Il 3 gennaio il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini (Lega) ha espresso la sua soddisfazione per l’arresto di tre dei cinque attivisti per il clima, appartenenti al movimento Ultima generazione, che il 2 gennaio hanno imbrattato per protesta la facciata esterna del Senato. I tre attivisti sono accusati di danneggiamento aggravato e, dopo l’udienza di convalida dell’arresto, sono stati scarcerati in attesa dell’inizio del processo, previsto per il 12 maggio. In questa occasione, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Public Policy, il Senato si costituirà come parte civile. «Grazie ad una modifica del codice penale introdotta dai decreti sicurezza bis, quando ero Ministro dell’Interno, i vandali che hanno imbrattato il Senato sono stati arrestati e rischiano una pena che va da uno a cinque anni di reclusione», ha scritto su Twitter Salvini, intestandosi almeno in parte i meriti dell’arresto.
Ma è davvero così? Abbiamo verificato e, codice penale alla mano, il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture ha ragione: l’arresto è stato possibile in larga parte grazie alle modifiche introdotte da uno dei cosiddetti “decreti sicurezza”.
Ma è davvero così? Abbiamo verificato e, codice penale alla mano, il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture ha ragione: l’arresto è stato possibile in larga parte grazie alle modifiche introdotte da uno dei cosiddetti “decreti sicurezza”.