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Non è vero che nessun Paese Ue rispetta gli impegni con la Nato

| 02 maggio 2022
La dichiarazione
«Nessuna delle nazioni europee rispetta l’impegno preso con la Nato di investire il 2 per cento del suo Pil in difesa»
Fonte: Facebook | 29 aprile 2022
EPA/TOMS KALNINS
EPA/TOMS KALNINS
Verdetto sintetico
La leader di Fratelli d’Italia esagera.
In breve
  • Nel 2021 sei Paesi Ue sui 21 membri della Nato spendevano in difesa una cifra pari al 2 per cento del proprio Pil, con almeno altri due Paesi vicini all’obiettivo. TWEET
Il 29 aprile, nel suo discorso di apertura della conferenza programmatica “Italia, energia da liberare” a Milano, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha criticato (min. 33:36) la politica estera e di difesa dell’Unione europea, secondo lei troppo dipendente dagli Stati Uniti.

Tra le altre cose, Meloni ha giustificato la sua posizione dicendo che nessun Paese europeo spende in difesa una cifra pari al 2 per cento del proprio prodotto interno lordo (Pil), un «impegno preso con la Nato».

Abbiamo verificato e la presidente di Fdi esagera.

Chi rispetta, e chi no, gli impegni con la Nato

Nel 2014 i Paesi membri della Nato, un’alleanza militare che comprende gli Stati Uniti, 21 Paesi Ue e altre otto nazioni, hanno formalizzato l’impegno di investire nei dieci anni successivi, dunque entro il 2024, il 2 per cento del proprio Pil in difesa. Questo obiettivo – comunque non vincolante – è stato poi ribadito negli anni successivi dai vari governi italiani.

Secondo i dati più aggiornati della Nato, nel 2021 solo otto Paesi su 30 hanno speso una cifra pari al 2 per cento del proprio Pil in difesa. Tra questi, oltre a Stati Uniti e Regno Unito, ci sono sei Paesi dell’Unione europea: Polonia, Grecia, Croazia, Lettonia, Lituania ed Estonia (Grafico 1). Francia e Romania sono particolarmente vicini all’obiettivo. La spesa in difesa dell’Italia in rapporto al Pil è invece passata dall’1,14 per cento del 2014 all’1,54 per cento del 2021.
Grafico 1. Spesa in difesa in rapporto al Pil – Fonte: Nato
Grafico 1. Spesa in difesa in rapporto al Pil – Fonte: Nato
Se si guarda ai dati del 2020, più consolidati di quelli dell’anno scorso, si scopre che anche Francia (2 per cento) e Romania (2,03 per cento) avevano mantenuto l’impegno preso con la Nato, mentre la Slovacchia (1,95 per cento) ci era andata molto vicina. 

I Paesi della Nato si sono inoltre impegnati a investire il 20 per cento della spesa in difesa per l’acquisto, la ricerca e lo sviluppo di attrezzature militari. In questo caso, nel 2021 solo sei Paesi dell’Ue su 21 non avevano centrato questo obiettivo: Danimarca, Germania, Portogallo, Belgio, Slovenia e Bulgaria (Grafico 2).
Grafico 2. Spesa per l’acquisto, la ricerca e lo sviluppo di attrezzature militari – Fonte: Nato
Grafico 2. Spesa per l’acquisto, la ricerca e lo sviluppo di attrezzature militari – Fonte: Nato

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, «nessuna delle nazioni europee rispetta l’impegno preso con la Nato di investire il 2 per cento del suo Pil in difesa». I dati più recenti della stessa Nato dicono che la leader di Fdi esagera: nel 2021 sei Paesi Ue sui 21 membri della Nato spendevano in difesa una cifra pari al 2 per cento del proprio Pil, con almeno altri due Paesi vicini all’obiettivo.

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