In risposta alla dichiarazione del ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione di mantenere anche per il 2015 il blocco degli stipendi dei lavoratori statali, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, presenta gli emendamenti che il Movimento 5 Stelle andrà proponendo in parlamento a favore del comparto sicurezza, difesa e forze dell’ordine. Si tratta di 5 proposte, tra le quali figura quella di reperire le risorse necessarie tramite un aumento della tassazione sul gioco d’azzardo. Vediamo se i numeri citati da Di Maio sono corretti.



I dati elaborati da lavoce.info sui risultati emersi nella “Relazione annuale al Parlamento 2013” del dipartimento politiche antidroga e nel “Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica” della Corte dei Conti, evidenziano che gli italiani hanno giocato circa 87,1 miliardi di euro nel 2012 mentre sono 8 i miliardi versati allo Stato sotto forma di entrate erariali. Il citato dossier del dipartimento politiche antidroga (pag. 219) aiuta ad avere un quadro più ampio del fenomeno nel corso degli ultimi anni: qui si legge che, rispetto al 2004, nel 2012 la raccolta totale derivante dal gioco è aumentata del 251% mentre, nello stesso periodo di osservazione, la quota erariale ha subìto un incremento pari all’11%. I numeri citati da Di Maio sono dunque, pur con una leggera sbavatura, corretti.



Ciò detto, pare utile formulare sinteticamente due precisazioni. In primo luogo, il dato cui Di Maio si riferisce quando cita l’incasso dell’industria del gioco d’azzardo è relativo alla “raccolta lorda”. Si tratta, dunque, di una cifra che non tiene conto delle vincite che sono tornate nelle mani di chi ha giocato. Il calcolo delle cifre effettivamente perse dai giocatori italiani nel 2013 – pari dunque alle giocate al netto delle vincite – ammonta a circa 17 miliardi di euro. Lo ha rivelato il rapporto presentato dalla società di consulenza “H2 Gambling Capital” all’annuale Ice Gambling Conference londinese del febbraio 2014.



In secondo luogo, occorre considerare che, a fronte del citato incasso erariale grazie alle tasse versate dai concessionari dei giochi, la campagna promossa da un numero di associazioni e fondazioni impegnate nella lotta ai rischi del gioco d’azzardo (tra cui Acli, Federconsumatori, Gruppo Abele e Libera) stima in una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui i costi sociali e sanitari che il gioco d’azzardo patologico comporta per la collettività.



Un “Vero” per Di Maio!