Oltre al tormentone Imu, i nostri politici prestano attenzione ad altre imposte che i cittadini italiani sono chiamati a pagare. In questo caso è il leader del Movimento 5 Stelle a esprimersi e la tassa in questione è l’Irap: Pagella Politica – come sempre – verifica!



Sulla necessità di tagliare l’Irap e sul fatto che sia “tremenda, estorsiva” naturalmente non ci pronunciamo in quanto sono opinioni di Grillo che, condivisibili o meno, non sono oggetto delle nostre analisi: Pagella Politica, come ormai sapete, si occupa (preferibilmente) di dati verificabili e quantificabili. Ci limitiamo a segnalare, per il lettore curioso, l’articolo di Paolo Panteghini e Maria Laura Parisi su laVoce, che illustra in modo attuale e molto interessante il dibattito sull’Irap.



Rimandiamo invece alla definizione della base imponibile Irap, risalente al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (governo Prodi) per evidenziare come il costo del lavoro dipendente (che è chiaramente legato a quanto si assume) è al di fuori della base imponibile (il cosiddetto “Valore di Produzione Netto) e che quindi:



– al momento non è deducibile, perciò non impatta sulla base imponibile semplicemente perché non ne è incluso – ragion per cui Grillo ha torto su questo punto.

– S
e fosse dedotto dalla base imponibile sarebbe sicuramente un vantaggio. Per la cronaca, ricordiamo che il governo Monti nel decreto “Salva Italia” aveva aumentato le deduzioni Irap sul costo del lavoro (art. 2, comma 2). La Legge di Stabilità per il 2013 prevedeva, infatti, un incremento delle deduzioni forfettarie Irap per tutti i soggetti (mantenendo un beneficio maggiore per giovani, donne e dipendenti operanti al Sud); l’intervento mostrava però una distorsione a danno dei lavoratori di sesso maschile con più di 35 anni e, inoltre, l’incremento delle agevolazioni decorreva solo dal 2014.

– Sulla tassazione Beppe Grillo è abbastanza impreciso. Ammesso che parli di piccole e medie imprese (che rappresentano il 99% delle imprese italiane), il riferimento più corretto sembrerebbe il sito
www.doingbusiness.org, che mostra i dati relativi alla pressione fiscale per un’impresa di medie dimensioni. Grillo pare abbia modificato – o male interpretato – le stime secondo un outlook leggermente negativo per l’Italia e tendenzialmente positivo per l’Europa, forse contando che i dati sono rilevati a dicembre 2011: sul sito si parlava, infatti, di un Total Tax Rate per l’Italia di 68.3%, con una media europea (media semplice calcolata da noi di Pagella Politica per l’Europa a 27) intorno al 43%.



Riassumendo: Grillo dimostra di avere informazioni non molto precise sull’Irap e sulle modalità con cui viene calcolata; viceversa, parlando di tassazione di impresa, presenta dati molto approssimativi anche se, tutto sommato, verosimili. Noi di Pagella Politica diciamo “Ni”.