Roberta Pinotti parla dell’operato del governo riferendosi al recente documento redatto dall’esecutivo e noto come “decreto Irpef” – per gli addetti ai lavori il dl 24 aprile2014, n. 66. Se andiamo all’art. 8, “Trasparenza e razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi”, possiamo vedere che l’unica iniziativa di risparmio esplicitamente indirizzata ai ministeri è proprio quella che si riferisce al dicastero della Difesa.



Il comma 4 recita infatti:



“4. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le amministrazioni pubbliche di cui al comma 1 riducono la spesa per acquisti di beni e servizi, in ogni settore, per un ammontare complessivo pari a 2.100 milioni di euro per il 2014 in ragione di:



a) 700 milioni di euro da parte delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano;



b) 700 milioni di euro, di cui 340 milioni di euro da parte delle province e citta’ metropolitane e 360 milioni di euro da parte dei comuni;



c) 700 milioni di euro, comprensivi della riduzione di cui al comma 11, da parte delle amministrazioni dello Stato di cui al comma 1″.



Il comma 11 parla poi esplicitamente dei tagli:



“11. I programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale sono rideterminati in maniera tale da conseguire una riduzione degli stanziamenti di bilancio in misura non inferiore a 400 milioni di euro per l’anno 2014 che concorrono alla determinazione della riduzione di cui al comma 4, lettera c […]”.



Se ci riferiamo a questo decreto e facciamo un paragone con altri ministeri, Pinotti ha ragione: si parla di 400 milioni di euro e si riferiscono alla maggior parte dei tagli attuati alle amministrazioni centrali. “Vero”.