“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”. In questo caso la saggezza popolare si può ben applicare al fact-checking. Nonostante ne avessimo già parlato non solo in quest’analisi, ma anche in una puntata della scorsa stagione di Virus, anche Beppe Grillo incappa nell’errore della corruzione in Italia.



Senza ricostruire nuovamente l’origine della svista, ci limitiamo a sottolineare, anche questa volta, che la Commissione Europea riporta una fantomatica stima della Corte dei Conti per giustificare i 60 miliardi di euro. Ma è la stessa Corte dei Conti, citando questa cifra nella relazione scritta della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012, a spiegare che “rispetto a quanto rilevato dalla Commissione Ue, l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa! Il che appare invero esagerato per l’Italia, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell’Unione Europea”.



Corretta è invece la dichiarazione sulla disoccupazione giovanile. Come dimostrano i dati Istat relativi al primo trimestre del 2014 e pubblicati ad inizio giugno, il tasso di disoccupazione giovanile che, lo ricordiamo, non si calcola sull’intero universo 15-24 ma solo sul totale di quelli occupati o in cerca, è esattamente pari al 46% (pagina 10).



Una panzana sulla corruzione in Italia viene smorzata da un vero sulla disoccupazione giovanile; voto finale per lo “studente” Beppe Grillo: “Nì”!