Abbandoniamo noiosi dati macroeconomici ed estenuanti beghe politiche per concentrarci su tutt’altro. Beppe Grillo in un comizio ad Aosta per il referendum sul pirogassificatore si lancia in un excursus sulla storia, geografia e cultura valdostana. Vediamo se si fa trovare preparato.
Chi credeva che i salassi fossero solo una discutibile pratica medica non ha fatto i conti con i temibili Salassi, una delle più potenti e bellicose tribù alpine. La biblioteca online della Tufts University ne traccia la storia: nonostante i Salassi siano comunemente descritti come un popolo gallico, si ritiene più probabile che fossero di razza ligure, come i loro vicini – i Taurini (da cui Torino). I liguri infatti – si legge – sembra si siano espansi lungo l’intera catena delle Alpi occidentali molto presto. La loro comparsa nelle cronache storiche avviene solo nel 143 a.C., con l’affacciarsi minaccioso delle truppe romane del console Appio Claudio. L’incauto avventore attaccò i Salassi, che sbaragliarono via 5000 uomini. Come spiega anche il portale archeologico Antika, che li definisce un popolo “celto-ligure”, i Salassi occupavano il territorio di Aosta finché non furono sconfitti definitavamente nel 25 a.C e venne fondata la colonia di Augusta Praetoria Salassorum. Per quanto non sia del tutto corretto dire che Aosta sia stata “creata” dai Salassi come afferma Grillo, Antika spiega che “l’area in cui sorse la città di Aosta risulta stabilmente abitata già dall’inizio del terzo millennio. Infatti anche parte dell’abitato dei Salassi si estendeva anche nell’area su cui successivamente sorse la città romana”.
Passiamo al patois. Il patois è senza dubbio la lingua comunemente impiegata dai valdostani, ma non sono gli unici. Come spiega il sito dedicato al patois a cura della Regione, la lingua è parlata in (i) Valle d’Aosta, fatta eccezione che per i tre comuni germanofoni della vallata del Lys, Gressoney-la-Trinité, Gressoney-Saint-Jean e Issime; (ii) la Svizzera romanda, eccetto il Jura bernese e, più precisamente, i cantoni di Neuchâtel, Vaud, Ginevra, Friburgo e Vallese; (iii) la Savoia e l’Alta Savoia, il Lionese, il Delfinato settentrionale (Grenoble e Vienne), una parte della Franche-Comté, il Bugey e la metà meridionale della Bresse; (iv ) le vallate del Piemonte occidentale nella provincia di Torino: la Val Sangone, la Val di Susa (media e bassa valle), la Val Cenischia, la Valle di Viù, la Valle d’Al, la Val Grande, la Val Locana e la Val Soana; e, a sorpresa, (v) le due colonie allofone della provincia di Foggia in Puglia, Faeto e Celle di San Vito, il cui insediamento risale probabilmente tra la fine del XIII° secolo e l’inizio del XIV°e la cui patria originaria si situerebbe a est di Lione, nel Bugey.
Leggera imprecisione anche sulla popolazione della Val d’Aosta, che secondo il censimento Istat del 2011 ha una popolazione di 128.230 persone.
Complessivamente Beppe Grillo non ha certo sfigurato davanti ai valdostani, ma non ci sentiamo di dargli più di un “C’eri quasi”!