Ospite alla fiera del Vinitaly a Verona, il Premier si sofferma sulle lungaggini necessarie per l’esportazione di merci, confrontando la lentezza delle pratiche burocratiche italiane con i tempi ben più rapidi di altre economie avanzate. Evidentemente si ispira al rapporto annuale “Doing Business 2014” della Banca Mondiale, che elenca 184 Paesi secondo un indice che esprime la facilità di stabilire un’attività commerciale. Tra i numerosi elementi tenuti in osservazione, vengono considerati la quantità di documenti necessari, i costi per container e, in ultimo, la quantità di giorni di tempi doganali necessari per l’esportazione e l’importazione di beni, ipotizzando che nessuna delle controparti coinvolte perda tempo tra un passaggio burocratico all’altro.



Ebbene, andando a spulciare le ultime pagine del lunghissimo rapporto (uscito nell’ottobre del 2013) scopriamo che i tempi doganali per l’Italia ammontano a 19 giorni, 10 per la Francia, 6 per gli Stati Uniti e 9 per la Germania. Numeri leggermente diversi, che si riferiscono probabilmente a qualche report precedente (altri che non sembrano essere il Doing Business 2013). Il messaggio finale, tuttavia, non cambia. Rispetto ad altre economie avanzate e comparabili, l’Italia soffre di tempi molto più lunghi per l’esportazione di merci. “C’eri quasi”.