Una cosa al momento sembra certa riguardo il tormentato futuro della “nuova” Alitalia. E’ pronto un aumento di capitale da 300 milioni di euro, che scongiurerá il cappottamento dell’azienda entro i prossimi giorni, e che le consentirá di andare avanti per un altro po’ prima di discutere del suo futuro. Lo Stato parteciperá, tramite le Poste, con 75 milioni. Il resto é diviso tra Intesa Sanpaolo e Unicredit (100 milioni), l’azionista di maggioranza Air France – KLM (altri 75 milioni) e, infine, due dei maggiori esponenti della “cordata” di imprenditori italiani, benedetti a suo tempo dall’ultimo governo Berlusconi; la Immsi dei Colaninno e la Atlantia dei Benetton impegneranno infatti circa 50 milioni di euro.
Tutto ció non sembra implicare, al momento, un ridimensionamento del polo aeroportuale romano, anche se il futuro della compagnia sembra inevitabilmente dirigersi verso il conglomerato franco-olandese. Se così fosso, si annuncia uno sconvolgimento del modello di business attuale, caratterizzato dal ridimensionamenti della flotta, esuberi e declassamento di Fiumicino ad hub di supporto per Parigi. D’altronde é stato proprio l’amministratore delegato di Air France – KLM, Alexandre De Juniac, ad annunciare in un’intervista a Les Echos che ”le nostre condizioni per aiutare Alitalia sono molto dure” – ”nos conditions pour aider Alitalia sont très strictes”.
Insomma, possibili guai per il “sistema aeroportuale romano”. Ma saranno veramente cosí tanti i dipendenti “a rischio”? Innanzitutto non é ovviamente detto che tutti i posti di lavoro dell’indotto aeroportuale capitolino siano a rischio, che si verifichi questo, anzi, é altamente improbabile. Vediamo peró se Zingaretti conosce le cifre di cui parla.
Andiamo a verificare se il sistema aeroportuale di Roma é effettivamente il piú grande del Paese, confrontandolo con un altro gigante infrastrutturale italiano, Autostrade S.p.A. Ebbene, non avendo Zingaretti fornito l’unitá di misura utilizzata, riteniamo che sia giusto confrontare i dati di traffico. Secondo il sito di Autostrade questo ammonta a 5 milioni di clienti al giorno, mentre Aeroporti di Roma menziona poco piú di 3 milioni di passeggeri al mese per gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Decisamente non regge il confronto. Per quel che riguarda invece l’entitá dell’indotto in termine di posti di lavoro, riportiamo un comunicato stampa della Gemina S.p.A. (holding che controlla Aeroporti di Roma per il 95%) datato a dicembre 2012, che afferma: “Il sistema aeroportuale romano già oggi genera circa 170.000 posti di lavoro, di cui circa 41.000 direttamente sui siti aeroportuali”.
Sembra che qui si debba ragionare sull’estensione dell’indotto menzionato da Zingaretti. Secondo quanto stabilito da Gemina S.p.A., infatti, sembra che questo possa espandersi fino a coprire 170.000 posti di lavoro, ben oltre i circa 30.000 addetti citati dal presidente di Regione. Puó essere, peró, che Zingaretti volesse riferirsi agli addetti che lavorano “direttamente sui siti aeroportuali”, sbagliando di circa 11.000 unitá e sottostimando di molto i numeri della forza lavoro che potrebbe essere colpita da un possibile intervento di Air France – KLM. E’ anche vero che Zingaretti aveva l’intenzione opposta, ovvero esagerare il numero di impiegati del sistema aeroportuale. Tuttavia non si salva dall’inglorioso confronto con quello che può sicuramente vantare di essere tra i principali agglomerati infrastrutturali del Paese, ossia Autostrade S.p.A.
Insomma, ci sembra che la confusione sia meritevole di un “Ní”.