La Francia esporta vino per un valore più del doppio rispetto a quello italiano? Scopriamolo.



Come mostra il grafico in basso, elaborato da Wine Monitor, osservatorio e banca dati del settore, nel 2013 le esportazioni di vino italiano hanno superato di poco la quota di 5 miliardi di euro, un valore quasi raddoppiato rispetto a dieci anni prima. I dati Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) danno un valore leggermente più alto, pari a 5,039 miliardi. I più assetati di vino nostrano sono i tedeschi, gli americani e gli inglesi.






E la Francia?



Secondo i dati della Federazione degli Esportatori di Vino e Spiriti di Francia, nel 2013 il valore delle esportazioni raggiungeva gli 11,1 miliardi di euro (pagina 3). Di primo acchito, Renzi sembrerebbe avere ragione. In realtà, tali dati includono sia l’export di vino che quello di spiriti. Come mostra la ripartizione tra le categorie, se guardiamo soltanto al vino la Francia ne esporta per un valore 7,6 miliardi – certamente meglio dell’Italia ma il distacco non è così netto. Sugli spiriti, invece, la Francia è molto avanti e il cognac la fa da padrone: 2,3 miliardi di euro di esportazioni provengono soltanto dal cognac, un valore perfino superiore alle esportazioni di champagne. In Italia, invece, il settore è molto più piccolo, se è vero – come ha affermato il presidente di AssoDistil – che il valore totale del comparto (non dunque solo dell’export) è di 1 miliardo di euro.



Dunque, se rimaniamo al confronto tra le esportazioni di vino, l’Italia ne esporta per un valore di 5 miliardi, ma la Francia ne esporta per 7,6 e non 11 miliardi: “Nì” per Renzi.