Matteo Renzi non si può certo accusare di non essere ottimista rispetto ai risultati del suo governo. Dopo aver festeggiato i dati Inps sull’occupazione (confondendo contratti con posti di lavoro), il Presidente del Consiglio ha anche esasperato il risultato positivo del Pil nel 1° trimestre del 2015. D’altro canto Renato Brunetta ha spesso messo eccessivamente in cattiva luce i risultati economici ed occupazionali dell’esecutivo (si vedano, ad esempio, i nostri fact-checking qui e qui) e lo fa nuovamente in questo tweet in cui presenta un confronto impietoso con gli altri Paesi dell’Ue.
Tutti i Paesi europei
E’ il caso di sottolineare che nell’ultimo aggiornamento sulla crescita trimestrale nei Paesi Ue pubblicato da Eurostat mancano i dati per nove dei ventotto Paesi membri. Dei 19 Paesi per cui ci sono i dati, non è corretto dichiarare che tutti “manifestano risultati migliori” dello 0,3% italiano. Guardando al dato congiunturale – ovvero alla variazione tra il primo trimestre 2015 e l’ultimo 2014 – fanno peggio dell’Italia 5 Paesi (Austria*, Finlandia, Grecia, Estonia e Lituania), mentre 3 hanno registrato la stessa crescita dell’Italia: Belgio, Germania e Regno Unito. Su 18 Paesi con cui confrontare l’Italia quindi, 10 sono cresciuti allo stesso tasso o a un tasso inferiore del Belpaese.
Diversa la situazione se si guarda ai dati tendenziali, ovvero anno-su-anno. Il Pil italiano è infatti rimasto invariato rispetto al 1° trimestre 2014, il secondo risultato più debole d’Europa dopo il -0,1% della Finlandia.
Il verdetto
Brunetta sostiene che il +0,3% registrato dal Pil italiano nel primo trimestre 2015 rispetto al trimestre precedente è poca roba se confrontato a “tutti” i Paesi Ue che, secondo il capogruppo forzista, hanno fatto di meglio. In realtà questo è vero per circa la metà dei Paesi censiti da Eurostat, mentre 8 su 18 sono cresciuti quanto o meno dell’Italia. Diversa è la situazione tendenziale, ovvero relativa all’anno precedente, in cui l’Italia è effettivamente penultima tra i Paesi che hanno dati disponibili. Ma Brunetta si riferisce specificatamente allo 0,3% e porta così a casa un “Pinocchio andante”.
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* I dati austriaci non sono destagionalizzati