indietro

Armi per medici e insegnanti: i conti di Fratoianni stanno in piedi

| 25 marzo 2022
La dichiarazione
«Il governo Draghi vuole aumentare le spese militari: +13 miliardi l’anno. Con la stessa cifra potremmo assumere 200 mila insegnanti (quelli che mancano), 100 mila infermieri (quelli che mancano) e 15 mila medici (quelli che mancano)»
Fonte: Facebook | 24 marzo 2022
Soldati italiani in Lettonia il 24 febbraio 2022. Fonte: Ansa
Soldati italiani in Lettonia il 24 febbraio 2022. Fonte: Ansa
Verdetto sintetico
I calcoli del segretario di Sinistra Italiana sono fondati, anche se un po’ approssimativi.
In breve
  • Secondo Ocse, in Italia un medico guadagna in media 81 mila euro l’anno, un infermiere 33 mila e un insegnante tra i 24 e i 40 mila euro. TWEET
  • Considerando gli stipendi più elevati, l’assunzione delle figure indicate da Fratoianni costerebbe 12,6 miliardi di euro l’anno. TWEET
  • Resta difficile sapere con precisione quanti medici, infermieri e insegnanti manchino al momento in Italia. TWEET
Il 24 marzo il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha criticato la richiesta, avanzata dalla Camera il 16 marzo e poi accolta dal governo, di alzare le spese militari italiane fino a raggiungere il 2 per cento del Pil, raggiungendo quindi la soglia minima stabilita dalla Nato. Oggi l’Italia investe circa l’1,4 per cento del Pil in ambito militare e nel 2022 la sua spesa in questo settore è stimata in circa 25 miliardi di euro. Secondo l’Osservatorio Milex, un progetto avviato nel 2016 in collaborazione con la Rete italiana pace e disarmo, l’eventuale aumento dovrebbe portare la cifra a 38 miliardi, aggiungendo quindi i 13 miliardi di cui parla Fratoianni.
Secondo il segretario di Sinistra italiana, con questi soldi l’Italia potrebbe assumere «200 mila insegnanti», «100 mila infermieri» e «15 mila medici», di cui oggi il nostro Paese avrebbe bisogno.

Questi numeri stanno in piedi? Abbiamo verificato e, al netto di alcune approssimazioni, i calcoli di Fratoianni sono fondati. Rimane però difficile stimare con precisione quanti medici, infermieri o insegnanti manchino all’appello oggi nel nostro Paese.

Il personale sanitario

I dati relativi agli stipendi medi percepiti dal personale sanitario italiano sono forniti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), di cui fanno parte 39 Paesi in tutto il mondo.

In particolare, in Italia nel 2020 lo stipendio medio di un medico specializzato (quindi non un medico di base) era pari a 81.460 euro. Va però precisato che la cifra si era mantenuta più o meno stabile intorno ai 70 mila euro tra il 2001 e il 2019, per poi aumentare notevolmente nel 2020, anno in cui tra l’altro è cominciata la pandemia di Covid-19. L’Ocse spiega che l’aumento è dovuto al pagamento di alcuni arretrati, saldati a gennaio 2020. 

In ogni caso, moltiplicando gli 81,4 mila euro percepiti in media dai medici nel 2020 per 15 mila, il numero di professionisti che secondo Fratoianni mancherebbero nel nostro Paese, arriviamo a ​​circa 1,2 miliardi di euro.

Per quanto riguarda invece gli infermieri, secondo l’Ocse sia nel 2019 che nel 2020 la retribuzione media era di 29 mila euro all’anno. Per finanziare gli stipendi di 100 mila infermieri, quindi, servirebbero circa 2,9 miliardi di euro.

Gli stipendi degli insegnanti

Infine, secondo Fratoianni, i 13 miliardi che potrebbero essere dedicati alla difesa potrebbero anche essere utilizzati per assumere «200 mila insegnanti» mancanti. Secondo l’Ocse, nel 2020 un insegnante senza esperienza guadagnava in media 24 mila euro all’anno nella scuola primaria e 26 mila euro alle scuole medie e superiori. Moltiplicando queste cifre per 200 mila otteniamo quindi un totale di circa 5,2 miliardi di euro, che sommati ai 2,9 miliardi per 100 mila infermieri e ai 1,2 miliardi per 15 mila medici, danno un totale di 9,3 miliardi di euro: una cifra inferiore, ma non troppo lontana, rispetto ai 13 miliardi di euro che potrebbero a breve aggiungersi al budget per la difesa. 

I dati Ocse evidenziano che il salario per gli insegnanti varia molto in base al loro livello di esperienza, ed è possibile che Fratoianni abbia utilizzato il salario massimo percepito dagli insegnanti con più esperienza o con le migliori qualifiche. In media, questi nel 2020 hanno percepito 40.597 euro, che moltiplicati per 200 mila fanno lievitare il costo a 8,1 miliardi di euro. Sommati ai costi per medici e infermieri il totale raggiunge effettivamente i 12,2 miliardi di euro, una cifra molto vicina ai 13 miliardi citati dal segretario di Si. Come abbiamo visto, però, non tutti gli insegnanti ricevono una retribuzione così alta come quella qui utilizzata.

Le stime incerte sul personale mancante

Come abbiamo visto, Fratoianni sostiene che nel nostro Paese oggi manchino 15 mila medici, 100 mila infermieri e 200 mila insegnanti. Trovare numeri certi sul personale mancante in Italia per queste categorie professionali non è semplice, ma possiamo comunque vedere che cosa dicono alcune stime più recenti. 

Il 24 gennaio Carlo Palermo, segretario dell’Anaao Assomed, uno dei principali sindacati di medici ospedalieri, ha spiegato a Il Post che, «considerando le pensioni, le dimissioni e i nuovi ingressi» negli ospedali italiani mancherebbero almeno «15 mila medici». Il numero citato da Fratoianni sembrerebbe quindi riferirsi alle stime presentate da un sindacato di categoria. 

È vero che secondo l’Eurostat, il servizio statistico dell’Unione europea, il numero di medici e infermieri attivi in Italia è generalmente inferiore a quello dei grandi Paesi europei, se rapportato alla popolazione. Nel 2019 erano attivi in Italia quasi 242 mila medici, il numero più alto dopo i 365 mila della Germania. Scendiamo però all’ottavo posto della classifica se guardiamo al numero di medici attivi ogni 100 mila abitanti: 405 in Italia, un tasso inferiore a quello spagnolo (440) e tedesco (439) ma superiore a quello francese (317). 

Di questi, i medici che lavoravano negli ospedali italiani erano invece circa 137 mila, 230 ogni 100 mila abitanti. Eravamo quindi all’undicesimo posto nella classifica europea, che vedeva al primo posto Malta con 326 medici per 100 mila abitanti. Gli altri grandi Paesi europei facevano meglio di noi: in Francia i medici erano 264 ogni 100 mila abitanti, in Germania 248 e in Spagna 239. Mancano comunque i dati di alcuni Paesi, tra cui il Belgio e la Danimarca. 

Sempre nel 2019, lavoravano negli ospedali italiani quasi 268 mila infermieri e ostetriche, circa 448 ogni 100 mila abitanti. In questo caso eravamo al decimo posto della classifica europea, sotto alla Germania (622) e alla Francia (573) ma sopra alla Spagna (361). 

Non è chiaro da dove arrivi invece la stima dei «100 mila infermieri» mancanti citata da Fratoianni. Un comunicato stampa rilasciato nel 2018 dalla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche parlava di 50 mila figure professionali mancanti nel settore, mentre uno studio di Crea Sanità, un gruppo di ricerca dell’Università Tor Vergata di Roma, stima almeno 237 mila infermieri mancanti. 

Infine, le cifre sono variabili anche per quanto riguarda il numero di insegnanti: il numero di «200 mila» è riportato da diverse fonti stampa, a volte in riferimento alla quota di personale scolastico che a luglio 2021 non aveva ancora ricevuto alcun vaccino contro la Covid-19. Fratoianni potrebbe anche fare riferimento al numero di insegnanti precari, che già nel giugno 2020 Matteo Salvini aveva quantificato in «200 mila», ma anche in questo caso è difficile avere un numero preciso. 
Guardando alla situazione europea, comunque, l’Italia è tra i Paesi migliori se guardiamo al numero di studenti per insegnante: alla scuola primaria erano circa 11 nel 2019, contro i 18,8 della Francia, 15,1 della Germania e 13,6 della Spagna e i 13,5 della media europea. I nostri numeri rimangono inferiori alla media europea anche guardando al tasso studenti/insegnanti nelle scuole medie e superiori.

Il verdetto

Il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha detto che, con i 13 miliardi aggiuntivi che il governo intenderebbe destinare alla spesa militare nel prossimo futuro, potremmo assumere «200 mila insegnanti, 100 mila infermieri e 15 mila medici», di cui oggi il nostro Paese avrebbe bisogno.

Abbiamo controllato: i calcoli, seppur approssimativi, stanno in piedi. Secondo Ocse, in Italia un medico guadagna in media 81 mila euro l’anno, un infermiere 33 mila e un insegnante tra i 24 e i 40 mila euro. Se consideriamo gli stipendi più elevati per quest’ultima categoria professionale, l’assunzione delle figure indicate da Fratoianni costerebbe 12,6 miliardi di euro l’anno, una cifra vicina a quella indicata dal segretario di Si. Se consideriamo invece lo stipendio più basso generalmente percepito dagli insegnanti, il totale scende a circa 9 miliardi di euro all’anno. 

È poi difficile sapere quanti medici, infermieri e insegnanti manchino nel nostro Paese. Generalmente, in Italia il numero di medici e infermieri presenti ogni 100 mila abitanti è inferiore rispetto a quello dei grandi Paesi europei, così come quello di bambini per insegnante. 

SOSTIENI PAGELLA

Leggi ogni giorno la newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana. Ricevi le nostre guide eBook sui temi del momento.
ATTIVA LA PROVA GRATUITA
In questo articolo
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi fact-checking

  • «Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»

    7 dicembre 2024
    Fonte: Instagram
  • «Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»

    30 ottobre 2024
    Fonte: Porta a Porta – Rai 1
  • «Da quando c’è questo governo, abbiamo votato in 11 tra regioni e province autonome, forse 12 tra regioni e province autonome. È finita 11 a uno»

    30 ottobre 2024
    Fonte: Cinque minuti – Rai 1