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È vero che la Commissione Ue chiede di rafforzare il reddito di cittadinanza?

| 29 settembre 2022
La dichiarazione
«La Commissione Ue si è espressa chiedendo un rafforzamento del reddito di cittadinanza»
Fonte: L'Identità | 29 settembre 2022
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Verdetto sintetico
Il presidente del Movimento 5 stelle ha sostanzialmente ragione.
In breve
  • La Commissione Ue ha chiesto agli Stati membri di potenziare le loro misure di reddito minimo, tra cui ricade anche il reddito di cittadinanza. TWEET
  • Nulla vieta però al prossimo governo di modificare il reddito di cittadinanza: l’importante è che sia mantenuta una forma di reddito minimo TWEET
Il 29 settembre, in un’intervista con L’Identità, il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha difeso dalle critiche il reddito di cittadinanza, dichiarando che la Commissione europea ne ha chiesto un «rafforzamento». Lo stesso giorno anche il deputato del Movimento 5 stelle Carlo Sibilia, sottosegretario al Ministero dell’Interno, ha scritto su Facebook che la Commissione Ue «ha recapitato a tutti i Paesi dell’Ue, non solo all’Italia, una raccomandazione ad ampliare il reddito minimo, cioè l’equivalente del reddito di cittadinanza».

È davvero così? Abbiamo verificato.

Che cosa ha detto l’Ue sul reddito di cittadinanza

Il 28 settembre la Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Unione europea, ha chiesto agli Stati membri di modernizzare i loro programmi relativi al cosiddetto “reddito minimo”, per cercare di ridurre la povertà e l’esclusione sociale. Generalmente, con “reddito minimo” si intendono tutte quelle misure economiche pensate per aiutare le famiglie prive delle risorse necessarie ad avere uno standard di vita accettabile. Oltre a un trasferimento monetario, sono di norma presenti anche percorsi di inclusione sociale e lavorativa. In questo contesto, il reddito di cittadinanza, introdotto nel 2019 dal primo governo Conte, può essere considerata una forma di reddito minimo (non si tratta infatti di un vero e proprio “reddito di cittadinanza”, perché questo termine si applica all’erogazione di un reddito a tutti i cittadini, come suggerisce il nome, a prescindere dalla loro situazione economica).

Tra le altre cose, l’Ue ha raccomandato agli Stati membri di aumentare l’adeguatezza del supporto economico, garantito con le misure di reddito minimo; di aumentare la copertura della popolazione che può accedere al reddito minimo ma non lo fa; e di favorire l’accesso al mercato del lavoro.

Il 29 settembre, in un’intervista con La Stampa, il commissario europeo per il lavoro e gli affari sociali Nicolas Schmit ha spiegato le ragioni dietro le nuove raccomandazioni dell’Ue. Il reddito minimo nei Paesi Ue «non sempre è adeguato, non sempre raggiunge chi ne ha bisogno e non sempre motiva le persone a entrare nel mercato del lavoro», ha dichiarato Schmit. Il commissario europeo ha anche parlato nello specifico del reddito di cittadinanza, dicendo che «non va abolito, ma ciò che è importante è che sia legato a politiche di accompagnamento e di inclusione nel mondo del lavoro». «Io credo che il reddito di cittadinanza corrisponda più o meno allo schema che proponiamo noi perché prevede l’integrazione nel mercato del lavoro», ha sottolineato Schmit.

Il commissario europeo, che fa parte dei socialisti europei, ha suggerito inoltre di consentire ai percettori del reddito di cittadinanza che trovano un lavoro di mantenere, «almeno per un certo periodo», una parte del sussidio, cumulato con lo stipendio. «Questo sarebbe un incentivo ad accettare un lavoro e probabilmente a mantenerlo», ha dichiarato Schmit. Una proposta simile è stata avanzata a novembre 2021 anche dal Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, del Ministero del Lavoro, ma fino a oggi è rimasta inascoltata.

In campagna elettorale, la coalizione di centrodestra, che ha vinto le elezioni del 25 settembre, ha promesso che, una volta al governo, modificherà il reddito di cittadinanza con «misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro». Al momento, non si conoscono i dettagli di questa proposta e non è dunque possibile dire in che modo rispetti o meno le richieste avanzate dall’Ue. Nulla vieta però, per il prossimo governo, di modificare il reddito di cittadinanza: l’importante è che continui a esistere una forma di reddito minimo anche nel nostro Paese.

Il verdetto

Secondo Giuseppe Conte, «la Commissione Ue si è espressa chiedendo un rafforzamento del reddito di cittadinanza». Abbiamo verificato e il presidente del Movimento 5 stelle ha sostanzialmente ragione. 

La Commissione Ue ha chiesto agli Stati membri di potenziare le loro misure di reddito minimo, tra cui ricade anche il reddito di cittadinanza.

Il prossimo governo potrà comunque intervenire per cambiare il reddito di cittadinanza, come promesso in campagna elettorale, ma una forma di reddito minimo dovrà comunque rimanere in vigore.

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