Per capire l’affermazione della Puppato occorre fare una panoramica dei sistemi di pensionamento nei principali Paesi europei e chiarire cosa si intende con “maggior numero di anni di lavoro”. Immaginiamo che la Puppato si riferisca all’eta’ pensionabile oppure agli anni per il pensionamento anticipato (anche se in quest’ultimo caso, il confronto non e’ sempre possibile, visto che non tutti i Paesi permettono il pre-pensionamento).
In Italia. Secondo il cosiddetto decreto “Salva Italia” del 6 dicembre 2011, la pensione anticipata sara’ possibile dopo 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. La legge specifica inoltre che “tali requisiti contributivi sono aumentati di un ulteriore mese per l’anno 2013 e di un ulteriore mese a decorrere dall’anno 2014”. L’eta’ pensionabile è stata innalzata e fissata a 66 anni per gli uomini dei settori pubblico e privato, dipendenti o autonomi; entro il 2018 tale età sarà valida anche per le donne (da gennaio 2012 l’età pensionabile per le donne sarà 63 anni e 6 mesi, tranne per le donne del settore pubblico iscritte a Fondi esclusivi che già dal 1° gennaio 2012 potranno conseguire la pensione di vecchiaia a 66 anni). Prima della riforma, l’età per accedere alla pensione di vecchiaia era fissata a 65 anni per gli uomini, mentre per le donne l’età variava in funzione del settore lavorativo (per maggiori approfondimenti sulle nuove introduzioni della riforma si veda la nostra analisi qui e il sito dell’Inps).
In Europa. Un interessante quadro dei sistemi pensionistici in Europa e’ fornito dal Joint Report on Pensions della Commissione Europea. In Belgio, l’eta’ pensionabile e’ 65 per entrambi i sessi con 45 anni di contributi, mentre il pensionamento anticipato e’ possibile a 60 anni con 35 anni di contributi. Anche in Danimarca uomini e donne possono vanno in pensione a 65 anni, mentre nel 2024 dovranno aspettare 2 anni in piu’; il pre-pensionamento e’ possibile all’eta’ di 60. In Germania, nel 2007, si è stabilito di portare l’eta’ pensionabile da 65 a 67 anni entro il 2029. Per la pensione anticipata sono richiesti 62-63 anni e 35 anni di contributi; da gennaio 2012 però serviranno 45 anni di contributi e almeno 65 anni. In Grecia l’eta’ pensionabile è 65 anni per entrambi i sessi, con minimo 40 anni di contributi. In Spagna invece è possibile conquistare la pensione anticipata a 61 anni, con 35 anni di contributi per la full pension, mentre l’eta’ di pensionamento è la stessa. I lavoratori francesi possono accedere alla pensione a 62 anni, anche se è previsto un aumento di tale soglia fino a 67 anni entro il 2023. Il periodo di contributi verra’ aumentato a 41 anni e mezzo entro il 2020 con conseguenti aggiustamenti in base all’aspettativa di vita. Il pre-pensionamento e’ possibile all’eta’ di 56 anni. Infine in Gran Bretagna l’eta’ di pensionamento per i dipendenti pubblici è 65 per gli uomini, e 60 per le donne. Queste ultime vedranno un innalzamento del numero degli anni di lavoro, fino ad arrivare all’eta’ di 65, come gli uomini, nel 2020. Tra il 2024 e il 2046, l’eta’ pensionabile aumentera’ da 65 a 68 per entrambi i sessi. Non e’ previsto il pre-pensionamento.
Insomma, il quadro e’ piuttosto complesso. Se guardiamo all’eta’ pensionabile, l’Italia sembra collocarsi tra i Paesi che (attualmente) hanno l’eta’ pensionabile piu’ alta (in futuro molti Stati aumenteranno l’eta’ pensionabile). Anche se guardiamo al pensionamento anticipato, gli anni di contributi richiesti sono maggiori rispetto a molti Stati europei, ma non più che in Germania, ad esempio. L’affermazione della candidata alle primarie e’ quindi quasi corretta e merita un “C’eri quasi”.