E’ da un bel po’, ben prima della sua partecipazione a Porta a Porta, che Renzi avanza l’ipotesi di alzare la tassazione sulle rendite finanziarie, ovvero i frutti che derivano dal possesso di titoli (la maturazione di interessi e dividendi, o la plusvalenza che risulta dalla vendita di un titolo). Ciò servirebbe a finanziare un abbassamento delle tasse sul lavoro che, come sappiamo da una nostra precedente analisi su un’altra dichiarazione del sindaco di Firenze, sono molto più alte.



In diretta da Vespa, però, il nuovo segretario del Partito Democratico si spinge addirittura ad asserire che l’Italia è il Paese con la più bassa tassazione sulle rendite e la più alta tassazione sul lavoro in Europa.



In relazione alle aliquote sulle rendite finanziarie, sappiamo dall’Annuario del Contribuente (pag. 2) che queste equivalgono al 20% (e al 12,5% per Titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e piani di risparmio appositamente istituiti. Per quanto riguarda il confronto con gli altri Paesi membri dell’Unione, basta consultare il rapporto Corporate Dividend and Capital GainsTaxation della Ernst&Young, pag. 7).






L’Italia si colloca senza dubbio molto in basso – al di sotto di tutte le principali economie europee – ma sicuramente non all’ultima posizione, ed allineata alla media europea.



Per quanto riguarda, invece, le tasse sul lavoro, queste equivalgono a quanto viene detratto dalla retribuzione lorda di un dipendente d’azienda per tassazione sul reddito, contributi a carico dell’impresa e a carico del lavoratore. Per un confronto con gli altri Paesi dell’Unione basta consultare gli ultimi dati Eurostat (Tax Wedge on Labour Costs), dai quali si evince che l’Italia sembra figurare sì tra le prime posizioni, ma sempre al di sotto di altri grandi economie come la Francia e la Germania.






Insomma, Renzi ha sostanzialmente ragione per quanto riguarda il nocciolo della questione, ovvero l’Italia sembra dimostrare uno sbilanciamento tra tassazione sulle rendite finanziarie e sul lavoro. Tuttavia esagera, e di molto, nell’affermare che siamo rispettivamente all’ultimo ed al primo posto. Insomma, non proprio una “Panzana”, ma un “Pinocchio andante” sicuramente.