La “sacralità” della casa è un tema su cui il supporto ai partiti di Silvio Berlusconi si è spesso fondato, e Renato Brunetta non si astiene dal parlarne frequentemente (anche se purtroppo non sempre correttamente).



I prezzi delle abitazioni



L’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) dell’Istat dovrebbe essere il luogo perfetto per trovare la risposta a questo fact-checking. Purtroppo i dati dell’Ipab disponibili online si fermano al 2010. Ricorriamo quindi ai dati Eurostat che misurano l’andamento dei prezzi di tutte le proprietà residenziali acquistati dalle famiglie, sia nuove che già esistenti (per maggiori dettagli sulla metodologia si veda la sezione 3.1). Come si può vedere nel grafico sottostante, i prezzi tra il 2007 e il 2009 non “crollano” bensì subiscono una brusca frenata rispetto all’andamento del periodo precedente. Nel 2007 l’indice dei prezzi era 98,7 – un valore che sale a 101,3 nel 2008 per riscendere a 100,8 nel 2009. Nel periodo 2010-2011 si registra un lievissimo aumento (da 100,0 a 100,7) seguito, effettivamente, da un’importante calo nel biennio 2012-2013. Il confronto con la Germania è interessante soprattutto per quello che succede prima della crisi dei subprime: il valore delle case era rimasto sostanzialmente invariato per più di un quinquennio in Germania.



Il verdetto



L’ex ministro, dunque, ha ragione piena solo sul periodo 2012-2013, quando i prezzi delle abitazioni sono di fatto calati in maniera marcata. Brunetta fotografa invece in maniera imprecisa la situazione 2007-2009 (brusca frenata dell’aumento dei prezzi: non crollo), e 2010-2011 (l’aumento è quasi impercettibile). Complessivamente ci sembra da “C’eri quasi”.






P.S.: a completamento dell’analisi potrebbe interessare anche il sondaggio di Banca d’Italia sul mercato delle abitazioni. Come si evince dal titolo, si tratta di un sondaggio – in questo caso delle agenzie immobiliari – sull’andamento del mercato immobiliare in Italia. A pagina 17 troviamo i giudizi sulle variazioni dei prezzi: questi ultimi sono negativi per l’intero periodo 2008-2014 (ossia la maggioranza degli agenti ha registrato una riduzione nei prezzi di vendita), con una parentesi positiva nel 2009-2010, un netto peggioramento dal 2011 al 2013 e un lieve miglioramento nel 2014.