenti completamente esonerati dal pagamento dei contributi è «quasi» raddoppiata rispetto all’anno accademico precedente. «La percentuale di esonerati ha continuato ad aumentare e ha raggiunto nell’anno accademico 2021/2022 il 37,5 per cento della popolazione iscritta, con un aumento di oltre 9 punti percentuali nell’ultimo triennio», ha aggiunto il ministero. Sull’aumento registrato negli ultimi due anni accademici considerati dal rapporto ministeriale, hanno pesato «notevolmente» anche alcune modifiche introdotte in risposta alla pandemia di Covid-19. Per esempio, nell’anno accademico 2020/2021 il limite Isee per l’esonero totale è stato portato 20 mila euro, mentre in quello successivo a 22 mila euro. 

Secondo i dati più aggiornati, il 46 per cento degli studenti è esonerato dal pagamento delle rette grazie alla “no tax area”, mentre un altro 37,5 per cento non le paga perché è beneficiario di borse di studio. Un 3,1 per cento è esonerato perché rientra tra gli studenti con disabilità e il restante 14,9 per cento per «altre motivazioni».

Non ci sono solo gli studenti «totalmente» esonerati dal pagamento delle rette: infatti c’è anche chi le paga solo in parte. Nell’anno accademico 2021/2022 il 14 per cento degli studenti agli atenei statali ha potuto beneficiare di un esonero parziale del pagamento delle rette, percentuale in linea con quella dell’anno accademico precedente.
Mappa 1. Quanto paga in media uno studente per la retta universitaria in un ateneo statale e quale percentuale di iscritti paga le rette – Fonte: Ministero dell’Università e della Ricerca
Mappa 1. Quanto paga in media uno studente per la retta universitaria in un ateneo statale e quale percentuale di iscritti paga le rette – Fonte: Ministero dell’Università e della Ricerca
Negli anni è aumentato il numero di studenti che non pagano le rette universitarie, ma contemporaneamente è aumentato l’importo medio versato da chi le paga. Nell’anno accademico 2021/2022, in media uno studente pagante ha versato 1.463 euro per la retta universitaria, con una crescita in tre anni del 7,7 per cento. Questa media nasconde differenze tra i territori: per esempio, negli atenei statali del Nord-Ovest il pagamento medio è stato di 1.727 euro, nelle Isole di 1.045 euro.

Il verdetto

Secondo Anna Maria Bernini, «il 40 per cento degli studenti frequenta gratuitamente l’università italiana». Abbiamo verificato e la percentuale citata dalla ministra dell’Università e della Ricerca è corretta.

Secondo i dati più recenti, nell’anno accademico 2021/2022 il 37,5 per cento degli studenti iscritti negli atenei statali era esonerato dal pagamento delle rette.

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