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Sì, la tassa sugli extraprofitti ha portato meno del previsto

| 22 agosto 2022
La dichiarazione
«La famosa tassazione degli extraprofitti delle aziende energetiche non ha fornito il gettito sperato»
Fonte: La Verità | 22 agosto 2022
ANSA
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Verdetto sintetico
Il senatore di Fratelli d’Italia ha ragione.
In breve
  • Sono stati incassati circa 1,2 miliardi di euro dalle aziende energetiche, oltre 9 miliardi di euro in meno rispetto a quanto preventivato. Il governo ha introdotto sanzioni per chi non pagherà entro la fine di agosto. TWEET
Il 22 agosto, in un’intervista con La Verità, il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan ha criticato il governo guidato da Mario Draghi dicendo che la cosiddetta “tassa sugli extraprofitti” delle aziende energetiche «non ha fornito il gettito sperato». Numeri alla mano, Malan ha ragione. 

Che cos’è la tassa sugli extraprofitti

Per finanziare il taglio delle accise sui carburanti e altre misure a sostegno di famiglie e imprese, lo scorso marzo il governo ha introdotto con un decreto-legge un «contributo solidaristico straordinario» per alcune aziende del settore energetico che hanno visto aumentare i loro profitti con l’aumento dei prezzi energetici. In base al decreto, le imprese energetiche che devono pagare la ribattezzata “tassa sugli extraprofitti” sono quelle che producono o importano in Italia energia elettrica e gas, o che li rivendono, o che producono, distribuiscono o commerciano prodotti petroliferi. Tra i nomi delle aziende coinvolte, ci sono per esempio quelli di Enel, Eni, Sorgenia, A2a ed Edison. 

Per le aziende energetiche in questione, lo Stato ha calcolato quanto è aumentato il «saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive», ossia, semplificando, la differenza tra quanto hanno incassato e quanto hanno speso le aziende, al netto dell’iva, tra  il 1° ottobre 2021 e il 31 marzo 2022 e tra il 1° ottobre 2020 e il 31 marzo 2021. Le aziende che hanno registrato un aumento di questo saldo superiore ai 5 milioni di euro, avrebbero dovuto versare allo stato il 10 per cento dei profitti superiori a questa soglia, entro la fine di giugno. 

In un primo momento, con questa tassa il governo puntava a raccogliere quasi 4 miliardi di euro, il 10 per cento dei circa 40 miliardi di euro di extraprofitti stimati. A maggio, il decreto “Aiuti” ha poi alzato la percentuale della tassa sugli extraprofitti dal 1o al 25 per cento, estendendo il periodo di applicazione di un mese fino ad aprile 2022. 

Quanti degli oltre 10 miliardi di euro di gettito stimati ne sono stati incassati? Numeri alla mano, i risultati non sono stati quelli sperati.

Il buco degli extraprofitti

Il 2 agosto, Il Sole 24 ore ha dato per primo la notizia secondo cui i soldi incassati dalla tassa sugli extraprofitti sarebbero stati circa 1,2 miliardi, oltre 9 miliardi in meno rispetto a quanto previsto. Grazie all’aumento di altre entrate, però, le misure per contrastare l’aumento dei prezzi sono state comunque finanziate. Resta comunque il problema che gran parte di quello dovuto non è stato versato.

Su questa vicenda e sulle decisioni delle aziende coinvolte hanno molto probabilmente pesato le critiche dirette negli scorsi mesi contro la tassa imposta dal governo. Secondo alcuni, il contributo straordinario rischierebbe addirittura di essere incostituzionale (una sorte toccata nel 2015 alla cosiddetta “Robin hood tax”, un’imposta introdotta sette anni prima a carico delle società energetiche). Le aziende hanno infatti criticato il periodo su cui vengono calcolati i cosiddetti “extraprofitti”. I mesi tra ottobre 2020 e marzo 2021 sono stati infatti fortemente condizionati dalla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. Infine, secondo i critici, un eventuale aumento di questo saldo non terrebbe conto di altri fattori, come le spese per il personale dipendente, su cui la Corte costituzionale potrebbe individuare l’assenza di un «profilo di coerenza tra gli obiettivi e gli scopi del prelievo straordinario», per usare le parole di Dario Stevanato, professore ordinario di diritto tributario all’Università di Trieste.

In ogni caso, presentando il decreto “Aiuti-bis”, il 4 agosto il presidente del Consiglio Draghi ha dichiarato in conferenza stampa che l’intenzione del governo è che le aziende «paghino tutto» il dovuto. Tra le altre cose, il provvedimento stabilisce sanzioni per chi non verserà il contributo entro il 31 agosto 2022.

Il verdetto

Secondo Lucio Malan, la tassazione degli extraprofitti delle aziende energetiche «non ha fornito il gettito sperato». Il senatore di Fratelli d’Italia ha ragione. 

Alla fine di giugno, sono stati incassati circa 1,2 miliardi di euro, oltre 9 miliardi di euro in meno rispetto a quanto preventivato.

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