Nel rivendicare l’autonomia della Sicilia, Crocetta ricorda quanti siano gli ambiti di competenza della Regione, sottolineando come, forse, fino ad oggi lo status “speciale” non sia stato sfruttato in maniera adeguata dai governi regionali. In particolare, Crocetta fa riferimento ad una possibile indipendenza monetaria della Sicilia, mai attuata. Vediamo se è vero.
L’articolo 40 dello Statuto della Regione Sicilia prevede, al comma 1, che “le disposizioni generali sul controllo valutario emanate dallo Stato hanno vigore anche nella Regione“. Fin qui, quindi, nulla di nuovo: la Sicilia utilizza la moneta nazionale, all’epoca (1948, anno di entrata in vigore della legge costituzionale che convertiva lo Statuto) la lira, oggi l’euro. Al comma 2 dello stesso articolo viene specificato che “è però istituita, presso il Banco di Sicilia, finchè permane il regime vincolistico sulle valute, una Camera di compensazione allo scopo di destinare ai bisogni della Regione le valute estere provenienti dalle esportazioni siciliane, dalle rimesse degli emigranti, dal turismo e dal ricavo dei noli di navi iscritte nei compartimenti siciliani“.
Il comma 2 non è, di fatto, mai stato attuato. Secondo Maurizio Ballistreri, docente universitario di diritto del lavoro e presidente del Comitato scientifico dei “Quaderni dell’Autonomia”, la Camera di compensazione avrebbe il ruolo di una specie di ufficio di cambi con il compito di gestire le valute estere provenienti, ad esempio, dalle esportazioni di prodotti siciliani, dai guadagni che gli isolani emigrati depositano nelle banche dei loro paesi di origine, dall’indotto generato dai turisti e dal traffico navale. Era, quindi, prevista la possibilità che il Banco di Sicilia cambiasse le valute estere arrivate da queste attività in lire (o comunque nella valuta nazionale), emettendole direttamente. Sebbene, dunque, la Camera di compensazione fosse titolata ad emettere la valuta nazionale, la moneta emessa dal Banco avrebbe potuto avere anche un valore differente dalla lira (o valuta in generale) nazionale. Di conseguenza, è vero che il Banco di Sicilia sia, in sostanza, titolato ad emettere moneta, e che tale moneta potrebbe differenziarsi in valore da quella nazionale, anche se questo dipenderebbe dall’andamento dell’economia siciliana.
Tuttavia, l’attuazione di questo comma potrebbe non essere ad oggi così immediata, sia perchè la Camera di compensazione non è mai stata, di fatto, istituita, sia perchè il Banco di Sicilia non è più proprietà della Regione ma dal 2010 è stato incorporato in Unicredit Group. Inoltre, la moneta nazionale non è più la lira ma l’euro, anche se probabilmente, come sostiene il professor Ballistreri, questo non rappresenterebbe un ostacolo se si interpretasse “secondo lo spirito del “diritto vivente” l’art. 40 dello Statuto speciale autonomistico, in ragione dell’adozione dell’euro in luogo della lira da parte dell’Italia”.
La situazione è quindi complessa ma Crocetta specifica, appunto, che si sta parlando “in via teorica”. “Vero” quindi per il governatore della Sicilia!