I rapporti “Doing Business” della Banca Mondiale sono ormai un punto di riferimento per l’analisi della competitività dei Paesi. Non per questo, tuttavia, sono esenti da critiche: un gruppo internazionale di 260 Ong, per esempio, ha accusato la Banca Mondiale di premiare l’eliminazione di salvaguardie sociali ed ambientali. Anche l’Economist, pur facendo frequente uso dei dati contenuti nei rapporti, ha sollevato qualche dubbio relativamente alla validità dei criteri utilizzati in riferimento al caso dell’Ucraina. Secondo la testata inglese, appare incoerente l’avanzamento in classifica dell’Ucraina a fronte dell’occupazione di una parte del Paese stesso, situazione che difficilmente fa immaginare un miglioramento tale da spingere gli imprenditori a investire.
L’Italia negli anni
L’Italia si è posizionata ben lontana dai vertici negli ultimi tre rapporti (2013, 2014, 2015). Analizzandoli, confermiamo che le posizioni sono proprio quelle citate dal Premier. I primi posti sono occupati sempre dal trio Singapore, Hong Kong e Nuova Zelanda mentre l’Italia si trova in compagnia di Paesi (Bielorussia e le isole di Trinidad & Tobago) non noti nell’immaginario collettivo come particolarmente attrattivi per le imprese. Nel rapporto 2015, pubblicato quest’anno, l’Italia ha ottenuto punteggi particolarmente bassi in relazione alle questioni fiscali (tempo richiesto per pagare le tasse e il loro ammontare) e giudiziarie (tempo richiesto per applicare un contratto).
Metodologia
La metodologia del rapporto viene aggiornata di anno in anno con l’aggiunta di alcuni indicatori e la modifica di altri (si veda qui per la metodologia 2015). Non è chiaro, quindi, quanto sia utile equiparare le posizioni nel ranking da un anno all’altro (la Banca Mondiale insiste nel sostenere che siano “in gran parte comparabili”).
Verdetto
Matteo Renzi indica correttamente le posizioni dell’Italia nel Doing Business Index negli ultimi tre anni, anche se non mette in luce la possibile incomparabilità della posizione acquisita con quella degli anni precedenti. Si limita a ribadire che siamo “in una posizione non corrispondente alla nostra storia”, immaginando che con questo voglia dire non corrispondente al nostro status di economia avanzata e di membro dell’Ocse e del G20. Nulla da eccepire ai dati citati: “Vero”.