Il 22 ottobre 2019, ospite a Porta a Porta su Rai1, il leader della Lega Matteo Salvini ha definito (min. -12:00) una «boiata pazzesca» l’idea di trasformare gli scontrini in biglietti di una lotteria per contrastare l’evasione fiscale.
Secondo Alessia Morani, però, Salvini «ha la memoria corta». Come ha scritto il 24 ottobre su Facebook la sottosegretaria del Pd allo Sviluppo economico, la lotteria «era un’idea anche della Lega».
Ma è davvero così? Abbiamo verificato e Morani ha ragione.
Di che cosa stiamo parlando
Nella sezione sulla “Lotta all’evasione fiscale” della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza per il 2019, si legge che dal 1° gennaio 2020 «partirà anche la cosiddetta “lotteria degli scontrini”, a cui potranno partecipare i consumatori che acquistano beni o servizi presso gli esercenti che effettuano la trasmissione telematica dei corrispettivi [torneremo più avanti su cosa sia questa trasmissione n.d.r.]».
L’idea alla base di questo provvedimento è molto semplice (anche se c’è dibattito sulla sua reale efficacia): a ogni scontrino fiscale viene abbinato un codice, che permetterà di partecipare a una speciale lotteria. I numeri estratti periodicamente saranno vincitori di un premio in denaro.
Sebbene manchino ancora le regole ufficiali della lotteria, secondo fonti di stampa il governo starebbe pensando a tre estrazioni mensili, con un primo premio da 50 mila euro e un’estrazione di fine anno con un montepremi di un milione di euro.
In questo modo, ogni cittadino dovrebbe essere incentivato a richiedere ai commercianti lo scontrino, contrastando l’evasione fiscale.
Una “non” novità
La lotteria degli scontrini non è una novità dell’esecutivo Pd-M5s. Questa misura è stata infatti introdotta dal governo Gentiloni con la legge di Bilancio per il 2017: doveva già entrare in vigore dal 1° gennaio 2018, ma è stata rinviata più volte.
Il motivo di un primo rinvio, avvenuto a fine 2017 con lo stesso governo Gentiloni, era stato giustificato con il fatto che per permettere il corretto funzionamento della lotteria sono necessari degli accorgimenti tecnici. L’unico modo per rendere praticabile il gioco a premi, infatti, è lo scontrino elettronico, che grazie a registratori di cassa telematici permette ai commercianti di trasmettere quotidianamente i dati direttamente al fisco (da qui il riferimento della Nadef agli «esercenti che effettuano la trasmissione telematica dei corrispettivi»).
L’obbligo dello scontrino elettronico, come sottolinea lo stesso Nadef, è già in vigore dal 1° luglio 2019 «per i circa 260 mila esercenti con un giro d’affari superiore ai 400 mila euro, mentre l’estensione a tutti gli altri esercenti avverrà a partire dal primo gennaio 2020».
In sostanza, il problema dietro ai rinvii riguardava la possibilità degli esercenti di dotarsi dell’infrastruttura necessaria per rendere praticabile la lotteria.
Che cosa ha fatto il governo Lega-M5s
Come abbiamo verificato in passato con il nostro progetto Traccia il Governo, Lega e M5s hanno preso alcuni provvedimenti sul tema della lotteria degli scontrini.
L’ultimo rinvio dell’iniziativa – all’attuale data del 1° gennaio 2020 – è infatti arrivato a ottobre 2018 con il cosiddetto “decreto Fiscale” (art. 18), «facendo rinvio – spiega un dossier del Senato – ad un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, d’intesa con l’Agenzia delle entrate (…) per la disciplina delle modalità tecniche relative alle operazioni di estrazione, dell’entità e del numero dei premi messi a disposizione».
Dunque, la Lega al governo – con Salvini vicepresidente del Consiglio – aveva posticipato l’avvio della lotteria, senza cancellarla. Anzi, con il “decreto Crescita” il governo giallo-verde ha pure rivisto un dettaglio della disciplina stabilito dal precedente governo: sono state ulteriormente aumentate le chance di vittoria per chi paga con carte o altri strumenti elettronici rispetto a chi paga in contanti.
Insomma, la Lega non solo non ha cancellato la misura ma è anzi intervenuta per modificarla leggermente.
Un’idea della Lega
Una dichiarazione a favore della posizione di Morani, secondo cui la lotteria degli scontrini «era un’idea anche della Lega», arriva inoltre direttamente da un esponente di primo piano del partito di Salvini: l’ex sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci.
Il 25 settembre, sulla sua pagina Facebook, Bitonci ha commentato l’avvio della lotteria, dicendo che «già nel 2011 presentai, come parlamentare, una proposta di legge» simile e che «con gli interventi nel “decreto Fiscale e nel “decreto Crescita” la lotteria sugli scontrini fiscali è già legge e partirà dal primo gennaio prossimo. Forse – ha aggiunto l’esponente leghista – a Conte è fuggito tutto ciò perché mentre approvavamo i provvedimenti lui era impegnato con Merkel e Macron a studiare le misure anti-Salvini».
Abbiamo visto in precedenza il contenuto dei due decreti citati, ed è vero che già a ottobre 2011 Bitonci, allora deputato, presentò una proposta di legge intitolata “Istituzione di una lotteria nazionale istantanea collegata al rilascio degli scontrini fiscali”.
Il testo, oltre da Bitonci, era stato firmato anche da altri 15 deputati leghisti e consisteva in due soli articoli.
All’epoca, ricordiamo che Salvini era eurodeputato e non ancora segretario della Lega Nord (lo sarebbe diventato quasi due anni dopo, a dicembre 2013).
Già a ottobre 2016, inoltre, Bitonci aveva accusato Matteo Renzi di voler copiare la sua idea di introdurre una lotteria degli scontrini.
Il verdetto
Secondo la sottosegretaria al Mise Alessia Morani, Salvini «ha la memoria corta» sulla lotteria degli scontrini, definita una «boiata pazzesca» dall’ex ministro dell’Interno. La lotteria, a detta dell’esponente del Pd, «era un’idea anche della Lega».
È vero: nel 2011, Bitonci e altri 15 deputati della Lega presentarono una proposta di legge per introdurre una lotteria degli scontrini. Questa misura, introdotta dal governo Gentiloni ma più volte rinviata, è stata poi confermata quando Salvini era al governo, semplicemente posticipandone l’entrata in vigore al 1° gennaio 2020.
In conclusione, Morani si merita un “Vero”.
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
7 dicembre 2024
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