Come risulta dal vivace scambio tra gli articolisti del Sole 24 Ore – Simone Pellegrino, Massimo Baldini e Alessandro Zanardi – e il Direttore Generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella sul sito de LaVoce,  Il ministro Grilli ha sostanzialmente ragione a parlare di effetti positivi per la maggioranza della popolazione, ma con qualche “distinguo”.


Dalle elaborazioni del Ministero è risultato che le misure previste dal disegno di legge di stabilità avrebbero inciso su circa 30,8 milioni di contribuenti Irpef, su una platea complessiva di circa 41,5 milioni di soggetti che presentano la dichiarazione dei redditi. In particolare, i contribuenti favoriti dalle nuove disposizioni sarebbero stati circa 30,3 milioni. La storia non finisce però qui: come confermato dallo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, i contribuenti sfavoriti sarebbero stati circa 495 mila; le misure adottate in materia Irpef, infine, non avrebbero prodotto alcun effetto per 10,7 milioni di soggetti, perlopiù incapienti (chi già non paga imposta non potrà ricavare alcun vantaggio).


Per quanto riguarda invece l’Iva, questa dovrebbe aumentare per tutti (Ddl Stabilità per il 2013 – art. 12, c.1), ma in misura minore per il 2013 rispetto alla legislazione precedente (D.l. 95/2012 – art. 21) con conseguenti effetti positivi per i consumatori rispetto ad essa, ma ovviamente peggiorativi se parliamo rispetto alla situazione attuale dei contribuenti.


Quindi Grilli ha ragione se parliamo di Iva rispetto all’aumento previsto in precedenza; se vogliamo, ha pure ragione se si parla di Irpef e di contribuenti “effettivi”… Ma non racconta tutta la storia: ci sono una decina di milioni di italiani per cui la manovra Irpef non ha effetto. Evidentemente non sono contati nel 98,9% della popolazione di cui si parla nell’intervento. Questi stessi 10,7 milioni, quando dovranno pagare l’Iva, ne pagheranno meno rispetto alla precedente legislazione, ma di più rispetto alla situazione attuale!


NB: Sorpresa il 31/10 saltano i tagli all’Irpef, a parziale compensazione del mancato aumento dell’IVA dal 10 all’11%. Le risorse che si rendono disponibili grazie allo stop al taglio delle aliquote Irpef serviranno infatti a sterilizzare l’aumento dell’aliquota Iva del 10%, mentre quella del 21% al momento è destinata a aumentare di un punto così come già previsto.


(Ringraziamo Giorgio Gagnor per quest’analisi)