La dichiarazione del ministro Zanonato fa riferimento alla sua visita allo stabilimento Giovanni Agnelli di Grugliasco, nuovo simbolo del rinnovato impegno industriale della Fiat in Italia e in Piemonte. Il ministro dipinge un quadro d’insieme che rivela qualche insicurezza – complice una certa euforia – anche se nel complesso è corretto.



E’ infatti impreciso parlare di un investimento di “più di un miliardo di euro” per lo stabilimento (ex Bertone) in oggetto: a conti fatti, a dicembre dell’anno scorso, l’ad di Maserati, Harald Wester, parlava di circa 950-1000 milioni di euro per la produzione della Quattroporte e della Ghibli, i due modelli che dovrebbero essere prodotti in Piemonte. Nello stesso articolo si parlava di 1.2 miliardi di investimenti per la produzione di Ghibli e Levante, ma la seconda vettura dovrebbe essere prodotta a Mirafiori, e non a Grugliasco. Quindi la cifra appare leggermente “gonfiata”.



Relativamente alla parte della dichiarazione in cui Zanonato parla del numero dei lavoratori (“più di mille persone”), il ministro pare esagerare. A gennaio, durante l’inaugurazione dello stabilimento (dove lavoravano circa 500 operai), l’ad Marchionne accennò alla possibilità di assumere i più di 1000 operai della ex Bertone (storico marchio della carrozzeria piemontese e mondiale il cui stabilimento è stato rilevato da Fiat) entro il 2013: difficile sostenere che al momento sia già stata superata tale cifra, anche se a regime (2015?) gli addetti dovrebbero essere circa 1500.



Sull’ultima parte Zanonato sembra avere ragione: come conferma Quattroruote, una vera autorità nel settore, la Ghibli è un’inedita berlina di segmento E, che la Casa del Tridente ha affiancato alla sorella maggiore Quattroporte, con prezzi intorno ai 70 mila euro. Un’auto, quindi, di “fascia alta ma non altissima” che competerà ovviamente con altri marchi europei (Bmw, Audi, Mercedes…).



Il ministro dimostra di conoscere abbastanza bene l’argomento “Fiat”, anche se nella prima parte della dichiarazione si lascia prendere la mano, con qualche piccola esagerazione: “C’eri quasi”.